Ancora una volta devo ribloggare (autorizzato dall’autore) un post di Roberto Petetta perchè è troppo interessante per lasciare che pian piano si perda nella memoria di facebook.
Il post originale lo trovate qua e consiglio a tutti di proseguire lì con eventuali commenti ed osservazioni (se avete un account facebook) e di usare la coda di questo post solo se non avete alternative.
La mia esperienza con EVR1 di E-Station
Quando hanno saputo che partecipavo alla Wave, molti amici si sono affrettati a dirmi che nel mondo che stavo per esplorare avrei trovato un po’ ovunque prese adatte alla ricarica.
Quel mondo è la Svizzera, ma le prese che trovi non sono quelle che ti aspetti…
Io sono autista di auto elettrica dell’ultima leva, uno che si collega sempre con il cavo ad una colonnina costruita apposta e tramite la presa Mennekes in dotazione alla mia Renault Zoe.
Usarlo tutti i giorni almeno due volte, ti fa credere che sia l’unico modo per collegare e ricaricare l’auto.
Come se quella colonnina modulasse una corrente apposita per le auto elettriche diversa da quella per gli altri innumerevoli usi.
Ovviamente non è così, lo sappiamo, ma finchè non si prova a caricare la propria auto con una modalità differente non ce se ne accorge del tutto.La Wave è stata l’occasione perché sapevo che avrei trovato altre prese da cui attingere corrente.
Prese dette industriali a 16 ampere e a 32 ampere, mono e trifase. In quest’ultimo caso sono disponibili ben 22 kW, come le colonnine che generalmente si trovano in giro… manca però l’apparecchio in grado di adattarsi da una parte a queste prese e dall’altra alla vettura.
E qua come ci si attacca? (questa didascalia by selidori)
Con orgoglio ‘Made in Italy’ (questa didascalia by selidori)
Ed ecco che entra in scena l’EVR1 di E- station:
Ho avuto la fortuna di portarmene uno con me alla Wave per gentile concessione dei produttori.
Un cavo di oltre sei metri ha come presa terminale la mennekes sul lato auto, dall’altro capo una presa a 32 ampere, ma con un riduttore per i 16 ampere e anche la schuko. In mezzo l’apparecchio vero e proprio che può esser regolato sulla scala dei kW dal minimo di 1,8 al massimo di 7,4.
La Wave iniziava dal grande piazzale di Stuttgart nel quale abbiamo tracciato i segni delle lettere segnaposto delle auto che formano la scritta poi fotografata dall’alto il giorno dopo, quello del record di partecipazione di auto elettriche.
Ebbene, mentre si lavorava la mia Zoe si ricaricava placidamente a circa 3,7 kw da una presa 16 amp monofase. Un modo per utilizzare doppiamente il proprio tempo: lavoravo e la Zoe si ricaricava.
Nei giorni seguenti le varie tappe della Wave prevedevano di spostarsi di circa 50 km alla volta e ad ogni tappa per noi dell’organizzazione si trattava di preparare i posti per i partecipanti che di lì a poco sarebbero arrivati a ricaricarsi.
I paesi ospitanti offrivano allacciamenti a 63 o anche 125 kW trifase e stava a noi con appositi box ripartire la corrente in tante prese tutte da 16 amp monofase.
Arrivando per primo mi prendevo il lusso di collegare il mio EVR1 direttamente alla presa 32 monofase concedendomi una ricarica piuttosto veloce, poi man mano che arrivavano i partecipanti passavo alla lenta 16 monofase, per liberare corrente a loro.
Ho conosciuto tanti concorrenti diversi con i più disparati mezzi e anche connessioni di ricarica. Credo che però tutti siano passati a vedere almeno una volta il mio apparecchio di ricarica EVR1
L’hanno scrutato, preso in mano, soppesato e lodato per la sua leggerezza. Hanno apprezzato la semplicità con cui si può selezionare le varie potenze e mi hanno fatto moltissime domande.
Difficile è stato per me rispondere, perché io non sono del settore, mentre loro erano persone che spesso si sono costruite da solo una intera vettura, figuriamoci che segreti poteva avere un apparecchio di ricarica!
Infine le domande erano poste in tedesco, la lingua ufficiale della Wave! La colpa è stata mia che li ho abituati a parlare con me nella loro lingua… certo un conto era raccontarsi della bella giornata o del viaggio …. parlare di cose tecniche in tedesco lo era un po’ meno!
Eppure l’apparecchio piaceva e incuriosiva… avrete capito, non certo per le mie spiegazioni, ma perché di fatto funziona in maniera del tutto intuitiva: basta avere una presa industriale, allora lo colleghi, selezioni e subito ricarichi!Con i prodotti della ‘concorrenza’ (l’EVR1 è il primo a sinistra): notate come gli altri non abbiano alcuna possibilità di regolazione (Questa didascalia by selidori)
Per un possessore di auto elettrica vedere l’indicatore della propria auto che ricarica significa tutto e poterlo fare semplicemente senza troppi problemi di adattatori e connessioni è tutto.
Invece arrivare e sottrarre tempo prezioso alla ricarica perché vettura e prese non si parlano è fonte di nervosismo e frustrazione.
In tanti si sono segnati l’indirizzo web stampato ben in chiaro sulla mia auto e poi li vedevi già smanettare sullo smartphone a girare dentro nel sito.
C’erano altre Zoe alla Wave e spesso sono intervenuto per accelerare la loro ricarica visto che dovevano ripartire e erano in ritardo con la ricarica. Quindi dall’alto della mia veste di Supporto, infrangevo la regola del 16 amp monofase per tutti, staccavo il mio EVR1 dalla mia Zoe, lo connettevo alla loro e alla 32 amp per terminare in meno tempo la ricarica che mancava per poter ripartire tranquilli.
Quello era il modo migliore per guadagnarsi il profondo rispetto di un possessore di auto elettrica…. Se è tedesco viene al secondo posto dopo una birra.I posti che abbiamo frequentato e nei quali immancabilmente mi sono ricaricato sono veramente tanti: piazze,
fattorie,
segherie, industrie in genere…
…famosa la volta alla Zeppelin dei dirigibili, ….
ovviamente ristoranti, B&B, e persino castelli e bunker….
Sul traghetto del lago di Costanza c’era una presa 16 amp… qualcuno avrebbe voluto agganciarsi anche lì!
Insomma avere un auto elettrica e il giusto apparecchio per attingere corrente elimina quasi del tutto il problema di doversi ricaricare solo in determinati posti dedicati, ovvero le colonnine.
Ecco la soluzione alla didascalia su in alto (questa didascalia by selidori)
Non mi sembra così lontano un mondo in cui le auto elettriche sono la maggioranza e quando si muovono consumano elettricità, ma appena si fermano anche per una sosta breve, visita di lavoro, sosta di piacere, o per la spesa, possono ricaricare facilmente. Del resto la distribuzione dell’elettricità nel nostro mondo è capillare, il problema è solo la giusta connessione fra presa e vettura.
EVR1 lo vedo con un grosso passo avanti in questa direzione.
Come sempre un grazie a Roberto Petetta per la condivisione di esperienze ed allo sponsor per aver fornito l’EVR1.
Riporto per completezza che da allora è uscito anche l’EVR3 che permette anche la carica con fonti trifase.
Di nuovo il post originale su facebook: https://www.facebook.com/groups/Contiamoci.PerContare/permalink/1518056761746677/