E’ fatta!
Dopo anni di promesse di rete nazionale di ricarica fast da parte di Enel (e dopo relativi anni di date ed appuntamenti disattese) ora si è partiti veramente: ben 30 colonnine di ricarica veloce da oggi disponibili ad utenti Enel sparse nel centro/nord Italia!
Anni spesi a criticare ENEL ed ora fanno veramente: dove andremo a finire noi criticoni? Dura la vita!
Scherzi a parte è veramente una svolta ed un fatto importante che tutti ci auspicavamo e che finalmente rende possibile la mobilità elettrica senza ansia da autonomia anche in Italia!
In solo un mese (settembre 2017) dunque Enel si è svegliata ed è riuscita a fare una rete di ricarica che ora fa addirittura impallidire la tanto rinomata Tesla Supercharger che appare la numero 2. 😉
Io per primo chiedo che cosa è cambiato, ma anche che me ne frego, BASTA CHE SIA QUALCOSA SIA AVVENUTO!
Ma non voglio parlare delle 30 colonnine, della ricarica rapida, delle tariffe ecc ecc, ne parlano tutti i giornali (se ne volete uno ben scritto al volo, ecco La Repubblica), voglio invece fare riflessioni su alcuni punti salienti ed ampie critiche che sono apparse (decine di volte ridondanti, come sempre succede sui social) quasi subito a dimostrazione che si è “jamais contente“.
Comunque per chi fosse vissuto su Marte:
- Per il COME SONO FATTE vi rimando al forumelettrico dove ci sono schede per quasi tutte le 30 stazioni
- Per il COME SI USANO ancora una volta vi rimando al mio elenco dei principali provider italiani
- Per QUANTO COSTANO, uguale: Principali circuiti italiani
- Per DOVE sono, ecco l’ottima cartina che fra l’altro elenca anche le altre fast di Italia liberamente usabili (a cura di Alberto Crema), ed eventualmente la pagina speciale su chargemap.
- Per COSA SIA EVA+ anche qua non ripeto quanto detto 200 volte e che trovate ampiamente spiegato nell’articolo di LA REPUBBLICA, da qua in poi in questa articolo si da per scontato si sappia già tutto (ed allora qua linko l’url ufficiale del progetto che non so dove metterlo nella pagina: EVA+)
Per i punti salienti, io mi sono fatto una certa idea a riguardo, per alcuni ho elementi, per altre solo supposizioni, sicuramente al mondo chiaro ed aperto del web si è unito un sottobosco di chat e micro-gruppi che trattavano l’argomento, che davano opinioni, che sapevano le cose, le millantavano o le sparavano, e quindi cerco qua di condensare e riassumere su tutto quanto è emerso (ed ho capito), mettendoci purtroppo la mia naturale interpretazione.
Ho già paura che questa pagina sarà lunghissima (e quindi noiosissima) ma siamo al giro di boa, al cambio epocale, al NON SI TORNA PIU’ INDIETRO della mobilità elettrica italiana e bisogna per forza scrivere tanto perchè non si ha tempo di scrivere poco.
SI E’ PARTITI.
La prima critica che è trasversale è che c’e’ qualcosa di sbagliato. Quel QUALCOSA è nei punti che esporrò dopo, per ora è un’entità astratta che si definisce QUALCOSA.
Pur -nella nostra coscienza di umani- dovendo sempre tenere a mente che quando si fa qualcosa non si potrà mai far felici tutti ma ci sarà sempre qualcuno di scontento e tagliato fuori (e scontento a ragione, magari), quello che bisogna sempre ripetersi a ogni critica è che ENEL HA INIZIATO. Le 30 installazioni con i suoi pregi e difetti sono solo l’inizio, Enel non si ferma qua e non va in vacanza da domani. Quindi gli errori che eventualmente avrà realmente commesso cercherà di non ripeterli nelle prossime installazioni che ha promesso proseguiranno. Per come la vedo io, se si fermerà o trascurerà queste 30 esistenti allora si, avrà sbagliato e dovremo criticarla. Per ora però non possiamo ancora farlo, perchè 30 è solo l’inizio (e secondo me, come sperimentazione, sono persino troppe).
Ora mi sembra dunque il momento di smetterla di criticare, lasciarci il passato alle spalle (mi piace credere che gli utenti elettrici siano un po’ più evoluti ed intelligenti da guardare sempre il futuro) e ripartire da zero, anche con il rapporto con ENEL.
Adesso hanno bisogno del nostro incoraggiamento (si, devono affrontare un grande nemico, ne parlo dopo) e non dei continui rinfacciamenti degli anni scorsi (e sono io a dirlo, uno dei più grandi MENATORI).
POSIZIONAMENTO CRITICABILE
La prima critica è quella del discutibile posizionamento: sia specifico, sia di principio.
(Ridiciamo che) non si potrà mai far contenti tutti, tutti la vorremmo sotto casa (salvo poi scoprire ‘che costa troppo’ (per il quotidiano), uno dei punti esposti dopo) o sul tragitto casa-lavoro, o sul tragitto casa-vacanze (dovrebbe essere questo il vero scopo delle fast, non entrando in concorrenza con le prese domestiche, qualcuno non l’ha capito) ma purtroppo non sarà mai possibile.
La seconda critica è la diatriba mai risolta di DENTRO O FUORI AUTOSTRADE? Ognuno ha la sua opinione (tranne io che no ho ancora deciso cosa è meglio) e tutti hanno delle valide motivazioni, ma anche su questo vale il discorso che SI E’ PARTITI, ora si sono fatte fuori, ma si faranno ANCHE dentro.
Si, perchè anche se Enel chiaramente per istituzionalità e politica non può dirlo, non è stata completamente libera di scegliere i posizionamenti. Il progetto EVA+ prevede infatti i punti di ricarica siano DENTRO le autostrade, ma il partner (AISCAT, il concessionario delle principali autostrade italiane) non si decide a rendere attuativo la dichiarazione di intenti che ha comunque firmato con ENEL e presentato all’Europa che ne ha accettato la realizzazione e finanziamento. AISCAT continua a tergiversare (per non dire parole peggiori) ed essere attendista al riguardo anche se il progetto EVA+ è DENTRO le autostrade.
Enel ha dunque deciso di rompere gli indugi ed installare una parte di EVA+ (appunto queste 30) FUORI dalle autostrade, sperando che AISCAT si dia una mossa.
ENEL (e noi con lei) si giochia tutto. Se AISCAT non si sveglia, proseguire per ENEL con le proprie forze sarà un’impresa e speriamo non crolli tutto. Si perchè le attuali colonnine ENEL le ha messe (quasi tutte) con i propri soldi (di cui nessuno di noi conosce l’entità) e non devono essere pochi (sappiamo quanto costi anche una sola SPINA nel mercato EV… una mennekes tipo2 costa sui 150 euro… fate i conti quanto può costare una colonnina fast tristandard…) perchè spera di DARE QUESTA PURGA ad AISCAT (e pure un po’ il mercato, ma quello è comunque un obbiettivo oggettivamente troppo in alto anche per il colosso ENEL, vedendo che nessuno al mondo (Tesla a parte, ma è un discorso tutto diverso) riesce a trainare le vendite di veicoli ricaricabili partendo dalla infrastruttura).
Alla luce di tutto ciò, ora si capiscono le due dichiarazione apparentemente contraddittorie di Camillo Piazza ed Ernesto Ciorra catturate solo 6 mesi fa:
E dopo la diatriba CITTA-FUORICITTA-AUTOSTRADE, la seconda osservazione sulla dislocazione di queste PRIME trenta è che ci sono zone scoperte.
E’ vero, il Veneto è completamente scoperto, come pure la Sardegna, le coste sono messe male e così tutto il sud Italia.
Qua secondo me bisogna fare due discorsi, uno generale ed uno specifico.
Per lo specifico includerei Veneto e Sardegna.
Per il VENETO prendo una posizione di cui mi assumo totale responsabilità. Il Veneto è protezionista per definizione. Ho casa a Belluno e mi sembra di capire che l’atteggiamento della regione Veneto sia per non volere stranieri. Senza entrare in pura politica, ho visto che si tende a prediligere aziende locali (il che è anche un bene, sotto certi punti di vista, visto che oltretutto l’operoso Veneto è una delle locomotive d’Italia) ma forse stavolta il ragionamento è sbagliato. In Veneto ci sono un sacco di micro-aziende che stanno realizzando la loro rete spesso formata da non più di 3 punti di ricarica (non fatemi fare i nomi, i soliti Cxxx, Lxxx, Axxx, Città di Vxxx, Dxxx, ecc… li trovate nella solita pagina) che nel loro piccolo stanno anche facendo un buon lavoro. Ma è ovvio che non hanno la solidità economica di installare una FAST (qua ora solo di quello dobbiamo parlare, se vogliamo parta la mobilità elettrica dobbiamo svoltare al 2.0, le lente ci sono, ci saranno sempre e sempre serviranno, ma ora dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo e farci ambiziosi; lo dico io che ho una elettrica ad autonomia estesa con solo carica lenta, ma non possiamo più pensare al nostro orticello!).
Tutto questo ha creato una politica dell’ostruzionismo all’operatore ‘straniero’ (in questo caso NAZIONALE, ma puntando all’autonomia regionale, diventa STRANIERO). Ovvio che il Veneto non potrà dire di no per sempre ad ENEL, anzi presumo prestissimo dirà SI (non può permettersi di avere il corridoio 5 tagliato fuori) ma per ora è un altro che ci pensa. Ed enel che doveva e voleva partire entro settembre, avrà sicuramente chiesto alla regione Veneto, ma mentre ci pensa, giustamente ha iniziato con installazioni in altre regioni.
SUD ITALIA: qua -non me ne vorranno gli amici meridionali- ma la questione è storica. Anzi è proprio LA QUESTIONE MERIDIONALE. L’Italia va ancora a due velocità, non raccontiamola diversamente. E quindi al sud c’e’ meno benessere e meno soldi e quindi meno auto elettriche (che sono ancora una cosa semi-elitaria). Ovvio che le installazioni al sud arriveranno, dopo. Ma POCO DOPO, Enel ha assicurato ci sta già lavorando e già entro fine anno (di questo anno, 2017) si vedrà qualcosa, e come detto ora è venuto il momento di credere e dare fiducia ad Enel che ha finalmente distrutto l’#annuncite che l’affliggeva da almeno 4 anni. Rimane il fatto che -in tutta sincerità- il CENTRO-SUD secondo me avrà sempre meno reti di ricarica che al nord (e peccato, visto che sul turismo batte quasi sempre il NORD!) per le questioni già esposte.
SARDEGNA: qua è terribile. Si uniscono i problemi del Veneto a quelli del SUD. Inoltre si aggiunge l’ISOLAmento fisico (difficile un utente elettrico venga con la propria auto sull’Isola) e quindi la vedo ancora più dura. Anche perchè espressamente il progetto EVA+ non lo prevede:
Ma secondo me ENEL, arriverà anche lì (a proprie spese), per lo meno per orgoglio e patriottismo.
TETTOIE/SEGNALETICA/LUCI/SOFTWARE
…e tutta una serie di richieste, alcune folli.
Come detto non si potrà mai far contenti tutti. Sinceramente a me le tettoie sembra una scemenza: non lo fa nessuno, neppure Tesla nei Supercharger (con la sola eccezione di Aosta e parzialmente nelle calabresi) eppure sembra che molti le richiedono a gran voce. A me sembra una infrastruttura eccessivamente costosa per il vantaggio che da’ ed il paragone con i soliti benzinai (che fatturano migliaia di volte tanto un possibile guadagno di una colonnina fast) non regge, proprio perchè da loro girano tanti soldi e tanta concorrenza e possono permettersi di offrire questi benefit. Ho anche i miei dubbi riguardo alla fattibilità della cosa: le colonnine, anzi COLONNONE fast pesano un bel po’ (900kg, le GEN1 di Enel) e per questo vengono appoggiate sulla gettata di cemento con una gru: con tettoie sarebbe difficile qualsiasi manutenzione o sostituzione estrema (ok, si può fare tutto, come pure fare tettoie altissime come molti benzinai infatti hanno alte per lo stesso motivo… ma chi paga tutto ciò?).
Altre richieste sono più sensate (secondo me) come migliorare la segnaletica che deve essere assolutamente non ambigua ed inappuntabile, ma ENEL ha già promesso di considerare con i gestori e forse dell’ordine locale qualsiasi segnalazione gli venga fatta.
Ecco una novità di ENELDRIVE 2.0 da ottobre 2017: chiede continuamente feedback. OTTIMO. 😀
Quindi gli si può dire che lo schermo delle attuali colonnine spara troppa luce di notte, la grafica è un po’ GEOCITIES (i nerd mi capiranno, qua mi sa ce ne sono tanti, poi…) ed il software stesso talvolta non troppo intuitivo e con molto lag (sopratutto nelle GENERAZIONI1 (quelle doppio lato e 4 spine/prese, presenti in 10 pezzi in questa prima tornata delle 30).
Personalmente ho trovato anche difficoltà a riporre -completamente al buio di notte- le pistole negli alloggiamenti, quando inoltre lo schermo mi accecava la vista.
H24
Purtroppo alcune delle 30 si capisce non sono H24 o bisogna comunque chiedere ‘piacere’ (suonare campanello, farsi aprire o cose simili). Anche qua: bisognava partire. Però si è chiesto ad ENEL [poi spiego questa cosa del si è chiesto] di indicare sempre ed esplicitamente nelle loro app questa opzione (del SUONARE) e spero questa informazione venga propagata in tutte le app di colonnine.
Però questo può essere un po’ un problema, perchè conosco un paio dei custoditari delle colonnine fast ed è gente poco propensa alla disponibilità, oltre ad odiare fortemente gli elettrici (anche se magari oggi hanno cambiato idea o semplicemente sono obbligati dalla direzione, che però fino a ieri odiava gli elettrici (non parlo infatti di singoli atteggiamenti di persone, che però ci potranno essere anche fra 20 anni, ma di disponibilità ufficiale delle aziende)).
ASSISTENZA
Il passato ci insegna che al lavoro sul territorio di installazione colonnine (parlo delle ‘vecchie’ slow), Enel ha avuto un sistema di assistenza a dir poco imbarazzante. Ora però non si gioca più, le ambizioni sono altissime e quindi le aspettative. Ed ENEL deve assolutamente ristrutturare l’helpdesk al perseguimento della customer-satisfaction. Ed anche qua ENEL ci strabilia: 15 giorni fa un dirigente ENELDRIVE ci ha promesso entro fine anno una riorganizzazione delle assistenze con tempi di SLA noti e tempi di ripristino certi. Sembrava la solita sparata come ne sentiamo da 4 anni, ed invece già in questi giorni ENEL è cambiata completamente. Presentissima sui social e sui tanti canali di feedback, ci ha coinvolti (lo zoccolo duro degli elettrici) chiedendo continuamente riscontri, suggerimenti, impressione. Una cosa che ti fa sentire CLIENTE IMPORTANTE.
Dirò la mia… secondo me ENEL non ha proprio alcun bisogno di chiederci cosa ne pensiamo e di fare le prove, sa tutto benissimo, ma questa mossa di coinvolgerci ed CHIAMARCI DENTRO PER TIRARE IL PALLONE è stata una mossa geniale, giustissima ed azzeccata per evitare che facessimo i CT al bar il giorno dopo.
Addirittura con questa semplice mossa di coinvolgimento SOCIALE, c’e’ stato qualcuno che pur scrivendo post e screditando da 5 anni ENEL su ignobile blog, ha perso la domenica mattina a scrivere una pagina di lodi ed entusiasmi verso ENEL! Comprato con 30 colonnine fast!
COSTI
E questa è la questione più annosa. Infatti se per tutti gli altri casi dico di pazientare e dare un giudizio sull’operato di ENEL fra un anno, perchè la rete ed i servizi proseguiranno e si evolveranno, qua la questione è opposta. I costi infatti non scenderanno. Anzi potrebbero prima o poi pure salire.
Enel ha fatto un altro immenso sforzo e promozionalmente fino a fine anno c’e’ lo sconto del 50%; ma non entro nel merito delle cifre e dei numeri ma nel concetto stesso del costo.
Purtroppo la fast si paga. E si paga tanto. Ho letto 1000 confronti senza senso, da chi cita Tesla con le sue ricariche gratuite a chi dice che costa di più che a casa, a chi dice che con la Twizy caricare sulle fast con la tariffa più cara non conviene (a proposito: le Twizy, come pure molte vere auto elettriche sprovviste di carica veloce, dalle nuove FAST Enel non possono proprio caricare, hanno spine/prese diverse!)!
Sinceramente forse dovremo cambiare mentalità. La carica gratuita od a basso prezzo è finita o sta finendo. Fuori casa SI PAGHERA’ SEMPRE DI PIU’ e non capisco perchè ci si debba scandalizzare di questo quando al ristorante non facciamo scenate se l’acqua la paghiamo un euro a bottiglia contro 40 centesimi al supermercato e meno di un centesimo a casa dal rubinetto.
La ricarica FAST è un servizio, una comodità, un qualcuno che ci tiene nel frigorifero del ristorante la bottiglia d’acqua fin quando arriviamo noi a comprarla e per questo dobbiamo pagargli TUTTO IL GIORNO DI REFRIGERAZIONE e se non la vende quel giorno pure la refrigerazione del giorno senza vendita, oltre al suo corretto guadagno, tasse e rischio di impresa. Purtroppo le ricariche pubbliche saranno così e saranno sempre di più così, sopratutto per le cariche FAST.
Saranno tagliati dunque fuori chi non può ricaricare a casa (che rimane la ricarica più conveniente e massiva) perchè non può farlo e questo è ingiusto e mi dispiace (anche perchè fino a 2 anni fa era così anche per me) ma così è il mondo: anche oggi è tagliato fuori chi non può permettersi per tanti motivi un’auto anche termica (perchè non ha i soldi per comprarla/mantenerla, perchè è troppo scomodo gestirla, perchè inabile alla guida, ecc). Rimango comunque dell’opinione che a pieno regime saranno veramente pochissimi quelli che proprio non avranno nessuna possibilità di ricarica neppure al lavoro, al centro commerciale, alla palestra, al cinema, nel cortile condominiale, nei parcheggi pubblici a lungo termine, ecc. Anche se, si, purtroppo, qualcuno ci sarà.
Ma tornando alla ricarica pubblica e magari pure fast, non possiamo lamentarci si paghi e come sostiene qualcuno TANTO.
Già ora parliamo del TANTO. Innanzitutto si paga sempre meno delle benzine (e sarà così per un bel po’ di anni, ma non per sempre, purtroppo) ma come detto la carica FAST non dovrebbe essere la normalità. Persino Tesla cerca di arginare la ricarica abituale quotidiana invece che a casa nei suoi supercharger. Ma la questione del TANTO va ragionata non solo per quello che noi spendiamo ma anche per quando il provider (nel nostro caso ENEL, ma il discorso vale per tutti) deve far quadrare i conti.
Il giochino dell’auto elettrica è costoso, bisogna ammetterlo. Io da sempre combatto questo aspetto chiaramente cavalcato da molti operatori che sostengono che l’auto elettrica è risparmio. Può esserlo ma può anche non esserlo od essere minimo.
Per il luogo pubblico purtroppo l’eventuale risparmio si assottiglierà.
Anche a far pagare come si paga oggi alla tariffa giudicata CARA, un provider rischia di essere in perdita per decine di anni usando le stazioni h24 anche se avess corrente a gratis (che, a proposito, non esiste, sfatiamo anche questo mito, non esiste neppure se hai il fotovoltaico), non pagando le tasse, non avendo costi di assicurazioni o di guasti e (da non dimenticare in questo settore) di aggiornamenti anche solo software (perchè ogni giorni esce una nuova macchina con il suo nuovo e straordinario sistema di ricarica INNOVATIVA con la sua estensione del protocollo di ricarica alla versione +1.0). Quindi ridurre ancora il costo della ricarica NON E’ POSSIBILE. E non avverrà. Sigh.
Siamo tanto bravi a confrontarci con il resto di Europa per apparire sempre ultimi in tutte le classiche, ma stavolta nessuno ha il coraggio di fare i confronti in queste tariffe che sono, appunto, allineate al resto dell’Europa, anzi a voler fare bene i conti sono persino inferiori.
Infine, e chiudo la diatriba sulle tariffe ENEL, quasi tutti calcolano i costi usando l’opzione peggiore. Se ad esempio si ha un’auto a carica lenta, si calcola la tariffa a tempo confrontandola con i kWh accumulati: ma che senso ha?
Enel attualmente ha almeno 3 tariffe per cercare di accontentare tutti e si può tranquillamente usare la card a consumo per 40 centesimi per kWh. Certo ovviamente è improprio usarlo sulle fast, ecco perchè ENEL (giustamente) col tempo le vuole rimuovere, ma fissarsi sull’usare l’APP nata per la fast ma lamentandosi delle tariffe non ha senso.
Non capisco se questa è ignoranza delle tariffe o si vuole a tutti i costi creare un costo capzioso per lamentarsi. Boh.
Godiamoci invece la nuova era, che ci permette ora ad esempio di aumentare istantaneamente il listino di auto ‘possibili’ per noi (prima per molti ci doveva limitare a scegliere pochi marchi o modelli che assicuravano una buona autonomia o rifugiarsi sempre in ibridi plugin od autonomie estese, che per molti sono pur sempre un compromesso alla completa libertà dai combustibili fossili).
#eMobilityRevolution !