..esperienze di ricarica auto elettriche in colonnine pubbliche… (ed altre cosine a tema), perchè la strada delle auto elettriche è piena di spine… (by selidori)
Sto raccogliendo malfunzionamenti sulla (pessima, terribile, atroce, ecc) rete NISSAN CHARGE avendo ottenuto un contatto privilegiato di assistenza.
Chi ha avuto problemi di ricarica, mi scriva qua sotto nei commenti i problemi che ha avuto.
Mi serve: – data/ora, – località, – problema rilevato (su che presa), – se usate il nissan card l’ID EVCO (il numero stampato).
Sarebbe anche molto utile (ma mi rendo conto è a rischio privacy) se mi indicate anche lo username usato (non mettete l’email completa ma solo la parte prima di @) e l’auto (il modello esatto). Qualsiasi altra info poi aggiungete è benvenuta (se il giorno dopo andava, se avete chiamato concessionario od assistenza o email (nel caso, riportate magari un numero di ticket, se l’avete), ecc ecc, l’importante è che ci siano almeno all’inizio quelle info che vi ho chiesto (data/ora, posto, problema rilevato).
Se scrivete direttamente in inglese è meglio, se no traduco io ma oltre al mio pessimo inglese c’e’ rischio non capisca bene cosa volevate dire. Ricordo che la rete nissan charge è per tutti, non solo per utenti Nissan, quindi questo invito a problemi sulla loro rete è da intendersi per tutti gli utilizzatori, con qualsiasi auto.
NOTA: raccolgo solo problemi per hardware nissan charge con card o app nissan charge. Roaming in una o l’altra direzione con altri provider lasciamoli fuori, che già c’e’ tanto da fare così….Estendete questo appello anche su altri gruppi, in modo da farmi avere più segnalazioni possibili (ma riportatemi qua se ci sono risposte da altre parti, che seguire tutto da soli su facebook è impossibile).
Attenzione: il seguente articolo è lungo, noioso e farà incazzare il 99% delle persone. La sua lettura è quindi sconsigliata a tutti.
Ultimamente scrivo sempre meno su questo blog… il mio attivismo non è diminuito, anzi sono attivo personalmente su molti social e forum sul tema, ma proprio per le molteplicità di dialogo e soprattutto perché ora esistono blog di maggior competenza, scrivo meno su queste pagine.
Però dopo 6 mesi di silenzio è venuto il momento di 2 post molto ravvicinati:
– Questo di tante chiacchiere e pochi fatti
E fra pochi giorni uno di
– tanti fatti e poche chiacchiere
Questo primo post è fatto dunque da tante chiacchiere e riflessioni che emergono proprio dalla frequentazione dei social italiani che trattano il tema della mobilità elettrica e che mi sta facendo scoprire sempre più varie razze di umanità e con l’allargarsi degli utilizzatori purtroppo stanno aumentando sentimenti di fastidio verso il DIVERSO.
Ho dunque deciso di scrivere questo nuovo post –sempre meno tecnico e sempre più sociale- partendo da un argomento da un po’ di anni molto caldo e su cui vorrei dire la mia.
In verità è solo una scusa per affrontare realmente il tema della popolazione utenti elettrici che sta deragliando verso pericolose derive ‘razziste’ (ma forse e solo l’uomo che passa da piccoli gruppi dove per sopravvivere è necessaria la collaborazione a tanti gruppi dove per sopravvivere è necessaria la competizione).
Questo articolo probabilmente farà arrabbiare tutti, perché critico tutto e tutti e dico cose molto antipatiche (dal punto di vista sociale) ma probabilmente ci sarà anche chi contesterà i veri e propri contenuti scientifici (troppo pochi, in verità).
Prendendo spunto da campagna martellante da parte di Toyota, scrivo questo post che in verità tratta 3 argomenti ben specifici e che quindi si compone di 3 capitoli.
Il primo è:
TOYOTA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE SU TRAZIONE EV NELLE IBRIDE
L’argomento a tema è lo slogan coniato da Toyota (non solo italiana, è una campagna europea) del fatto che i suoi ibridi “vanno per oltre il 50% in modo elettrico in città”.
Ci sono 2 o 3 varianti a questi slogan ma il concetto alla fine rimane sempre quello.
Il fatto è che questa affermazione scandalizza (anzi fa proprio incazzare) molti utenti full-electric.
Devo ammettere che questo accanimento mi ha molto stupito, soprattutto da alcuni utenti ed influencer che tutto sono tranne stupidi o che parlano a vanvera.
Partiamo dai fatti: Toyota sostiene che con i loro mezzi ibridi si viaggi oltre il 50% in elettrico in città.
Gli indignati cavillano su tutto quindi devo pure io ricordare che Toyota è piuttosto precisa: si parla di +50% in elettrico senza specificare se è il tempo od i km, si parla di risultato in città e si cita espressamente Auris, Yaris, Prius. Gli altri modelli del marchio, seppur ibridi, non vengono citati (quindi no RAV, CHR; e non la gamma LEXUS che ha spot simili ma non identici).
Tralasciando il fatto che le pubblicità sono per definizioni iperboli e shoccanti e contengono da sempre una grande dose si fantasia (a meno che si è disposti a credere ciecamente che la Mulino Bianco abbia una produzione artigianale di biscotti fatti da due stucchevoli fidanzatini presso una fattoria con granaio in aperta campagna; o che quel tal dolcificante di pochi grammi in un caffè ci faccia diventare delle fighe spaziali con un carriera sfavillante ed una vita sociale invidiabile formata da sole compagnie di giovani bellissimi e felicissimi), il dato della pubblicità è assolutamente realistico. Toyota ha ampiamente dimostrato che la famosa marcia +50% in elettrico è possibile. Poi ci sono i soliti detrattori che sostengono non sia così nel 100% dei casi, che in salita non è così, che con il condizionatore non sempre è così, che se faccio il 0-100% e poi sto fisso in autostrada a 140km/h non è così. Sono gli stessi (utenti elettrici) che invece non hanno nulla da ridire sulle favolistiche autonomie delle auto elettriche che quelle realmente non sono mai ripetibili.
“Il Test Drive della Verità è l’innovativa prova su strada, dedicata alle vetture Hybrid che, attraverso un dispositivo collegato tramite un’interfaccia OBD (diagnostica di bordo), vi mostra i vantaggi di questa tecnologia rilevando, in tempo reale, la percentuale di motore elettrico utilizzata durante il percorso di prova.” da “test drive della verità” sul sito Toyota.it
Ebbene, come mi sbraccio a dire da anni, il risultato apparentemente magico del +50% è possibile.
Non sto a dimostrare come teoricamente è possibile (è un discorso troppo complesso che non so neppure padroneggiare al 100%) ma è avvilente vedere che alcuni riesumano lezioni di fisica da terza media per citare l’impossibilità del moto perpetuo dimostrando solo limitate reali conoscenze dell’argomento (seppur alludendo di padroneggiare i rudimenti) ovviamente corretti ma che vanno usati solo quando servono.
Non sto neppure ad elencare tutte le prove dipendenti od indipendenti fatte per misurare il famoso +50% perché tanto vedo che i detrattori li considerano falsificati, irreali, corrotti, impossibili, e sminuiscono qualsiasi sia l’autorità (Toyota, possessori, riviste indipendenti, Università, ecc) perché invece loro cuggino non riesce a farli (è vero, si cita sempre il fantomatico parente, per sentito dire, ed ovviamente indimostrabile).
Ci sono anche varie teorie strampalate, da quello che ha una ibrida plugin di un altro costruttore, di un’altra marca e di un’altra filosofia che automaticamente si elegge ad insindacabile esperto di tutto anche se comunque il tormentone più diffuso è “Non posseggo una ibrida, ma le conosco e blablabla”.
Quello che stupisce è però che questi esperti che denigrano l’ibrido (di principio) e la pubblicità (di foga) in verità non hanno mai provato l’ibrido. Non dico posseduto, proprio mai provato. E se ne vantano pure, perché “non si sono fatti fregare dalla pubblicità” (sono piuttosto aggressivi e giudicano chi sceglie ibrido, un credulone) cionostante possono dare giudizi ovviamente insindacabili.
Stupisce perché possiamo ovviamente discutere “in teoria” di una certa tecnologia ed ha senso farlo quando la pratica non è dimostrabile. Se instauriamo un discorso su come vivremmo sulla luna, non possiamo far altro che parlarne in teoria ma se ci troviamo discordi in un punto purtroppo non si può fare una prova esplicativa per stabilire chi ha ragione.
Ma nel caso dell’ibrido invece il laboratorio c’e’, è disponibile a tutti ed è piuttosto facile da avere: Toyota stessa fa una campagna da anni, il “Test drive della verità” dove invita chiunque (quindi senza esperienza in guida eco od “ibrida”) a misurare il proprio tragitto in modo EV, con rigore scientifico e con un dato indiscutibile.
Tutte le variabili poi possono essere introdotte (durata tragitto, stile di guida, esperienza di guida, traffico, tipo percorso, ecc) e sono anche precisamente registrate e consultabili da tutti nell’apposito sito, visto che alcuni sostengono che il famoso +50% è solo una condizione ideale costruita ad hoc da Toyota per fare il record (evidentemente sono troppo abituati a questa situazione effettivamente riscontrata per la certificazione dell’autonomia delle auto elettriche).
Eppure nonostante tutto non ho trovato un utente che sia uno di questi denigratori rancorosi che sia disposto a fare la prova (od a consultare i dati già presenti, anche se potrebbero comunque dire sono falsi).
Si limitano a dire che non è possibile, non c’e’ niente da dimostrare e sanno tutto loro.
Addirittura stravolgono il concetto dicendo che fare test drive, misurare e confrontare dati sono chiacchiere da bar al quale non vogliono partecipare e sono dunque disponibili solo a parlarne teoricamente, senza test nel mondo reale.
Questo atteggiamento vedo è piuttosto diffuso anche da interlocutori che reputo piuttosto colti.
Addirittura fra essi ci sono professori universitari, rivenditori di mezzi elettrici, giornalisti ed influencer di mobilità elettrica, meccanici, ecc; tutta gente che non solo dovrebbe avere gran curiosità per provare tutto, ma persino il necessario metodo scientifico che prevede di essere sempre e costantemente in dubbio su qualsiasi teoria venga espressa ed aver voglia di sperimentarla se appena appena ce ne è l’occasione.
Mi sono chiesto perché questo diniego ai testdrive che fra l’altro sarebbero piuttosto risolutivi e completi ed i risultati poco discutibili.
Ripeto: se a me capita di avere un dubbio e la possibilità di fare una prova esaustiva, invece di imbarcarmi in infinite discussioni, eseguo la prova: è una grande soddisfazione il risultato e dipana subito il dubbio. Fra l’altro è una cosa che nella vita capita raramente… forse giusto nella matematica 😉
Invece appunto nessuno è disposto a fare questa prova.
Mi sono domandato perché e secondo me la risposta va cercata nella psicologia della gente.
NELLA MENTE DELL’EVowner
L’EVowner (attenzione: si parla esplicitamente di OWNER, cioè possessore, non guidatore, appassionato od altro) è indubbio ha già combattuto molte battaglie.
Con parenti, amici, sistema. Ed anche con se stesso.
La battaglia è che difende una tecnologia che sulla carta ha solo difetti: costo (d’acquisto), autonomia quindi libertà limitata, tempi di ricarica, dubbi sulle tecnologie tipiche degli early adapter.
E poi quello che scopre dopo: promesse di autonomia o tempi di ricarica non mantenute, infrastruttura fatiscente, abusata, malfunzionante, non espansa come promessa; burocrazia nelle ricariche, malfunzionamenti vari.
Ci sono poi voci tutte da chiarire come costo di rifornimento, di ricambi, assistenze.
(I pregi delle EV non li elenco, se no non centro l’obbiettivo di questo articolo di farmi odiare da tutti).
Sono tutte battaglie e discussioni verbali che ha fatto e fa continuamente con tutti i parenti, amici conoscenti.
E continua a recitare i pregi del possesso e guida EV.
E queste continue discussioni lo porta spesso ad essere poco obbiettivo, realista e di contro troppo orgoglioso, partigiano: difendere l’ideale e la propria reputazione fino a negare la realtà, e portarsi alla morte.
A quel punto è difficile tornare indietro e riconoscere che ci sono dei limiti. Che li abbiamo scoperti tardi anche noi. E che si, in alcune cose ci hanno fregato.
Quindi ci si scaglia contro tutti gli altri ed i nemici sembra siano gli ibridi che hanno fatto una scelta più intelligente, visto che Toyota promette i vantaggi della guida elettrica (seppur limitata) senza gli sbattimenti per averla.
Ed allora non si crede alle promesse di Toyota, ci si impunta su pubblicità, su parole, su dettagli, si cerca di aver ragione a tutti i costi rifiutando prove che sarebbero esaustive.
A questo punto penso che l’atteggiamento sia diventato inconscio: si rifiuta la prova per paura di perderla ma non si sa di questo retroscena perché si è rimossa la possibilità di sconfitta.
Ma ci potrebbe essere anche chi è pavido, sa di poter perdere e preferisce non cimentarsi: vivendo infatti di teorie può comunque sempre sostenere di aver ragione, con i fatti sarebbe impossibile.
Io ad esempio sono così per gli acquisti e le ricerche di mercato: quando compero un prodotto cerco in giro la proposta commerciale migliore, quando ho comprato il prodotto, faccio poi di tutto per NON consultare ulteriori listini per paura di trovare una proposta più conveniente della mia. In poche parole non accetto più il confronto per paura di perdere. Preferisco vivere nel mio mondo dorato ma perfetto.
Questo atteggiamento però purtroppo genera un brutto sentimento, quello del TUTTI CONTRO TUTTI che vado a spiegare nel terzo ed ultimo capitolo di questo noiosissimo e pretenzioso articolo.
TUTTI CONTRO TUTTI
Quando oramai oltre 12 anni fa approdai alla mobilità ecologia ovviamente con le ibride Toyota scoprii da subito che fra gli utenti c’era un certo vittimismo ed autocommiserazione.
In parte era giustificato ed in parte no, ma tutti sostenevano che l’opinione pubblica e la stampa denigrava l’ibrido.
Gettavano ombre sia sulla tecnica che sulla filosofia di base, con obiezioni sulle rendite, sull’affidabilità, sull’economia, sull’ecologia.
Secondo me non esiste complottismo da parte della stampa, ma semplicemente crea informazione asservita all’opinione pubblica; quindi invece di dare le direttive, tende a seguire la voce di popolo con il chiaro scopo –ovviamente- di assecondarlo per vedere copie.
Purtroppo la selezione naturale dell’editoria porta a scrivere opinioni che la gente vuole leggere così che compera il giornale il quale deve contenere le conclusioni che vuole leggere e così via. E’ infatti piuttosto difficile essere contro-corrente, anche perche il rischio di accuse di lobbyes è sempre dietro l’angolo.
Quindi allora come oggi era un continuo scrivere di post, giornali, forum ecc spiegano perché ibrido è bello, ibrido è sano o per lo meno bisogna dagli una possibilità.
Gli owner lamentavano in generale una certa ottusità da parte di tutti.
Pensavo che la selezione naturale di chi naturalmente curioso ed aperto verso le motorizzazioni ibride avessero selezionato appunto gente aperta alle novità, senza pregiudizi.
Mi sbagliavo.
Perché la grande lungimiranza nello scoprire il motore ibrido si è spenta subito quando sono arrivate successive novità. Mi riferisco alle auto elettriche, alle full electric in particolare ma anche alle plugin, erex e tutte le variabili possibili.
Coloro che lamentavano che l’uomo della strada non voleva uscire dalla sua COMFORT ZONE ed era ottuso non volendo neppure sentir parlare di ibrido, erano ora loro stessi uguali a non voler sentir parlare di altre motorizzazioni bollandole a priori.
La grande illusione di un popolo elevato, aperto e curioso era svanita nel pensiero (già esposto nel capitolo sopra) de “SOLO IO HO RAGIONE. TUTTI GLI ALTRI SONO STUPIDI E SONO STATI FREGATI. NESSUNA CONCESSIONE AL DUBBIO”.
Forse anche peggio dei tanto criticati pecoroni di massa, visto che coloro ci sono passati nella ghettizzazione e nel coraggio di provare persino con la disapprovazione di amici e parenti oggi non concedono neppure il dubbio a chi sta facendo lo stesso passaggio ma con altre tecnologie.
E non si riesce neppure a dialogare fra i vari gruppi, perché chi frequenta i forum di ibridi ha schifo di forum elettrici e viceversa e pure il dialogo è difficile.
Chi dunque frequenta tutto con apertura mentale si conta sulle dita di una mano.
Fra l’altro la scelta di una o l’altra tecnologia non è per niente libera e molte scelte sono persino obbligate.
Infatti se un utente con pretesa di BENZINA può scegliere tutte le auto che vuole, con molti marchi e ed opzioni, nel mondo dell’ibrido ed ancora più dell’elettrico talvolta non esiste scelta o se esiste è limitato ad un solo particolare modello.
Quindi bisognerebbe avere maggior rispetto a chi sceglie ibrido o full electric perché magari non è per lui la scelta di motorizzazione ideale ma un compromesso per quello che ha bisogno.
Senza parlare che i costi di acquisto e disponibilità di auto elettriche od ibride è comunque impegnativa, quindi anche se esiste il modello ideale, ci potrebbero essere FORZE MAGGIORI che ce lo negano.
(fra l’altro, a parte tutte le scuse, se permettete è legittimo e corretto anche giustificare le scelte di un utente che semplicemente non si sente sicuro e pronto per un salto di un certo tipo anche se ne avrebbe le possibilità… in fin dei conti un’auto è un mezzo piuttosto impegnativo nella vita di ognuno per fare follie sconsiderate!).
Comunque, dopo l’avvento dei primi owner elettrici, lo scontro con i gli ibridi è peggiorato e si sono creati anche le “sottorazze”.
Ovviamente tutte bellicose verso gli altri.
Quindi non basta criticare gli utenti di altre tecnologie ma persino delle stesse, basta che siano in qualche modo “diverse”.
Ed allora gli utenti Leaf criticano i Zoeisti perché a loro dire bloccano lo sviluppo delle colonnine DC,
gli utenti ZOE rispondono che forse sono stati gli utenti Nissan ad aver preso un’auto non caricabile in tempi umani nell’attuale infrastruttura,
tutti criticano i Tesla che pur avendo le loro stazioni dedicate Supercharger talvolta caricano sulle colonnine di tutti.
Ugualmente i plugin o erex sono visti male: loro che potrebbero fare a meno della carica non dovrebbero usare le colonnine pubbliche e lasciarle agli elettrici.
Gli utenti plugin ed erex sostengono che con la loro limitata autonomia ogni occasione di ricarica va sfruttata, mentre gli EV possono facilmente arrivare alla colonnina dopo, e poi comunque anche i plugin pagano a quelle colonnine che sono fatte anche per loro.
Tutti odiano i quadricicli e le moto che hanno ridotto di molto i punti di ricarica disponibili, visto che Enel ha dedicato quasi la metà delle prese a loro.
Il paradosso finale è che allora si dovrebbe essere favorevoli agli ibridi visto che non OCCUPANO IMPUNEMENTE LE COLONNINE & PRESE ed invece no, si è invidiosi che fanno il +50% in elettrico fino a negarne la possibilità (poi, vabbè, si arriva ad accusare ed alludere che i plugin manco carichino ma simulino la ricarica per avere il posto (in parcheggi comunque gratuiti, e su colonnine gratuite) ed altre illogicità del genere, pur di dar contro all’altro, al diverso).
Insomma si è creato il tutto-contro-tutti o per meglio dire, IO HO RAGIONE, LA MIA SOLUZIONE E’ LA MIGLIORE; TUTTI VOI SIETE BOCCALONI E DOVETE DARMI PRECEDENZA E FARE L’INCHINO QUANDO PASSO.
… quando io avevo sperato (anche se non è nella mia natura) che tutte queste variazioni ibrido/elettrico/plugin/erex semmai si dovessero “coalizzare” contro i puri termici per cercare di migliorare come si può e si riesce quella benedetta mobilità ecologica …
BONUS EXTRA!:
Una preghiera finale a tutti.
In tante di queste fantomatiche discussioni su ibride, plugin ed elettriche, si usa in maniera imprecisa (seppur corretta) la parola ibrido per intendere una plugin.
In effetti una plugin è anche ibrida, ma allora secondo me è meglio chiamarla plugin. Chiamarla ibrida crea confusione nella comprensione, pensando ci si riferisca alle NON plugin.
Sarebbe come voler parlare di pinguini ma usare la parola UCCELLI per riferirsi a loro. Ovviamente i pinguini sono uccelli ma sarebbe sempre meglio usare la parola più specifica possibile.
Altrimenti si potrebbe ugualmente usare la parola PLUGIN per le auto elettriche, visto che esse sono sempre e tutte plugin (cioè con spina).
Questa richiesta di usare termini più restringenti possibili diventerà sempre più necessaria con la prossima invasione di ibride (quindi non ricaricabili) da parte di vari costruttori.
Dire dunque che sono IBRIDE farà capire sempre a tutti che ci si riferisce sicuramente ad auto senza spina, ma dalla doppia trazione.
E’ fatta!
Dopo anni di promesse di rete nazionale di ricarica fast da parte di Enel (e dopo relativi anni di date ed appuntamenti disattese) ora si è partiti veramente: ben 30 colonnine di ricarica veloce da oggi disponibili ad utenti Enel sparse nel centro/nord Italia!
Scherzi a parte è veramente una svolta ed un fatto importante che tutti ci auspicavamo e che finalmente rende possibile la mobilità elettrica senza ansia da autonomia anche in Italia!
In solo un mese (settembre 2017) dunque Enel si è svegliata ed è riuscita a fare una rete di ricarica che ora fa addirittura impallidire la tanto rinomata Tesla Supercharger che appare la numero 2. 😉
Io per primo chiedo che cosa è cambiato, ma anche che me ne frego, BASTA CHE SIA QUALCOSA SIA AVVENUTO!
Ma non voglio parlare delle 30 colonnine, della ricarica rapida, delle tariffe ecc ecc, ne parlano tutti i giornali (se ne volete uno ben scritto al volo, ecco La Repubblica), voglio invece fare riflessioni su alcuni punti salienti ed ampie critiche che sono apparse (decine di volte ridondanti, come sempre succede sui social) quasi subito a dimostrazione che si è “jamais contente“.
Comunque per chi fosse vissuto su Marte:
Per il COME SONO FATTE vi rimando al forumelettrico dove ci sono schede per quasi tutte le 30 stazioni
Per COSA SIA EVA+ anche qua non ripeto quanto detto 200 volte e che trovate ampiamente spiegato nell’articolo di LA REPUBBLICA, da qua in poi in questa articolo si da per scontato si sappia già tutto (ed allora qua linko l’url ufficiale del progetto che non so dove metterlo nella pagina: EVA+)
Per i punti salienti, io mi sono fatto una certa idea a riguardo, per alcuni ho elementi, per altre solo supposizioni, sicuramente al mondo chiaro ed aperto del web si è unito un sottobosco di chat e micro-gruppi che trattavano l’argomento, che davano opinioni, che sapevano le cose, le millantavano o le sparavano, e quindi cerco qua di condensare e riassumere su tutto quanto è emerso (ed ho capito), mettendoci purtroppo la mia naturale interpretazione.
Ho già paura che questa pagina sarà lunghissima (e quindi noiosissima) ma siamo al giro di boa, al cambio epocale, al NON SI TORNA PIU’ INDIETRO della mobilità elettrica italiana e bisogna per forza scrivere tanto perchè non si ha tempo di scrivere poco.
SI E’ PARTITI.
La prima critica che è trasversale è che c’e’ qualcosa di sbagliato. Quel QUALCOSA è nei punti che esporrò dopo, per ora è un’entità astratta che si definisce QUALCOSA.
Pur -nella nostra coscienza di umani- dovendo sempre tenere a mente che quando si fa qualcosa non si potrà mai far felici tutti ma ci sarà sempre qualcuno di scontento e tagliato fuori (e scontento a ragione, magari), quello che bisogna sempre ripetersi a ogni critica è che ENEL HA INIZIATO. Le 30 installazioni con i suoi pregi e difetti sono solo l’inizio, Enel non si ferma qua e non va in vacanza da domani. Quindi gli errori che eventualmente avrà realmente commesso cercherà di non ripeterli nelle prossime installazioni che ha promesso proseguiranno. Per come la vedo io, se si fermerà o trascurerà queste 30 esistenti allora si, avrà sbagliato e dovremo criticarla. Per ora però non possiamo ancora farlo, perchè 30 è solo l’inizio (e secondo me, come sperimentazione, sono persino troppe).
Ora mi sembra dunque il momento di smetterla di criticare, lasciarci il passato alle spalle (mi piace credere che gli utenti elettrici siano un po’ più evoluti ed intelligenti da guardare sempre il futuro) e ripartire da zero, anche con il rapporto con ENEL.
Adesso hanno bisogno del nostro incoraggiamento (si, devono affrontare un grande nemico, ne parlo dopo) e non dei continui rinfacciamenti degli anni scorsi (e sono io a dirlo, uno dei più grandi MENATORI).
POSIZIONAMENTO CRITICABILE
La prima critica è quella del discutibile posizionamento: sia specifico, sia di principio.
(Ridiciamo che) non si potrà mai far contenti tutti, tutti la vorremmo sotto casa (salvo poi scoprire ‘che costa troppo’ (per il quotidiano), uno dei punti esposti dopo) o sul tragitto casa-lavoro, o sul tragitto casa-vacanze (dovrebbe essere questo il vero scopo delle fast, non entrando in concorrenza con le prese domestiche, qualcuno non l’ha capito) ma purtroppo non sarà mai possibile.
La seconda critica è la diatriba mai risolta di DENTRO O FUORI AUTOSTRADE? Ognuno ha la sua opinione (tranne io che no ho ancora deciso cosa è meglio) e tutti hanno delle valide motivazioni, ma anche su questo vale il discorso che SI E’ PARTITI, ora si sono fatte fuori, ma si faranno ANCHE dentro.
Si, perchè anche se Enel chiaramente per istituzionalità e politica non può dirlo, non è stata completamente libera di scegliere i posizionamenti. Il progetto EVA+ prevede infatti i punti di ricarica siano DENTRO le autostrade, ma il partner (AISCAT, il concessionario delle principali autostrade italiane) non si decide a rendere attuativo la dichiarazione di intenti che ha comunque firmato con ENEL e presentato all’Europa che ne ha accettato la realizzazione e finanziamento. AISCAT continua a tergiversare (per non dire parole peggiori) ed essere attendista al riguardo anche se il progetto EVA+ è DENTRO le autostrade.
Enel ha dunque deciso di rompere gli indugi ed installare una parte di EVA+ (appunto queste 30) FUORI dalle autostrade, sperando che AISCAT si dia una mossa.
ENEL (e noi con lei) si giochia tutto. Se AISCAT non si sveglia, proseguire per ENEL con le proprie forze sarà un’impresa e speriamo non crolli tutto. Si perchè le attuali colonnine ENEL le ha messe (quasi tutte) con i propri soldi (di cui nessuno di noi conosce l’entità) e non devono essere pochi (sappiamo quanto costi anche una sola SPINA nel mercato EV… una mennekes tipo2 costa sui 150 euro… fate i conti quanto può costare una colonnina fast tristandard…) perchè spera di DARE QUESTA PURGA ad AISCAT (e pure un po’ il mercato, ma quello è comunque un obbiettivo oggettivamente troppo in alto anche per il colosso ENEL, vedendo che nessuno al mondo (Tesla a parte, ma è un discorso tutto diverso) riesce a trainare le vendite di veicoli ricaricabili partendo dalla infrastruttura).
Alla luce di tutto ciò, ora si capiscono le due dichiarazione apparentemente contraddittorie di Camillo Piazza ed Ernesto Ciorra catturate solo 6 mesi fa:
E dopo la diatriba CITTA-FUORICITTA-AUTOSTRADE, la seconda osservazione sulla dislocazione di queste PRIME trenta è che ci sono zone scoperte.
E’ vero, il Veneto è completamente scoperto, come pure la Sardegna, le coste sono messe male e così tutto il sud Italia.
Qua secondo me bisogna fare due discorsi, uno generale ed uno specifico.
Per lo specifico includerei Veneto e Sardegna.
Per il VENETO prendo una posizione di cui mi assumo totale responsabilità. Il Veneto è protezionista per definizione. Ho casa a Belluno e mi sembra di capire che l’atteggiamento della regione Veneto sia per non volere stranieri. Senza entrare in pura politica, ho visto che si tende a prediligere aziende locali (il che è anche un bene, sotto certi punti di vista, visto che oltretutto l’operoso Veneto è una delle locomotive d’Italia) ma forse stavolta il ragionamento è sbagliato. In Veneto ci sono un sacco di micro-aziende che stanno realizzando la loro rete spesso formata da non più di 3 punti di ricarica (non fatemi fare i nomi, i soliti Cxxx, Lxxx, Axxx, Città di Vxxx, Dxxx, ecc… li trovate nella solita pagina) che nel loro piccolo stanno anche facendo un buon lavoro. Ma è ovvio che non hanno la solidità economica di installare una FAST (qua ora solo di quello dobbiamo parlare, se vogliamo parta la mobilità elettrica dobbiamo svoltare al 2.0, le lente ci sono, ci saranno sempre e sempre serviranno, ma ora dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo e farci ambiziosi; lo dico io che ho una elettrica ad autonomia estesa con solo carica lenta, ma non possiamo più pensare al nostro orticello!).
Tutto questo ha creato una politica dell’ostruzionismo all’operatore ‘straniero’ (in questo caso NAZIONALE, ma puntando all’autonomia regionale, diventa STRANIERO). Ovvio che il Veneto non potrà dire di no per sempre ad ENEL, anzi presumo prestissimo dirà SI (non può permettersi di avere il corridoio 5 tagliato fuori) ma per ora è un altro che ci pensa. Ed enel che doveva e voleva partire entro settembre, avrà sicuramente chiesto alla regione Veneto, ma mentre ci pensa, giustamente ha iniziato con installazioni in altre regioni.
SUD ITALIA: qua -non me ne vorranno gli amici meridionali- ma la questione è storica. Anzi è proprio LA QUESTIONE MERIDIONALE. L’Italia va ancora a due velocità, non raccontiamola diversamente. E quindi al sud c’e’ meno benessere e meno soldi e quindi meno auto elettriche (che sono ancora una cosa semi-elitaria). Ovvio che le installazioni al sud arriveranno, dopo. Ma POCO DOPO, Enel ha assicurato ci sta già lavorando e già entro fine anno (di questo anno, 2017) si vedrà qualcosa, e come detto ora è venuto il momento di credere e dare fiducia ad Enel che ha finalmente distrutto l’#annuncite che l’affliggeva da almeno 4 anni. Rimane il fatto che -in tutta sincerità- il CENTRO-SUD secondo me avrà sempre meno reti di ricarica che al nord (e peccato, visto che sul turismo batte quasi sempre il NORD!) per le questioni già esposte.
SARDEGNA: qua è terribile. Si uniscono i problemi del Veneto a quelli del SUD. Inoltre si aggiunge l’ISOLAmento fisico (difficile un utente elettrico venga con la propria auto sull’Isola) e quindi la vedo ancora più dura. Anche perchè espressamente il progetto EVA+ non lo prevede:
Click per dettagli “eu”
Ma secondo me ENEL, arriverà anche lì (a proprie spese), per lo meno per orgoglio e patriottismo.
TETTOIE/SEGNALETICA/LUCI/SOFTWARE
…e tutta una serie di richieste, alcune folli.
Come detto non si potrà mai far contenti tutti. Sinceramente a me le tettoie sembra una scemenza: non lo fa nessuno, neppure Tesla nei Supercharger (con la sola eccezione di Aosta e parzialmente nelle calabresi) eppure sembra che molti le richiedono a gran voce. A me sembra una infrastruttura eccessivamente costosa per il vantaggio che da’ ed il paragone con i soliti benzinai (che fatturano migliaia di volte tanto un possibile guadagno di una colonnina fast) non regge, proprio perchè da loro girano tanti soldi e tanta concorrenza e possono permettersi di offrire questi benefit. Ho anche i miei dubbi riguardo alla fattibilità della cosa: le colonnine, anzi COLONNONE fast pesano un bel po’ (900kg, le GEN1 di Enel) e per questo vengono appoggiate sulla gettata di cemento con una gru: con tettoie sarebbe difficile qualsiasi manutenzione o sostituzione estrema (ok, si può fare tutto, come pure fare tettoie altissime come molti benzinai infatti hanno alte per lo stesso motivo… ma chi paga tutto ciò?).
Altre richieste sono più sensate (secondo me) come migliorare la segnaletica che deve essere assolutamente non ambigua ed inappuntabile, ma ENEL ha già promesso di considerare con i gestori e forse dell’ordine locale qualsiasi segnalazione gli venga fatta.
Ecco una novità di ENELDRIVE 2.0 da ottobre 2017: chiede continuamente feedback. OTTIMO. 😀
Quindi gli si può dire che lo schermo delle attuali colonnine spara troppa luce di notte, la grafica è un po’ GEOCITIES (i nerd mi capiranno, qua mi sa ce ne sono tanti, poi…) ed il software stesso talvolta non troppo intuitivo e con molto lag (sopratutto nelle GENERAZIONI1 (quelle doppio lato e 4 spine/prese, presenti in 10 pezzi in questa prima tornata delle 30).
Personalmente ho trovato anche difficoltà a riporre -completamente al buio di notte- le pistole negli alloggiamenti, quando inoltre lo schermo mi accecava la vista.
H24
Purtroppo alcune delle 30 si capisce non sono H24 o bisogna comunque chiedere ‘piacere’ (suonare campanello, farsi aprire o cose simili). Anche qua: bisognava partire. Però si è chiesto ad ENEL [poi spiego questa cosa del si è chiesto] di indicare sempre ed esplicitamente nelle loro app questa opzione (del SUONARE) e spero questa informazione venga propagata in tutte le app di colonnine.
Però questo può essere un po’ un problema, perchè conosco un paio dei custoditari delle colonnine fast ed è gente poco propensa alla disponibilità, oltre ad odiare fortemente gli elettrici (anche se magari oggi hanno cambiato idea o semplicemente sono obbligati dalla direzione, che però fino a ieri odiava gli elettrici (non parlo infatti di singoli atteggiamenti di persone, che però ci potranno essere anche fra 20 anni, ma di disponibilità ufficiale delle aziende)).
ASSISTENZA
Il passato ci insegna che al lavoro sul territorio di installazione colonnine (parlo delle ‘vecchie’ slow), Enel ha avuto un sistema di assistenza a dir poco imbarazzante. Ora però non si gioca più, le ambizioni sono altissime e quindi le aspettative. Ed ENEL deve assolutamente ristrutturare l’helpdesk al perseguimento della customer-satisfaction. Ed anche qua ENEL ci strabilia: 15 giorni fa un dirigente ENELDRIVE ci ha promesso entro fine anno una riorganizzazione delle assistenze con tempi di SLA noti e tempi di ripristino certi. Sembrava la solita sparata come ne sentiamo da 4 anni, ed invece già in questi giorni ENEL è cambiata completamente. Presentissima sui social e sui tanti canali di feedback, ci ha coinvolti (lo zoccolo duro degli elettrici) chiedendo continuamente riscontri, suggerimenti, impressione. Una cosa che ti fa sentire CLIENTE IMPORTANTE.
Dirò la mia… secondo me ENEL non ha proprio alcun bisogno di chiederci cosa ne pensiamo e di fare le prove, sa tutto benissimo, ma questa mossa di coinvolgerci ed CHIAMARCI DENTRO PER TIRARE IL PALLONE è stata una mossa geniale, giustissima ed azzeccata per evitare che facessimo i CT al bar il giorno dopo.
Addirittura con questa semplice mossa di coinvolgimento SOCIALE, c’e’ stato qualcuno che pur scrivendo post e screditando da 5 anni ENEL su ignobile blog, ha perso la domenica mattina a scrivere una pagina di lodi ed entusiasmi verso ENEL! Comprato con 30 colonnine fast!
COSTI
E questa è la questione più annosa. Infatti se per tutti gli altri casi dico di pazientare e dare un giudizio sull’operato di ENEL fra un anno, perchè la rete ed i servizi proseguiranno e si evolveranno, qua la questione è opposta. I costi infatti non scenderanno. Anzi potrebbero prima o poi pure salire.
Enel ha fatto un altro immenso sforzo e promozionalmente fino a fine anno c’e’ lo sconto del 50%; ma non entro nel merito delle cifre e dei numeri ma nel concetto stesso del costo.
Purtroppo la fast si paga. E si paga tanto. Ho letto 1000 confronti senza senso, da chi cita Tesla con le sue ricariche gratuite a chi dice che costa di più che a casa, a chi dice che con la Twizy caricare sulle fast con la tariffa più cara non conviene (a proposito: le Twizy, come pure molte vere auto elettriche sprovviste di carica veloce, dalle nuove FAST Enel non possono proprio caricare, hanno spine/prese diverse!)!
Sinceramente forse dovremo cambiare mentalità. La carica gratuita od a basso prezzo è finita o sta finendo. Fuori casa SI PAGHERA’ SEMPRE DI PIU’ e non capisco perchè ci si debba scandalizzare di questo quando al ristorante non facciamo scenate se l’acqua la paghiamo un euro a bottiglia contro 40 centesimi al supermercato e meno di un centesimo a casa dal rubinetto.
La ricarica FAST è un servizio, una comodità, un qualcuno che ci tiene nel frigorifero del ristorante la bottiglia d’acqua fin quando arriviamo noi a comprarla e per questo dobbiamo pagargli TUTTO IL GIORNO DI REFRIGERAZIONE e se non la vende quel giorno pure la refrigerazione del giorno senza vendita, oltre al suo corretto guadagno, tasse e rischio di impresa. Purtroppo le ricariche pubbliche saranno così e saranno sempre di più così, sopratutto per le cariche FAST.
Saranno tagliati dunque fuori chi non può ricaricare a casa (che rimane la ricarica più conveniente e massiva) perchè non può farlo e questo è ingiusto e mi dispiace (anche perchè fino a 2 anni fa era così anche per me) ma così è il mondo: anche oggi è tagliato fuori chi non può permettersi per tanti motivi un’auto anche termica (perchè non ha i soldi per comprarla/mantenerla, perchè è troppo scomodo gestirla, perchè inabile alla guida, ecc). Rimango comunque dell’opinione che a pieno regime saranno veramente pochissimi quelli che proprio non avranno nessuna possibilità di ricarica neppure al lavoro, al centro commerciale, alla palestra, al cinema, nel cortile condominiale, nei parcheggi pubblici a lungo termine, ecc. Anche se, si, purtroppo, qualcuno ci sarà.
Ma tornando alla ricarica pubblica e magari pure fast, non possiamo lamentarci si paghi e come sostiene qualcuno TANTO.
Già ora parliamo del TANTO. Innanzitutto si paga sempre meno delle benzine (e sarà così per un bel po’ di anni, ma non per sempre, purtroppo) ma come detto la carica FAST non dovrebbe essere la normalità. Persino Tesla cerca di arginare la ricarica abituale quotidiana invece che a casa nei suoi supercharger. Ma la questione del TANTO va ragionata non solo per quello che noi spendiamo ma anche per quando il provider (nel nostro caso ENEL, ma il discorso vale per tutti) deve far quadrare i conti.
Il giochino dell’auto elettrica è costoso, bisogna ammetterlo. Io da sempre combatto questo aspetto chiaramente cavalcato da molti operatori che sostengono che l’auto elettrica è risparmio. Può esserlo ma può anche non esserlo od essere minimo.
Per il luogo pubblico purtroppo l’eventuale risparmio si assottiglierà.
Anche a far pagare come si paga oggi alla tariffa giudicata CARA, un provider rischia di essere in perdita per decine di anni usando le stazioni h24 anche se avess corrente a gratis (che, a proposito, non esiste, sfatiamo anche questo mito, non esiste neppure se hai il fotovoltaico), non pagando le tasse, non avendo costi di assicurazioni o di guasti e (da non dimenticare in questo settore) di aggiornamenti anche solo software (perchè ogni giorni esce una nuova macchina con il suo nuovo e straordinario sistema di ricarica INNOVATIVA con la sua estensione del protocollo di ricarica alla versione +1.0). Quindi ridurre ancora il costo della ricarica NON E’ POSSIBILE. E non avverrà. Sigh.
Siamo tanto bravi a confrontarci con il resto di Europa per apparire sempre ultimi in tutte le classiche, ma stavolta nessuno ha il coraggio di fare i confronti in queste tariffe che sono, appunto, allineate al resto dell’Europa, anzi a voler fare bene i conti sono persino inferiori.
Infine, e chiudo la diatriba sulle tariffe ENEL, quasi tutti calcolano i costi usando l’opzione peggiore. Se ad esempio si ha un’auto a carica lenta, si calcola la tariffa a tempo confrontandola con i kWh accumulati: ma che senso ha?
Enel attualmente ha almeno 3 tariffe per cercare di accontentare tutti e si può tranquillamente usare la card a consumo per 40 centesimi per kWh. Certo ovviamente è improprio usarlo sulle fast, ecco perchè ENEL (giustamente) col tempo le vuole rimuovere, ma fissarsi sull’usare l’APP nata per la fast ma lamentandosi delle tariffe non ha senso.
Non capisco se questa è ignoranza delle tariffe o si vuole a tutti i costi creare un costo capzioso per lamentarsi. Boh.
Godiamoci invece la nuova era, che ci permette ora ad esempio di aumentare istantaneamente il listino di auto ‘possibili’ per noi (prima per molti ci doveva limitare a scegliere pochi marchi o modelli che assicuravano una buona autonomia o rifugiarsi sempre in ibridi plugin od autonomie estese, che per molti sono pur sempre un compromesso alla completa libertà dai combustibili fossili).
Grande partecipazione ieri (23 marzo 2015) all’evento promosso dalla Regione Lombardia: Grazie agli invitati ed iscritti al nostro circuito (ed alla naturale presenza di operatori e giornalis…
I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.
Ecco un estratto:
La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 37.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 14 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.
Per chi è stato sulla luna, è di questi giorno lo scandalo di software truccato su alcuni motori diesel Volkswagen venduti in America (e probabilmente anche nel resto del mondo ed ad opera anche di altri marchi) per rientrare nei parametri antinquinamento durante i test specifici ma non rispettati poi nell’uso comune del mezzo.
Senza fare morale od entrare nel merito di cosa succederà ed a chi (le ripercussioni sembrano essere immense, anche nell’economia tedesca ed in tutti i produttori “classici”) Class Onlus & GreenlandMobilty pensano di fare una class action verso i produttori (che verranno riconosciuti colpevoli) per aver sicuramente arrecato danno alla collettività (quindi non solo ai possessori dei modelli coinvolti) e rallentato lo sviluppo (e diffusione) della mobilità elettrica proprio rubando fondi ed investimenti ad alternative (effettivamente) meno inquinanti.
Si è ancora in alto mare con tutto, quindi per ora è una vaghissima idea, ma siccome lo scopo finale è effettivamente reinvestire eventuali ricavi nell’ampliamento dell’attuale rete di ricarica italiana (veramente limitatissima) penso sia un tema che possa interessare a molti utenti di mobilità elettrica e do’ il mio contributo alla diffusione dell’idea.
Maggiori info sulle pagine ufficiali di facebook del progetto Greenland Mobility o semplicemente a questo link.