Che bello!
Finalmente dopo 4 anni ed a tale distanza dalla speranze che avevo nel 2013, son riuscito a caricare a Belluno!
Ci vado in vacanza ogni anno (in agosto) ed è per me una cartina tornasole di anno in anno di come si muove la mobilità elettrica in Italia: il responso è che si progredisce ma veramente a passo di lumanca. 😦
Questo sia per quanto riguarda la diffusione di auto elettriche che per la infrastruttura di ricarica (infatti vivendo nel resto dell’anno a Milano, come dico sempre, sono in un posto felice, ma anomalo rispetto alla mobilità elettrica del resto d’Italia).
Durante la mia (breve) vacanza nella provincia, ho visto solo 2 auto elettriche: nello specifico due Tesla ModelS (fra l’altro stessa facelift e stesso colore, il sospetto fosse la stessa è forte).
Nient’altro.
Neppure una plugin od una Twizy. 😦
Vediamo ora la mia esperienza di ricarica ‘2017’ da farsi con risorse pubbliche.
Il motivo delle ricerche ‘per strada’ è che il punto di corrente del box è chiaramente insufficiente per qualsiasi ricarica, dunque devo fidarmi ad infrastruttura pubblica, che fra l’altro dovrebbe essere SEMPRE presente in località turistiche come le Dolomiti.
Il primo punto trovato è stato al McDonalds di Belluno via Tiziano. Qua bisogna chiedere la tessera RFID dentro.
Nota di colore: al McDonalds, domenica 6 agosto 2017, non ho potuto non notare che il concessionario davanti (a marchio Volkswagen/Audi) ha rischiato grosso: per il temporale della mattina un albero secolare è caduto nel suo parcheggio. A dirla tutta, abbiamo rischiato tutti: se invece di cadere nel parcheggio del concessionario (chiuso e quindi vuoto di domenica) cadeva sulla strada… non so se ci andava così bene!
Anche il concessionario non aveva in quel punto auto parcheggiate ed il palazzo è stato solo sfiorato (notate comunque il tetto e qualche strisciata sul muro).
Ma torniamo alla ricarica pubblica by McDonalds:
forniscono una ricarica AC22 kW gratuita e senza limiti (quindi neppure tanto male) per le sole auto che la sanno sfruttare. Chiaramente la mia carica solo a 3kW, quindi non potevo stare lì varie ore ne’ tornare a casa (sono ad oltre 2km) e lasciarla in carica tutta notte (a proposito: purtroppo il punto dunque non eroga h24, ma solo orari di apertura, e vabbè, è un servizio gratuito offerto, alla fine!).
Dovevo quindi trovarmi un punto di ricarica h24.
Su NEXT CHARGE/GO ELECTRIC STATION ho trovato presso la clinica SALUS un punto di ricarica DRIWE aperto h24.
Tuttavia non essendo cliente della clinica ho preferito scrivergli qualche giorno prima, visto oltretutto che la mia idea era quella di lasciarla in carica tutta notte.
In meno di 24 ore mi ha risposto la CUPRUM, gli installatori che hanno curato quell’impianto, dicendomi che la ricarica è possibile h24, anche lasciando l’auto di notte e senza necessità di essere cliente della clinica.
Detto & fatto.
Ecco dunque il punto di ricarica, nel parcheggio “riservato” della Salus.
Per attivare la colonnina si usa l’app NEXT CHARGE, si può usare crediti prepagati o pagare via paypal o carta di credito. Ho provato la carta di credito.
Il sistema funziona PERFETTAMENTE e da’ grosse soddisfazioni 🙂
L’app è chiarissima, indica bene cosa fare e richiede solo l’inserimento dei 16 numeri di carta di credito (più –ovviamente- il CVV). La colonnina è reattiva e si attiva subito.
Capolavoro di semplificazione, efficienza, praticità. Segno che è possibile fare un’app veloce e semplice (enel avrebbe solo da imparare, con le 1000 registrazioni che richiede, l’infinità di dati ed anche arrivati a quel punto, è molto macchinoso trovare ed attivare la colonnina, con troppe schermate, mappe, menu e traffico dati).
Una volta partita la ricarica non ci si ferma qua: ogni volta che la si interroga ci da’ i dati aggiornati della ricarica: dai kWh prelevati al costo fino a quel momento.
Eccezionale. 😀
Ho provato anche a chiudere l’app e riavviare il telefono, alla riapertura dell’app riconosce la sessione appesa e fornisce tutti i dati, facilmente consultabili (si, bisogna registrarsi nell’app, ma quello penso sia quasi normale e naturale farlo).
Così bello che vado a dormire tranquillamente.
Ma domani ci saranno due sorprese…
Il giorno dopo, appena svegliato mi collego e la prima sorpresa: l’auto non è più in carica.
Cosa è successo?
Non si sa, ma le 8 ore esatta di tempo di ricarica mi fa pensare ci sia un tempo massimo, cosa fra l’altro assolutamente legittima, solo che avrei gradito fosse stato specificato da subito.
La paura che sia successo qualcosa di veramente brutto, comunque c’e’ (dall’atto vandalico al furto, di auto o anche solo cavo…).
Invece è tutto come dovrebbe essere: semplicemente la carica si è interrotta ed il cavo è libero.
In verità mi sembra tutto giusto ed approvo queste scelte, ripeto che solo secondo me andava avvisato l’utente sia durante la connessione e sia da app nel riassunto della sessione (una cosa del tipo “sessione chiusa per limite di tempo raggiunto”).
Comunque una volta che lo si sa, è buona cosa.
Il giorno dopo… si replica, e c’e’ il secondo neo.
Mentre rimetto in carica l’auto una signora (gentilissima) mi approccia e mi dice che devo rimuovere la macchina. Io le dico che dir la verità sono appena arrivato. Lei mi spiega è la direttrice di Salus, si ricorda della mia email (che ha girato a CUPRUM) e conferma mi avevano autorizzato a caricarla e tutta notte, tuttavia nella ricarica precedente il mezzo (non propriamente piccolo) ha creato qualche disagio ai visitatori (ma me lo dice con una gentilezza e cortesia che è solo da apprezzare).
Le dico che se c’e’ questo problema semplicemente posso fare a meno di caricare l’auto, tanto sono EREX, ma le indicazioni su app (ed anche la mail di chiarimento) dicevano il contrario e quindi devono sanare questa soluzione perché c’e’ rischio che altri si presentino con quelle richieste.
Mi dice sono comunque il primo che carica, riconosce l’errore di comunicazione e soprattutto la locazione dell’installazione che oltretutto è stata decisa da lei.

L’infelice posizione della colonnina (la saetta blu in basso a sinistra) e la scalinata pedonale (la freccia gialla sempre in basso a sinistra).
Continuiamo a parlare cercando una soluzione, mi confessa che l’idea è di suo marito (interessato al settore).
Proviamo posizioni di parcheggio alternative, ma è peggio: il cavo è davanti al passaggio.
Alla fine mi dice che, essendo l’ultima ricarica, di farla come ultima volta, poi penseranno di spostare quella installazione perché lì non va bene.

Probabilmente la colonnina verrà spostata in uno dei posti a lisca di pesce che vedete sulla sinistra (al fondo della via c’e’ appunto lo spiazzo dove ora c’e’ la colonnina).
Comunque la signora è stata gentilissima, veramente disponibile, ed ho caricato full tutta la notte. 🙂
Ricapitolando:
- Next charge promossa a pieni voti
- Metodo di pagamento ma anche tariffe promosse anche loro (siamo ad onestissimi 30 centesimi al kWh, anche meno di Enel!. Nessuna spesa aggiuntiva per utilizzo carte elettroniche (be’, ovviamente questo dipende anche dal circuito, nel mio caso cartasi)).
- Hardware bello e semplice
- Padroni di casa gentilissimi (nel pomeriggio ho fatto anche un salto presso CUPRUM, dove è presente una colonnina gemella ed ad uso gratuito, questa installata correttamente).
- Installazione con difetti di gioventù (stupisce non abbiano neppure collaudato la postazione posizionandoci un’auto reale) ma hanno già in mente di porre rimedio

Un Kangoo (non elettrico) della Cuprum incrociato che se ne andava mentre andato a ritirare la selampera in carica tutta notte. Mi sa che sono venuti a vedere chi stava caricando…
Per la cronaca, nella vacanza Bellunese, ho collaudato anche il nuovo vicino LIDL con un paio di colonnine SCAME a 7kW completamente plug and play, ognuna dotata di 2 prese tipo 2 (una nel parcheggio davanti ed uno sul profilo, posti condivisi con portatori di handicap, situazione strana, in effetti)
e la solita delusione di Dal Pont (visitato 4 anni fa) dove tanto la famosa colonnina by ENEL è affogata dietro a 4 termiche e non sembra vogliano farla usare (al momento della visita il concessionario era chiuso, ma appunto, già si presenta inusabile…).

Concessionario Renault Z.E. senza speranza. Colonnina affogata in 4 termiche. 😦 (siamo sempre a Sedico)
Vediamo come sarà nel 2018!