La telecronaca:
Arrivo sul posto, entrambi i posti per le auto elettriche sono libere.
Svolgo il mio cavo e lo attacco alla presa: come si immaginava non c’e’ corrente. Il display sembra morto….
La colonnina è formata da due facce, su una c’e’ una shuko (dove ovviamente mi sono attaccato io, display senza alcuna scritta), sull’altra la mennekies e l’altro display sembra andare.
Entrambe comunque hanno una fila di led blu superiori al display che lampeggiano alla stessa maniera
Rimollo lo sportellino aperto che vedete in foto, la molla di rientro lo chiude con una certa violenza e sopratutto LO BLOCCA CHIUSO. 
Se osservate esso a destra ha un perno a punta con una tacca, quindi può effettivamente essere tenuto chiuso dal sistema.
A questo punto devo per forza di cosa rivolgermi al negozio (Carrfour) cosa che comunque meditavo di fare per chiarire la cosa.
Da cartello mi rivolto al servizio clienti (SC), che mi dicono di andare dalla guarda del centro commerciale.
Ne trovo una e gli spiego tutto. Mi dice di risolgermi al SC, gli dico ha ragione, ma loro mi hanno mandato da lui.
Comunque al di la’ di tutto ora il mio problema è che è bloccata la spina dentro.
Raggiungiamo l’auto.
Forse sono rinco9lionito io, ma stavolta lo sportello è aperto e persino sollevato.
Sinceramente non lo so, gran figura, ma io son sicuro di averlo lasciato chiuso e bloccato, ci ho ben provato. Evidentemente il software, se non utilizzato, sblocca la serratura dopo enne minuti?
Bo.
Comunque con la guardia constatiamo che non è alimentata.
Rientrano, la guardia è veramente una brava persona e si prende molto a cuore la cosa, anche se secondo lui (ed anche secondo me, anche secondo i cartelli…) quello non è affar loro, sono stati coinvolti sono perchè loro fanno sorveglianza giustamente sulle strutture ed il parcheggio.
Comunque, andiamo al SC.
Loro dicono la stessa cosa detta a me: non è in gestione del Carrfour ma dell’agenzia di sorveglianza e di chiedere a Dario.
BENE!
Salta fuori un nome, un riferimento.
Dunque la guardia sa di chi si tratta e chiama (radiotrasmittente) Dario che però non è di turno.
Chi gli risponde dall’altra parte gli chiede se si tratta di presa 220v.
Sentendo la cosa (male, la radio è vivavoce, ma si capisce a malapena) ammetto di avere un sussulto perchè evidentemente il vice-Dario sa si cosa si tratta visto in effetti ci sono due prese: la 220 (shuko) e la 360 Mennekies.
Ma l’euforia dura poco, perchè il vice-Dadio dice che allora posso andare dietro nell’area carico-scarico a caricare l’auto lì che ci sono tante prese.
Ok, li ringrazio della disponibilità ma fa niente, io comunque non intendevo la ricarica come piacere occasionale ma proprio come procedura. Gli faccio inoltre notare che ci vuole anche un’ora, per la carica.
Allora il vice-Dario (o più probabilmente un’altra persona) viene lì in SC.
SORPRESA. 
Il Vice Dario è così: —>

E deve essere decisamente meglio di Dario, visto che si chiama Letizia.
Letizia sembra però (teoricamente) sapere le cose: esiste una chiave RFID in dotazione al SC per attivare i punti di ricarica.
In pegno il cliente lascia un documento.
Ora il problema è trovare la chiave.
L’SC non ci aiuta (in effetti è sabato e c’e’ casino, ma sono anche in 74 dipendenti dietro a quel bancone, mentre le guardie 2 e tutte per me, inoltre, come dice la guardia maschio, è un servizio, deve andare di sabato come d’altronde sempre).
Letizia va a cercare la chiave in ufficio.
Rimaniamo in SC ad aspettarla.
Passa qualche minuto e la guardia maschio viene chiamato da un’altra parte.
Aspetto da solo Letizia.
Arriva dopo altri 5 minuti, senza chiave.
Entra nel bancone dell’SC, rovista in un cassetto e la chiave la trova.
Assieme andiamo al parcheggio; le chiedo una foto alla chiave:
Al parcheggio.
Nel frattempo è arrivata una Forda Ka ovviamente a petrolio ad occupare il secondo posto per gli elettrici: qualche furbo c’e’ sempre (NOTA: io avevo lasciato il cavo comunque attaccato e gli adesivi/scritte come forse si intravedono nelle foto):

Lei passa la chiave dappertutto (è chiaramente una RFID) ma sembra di passarlo su un pezzo di legno: nessuna risposta, ottica od acustica, ed ovviamente la presa non si alimenta.
Letizia osserva che il lato mennekies rispetto al nostro ha il display a matrice di punti acceso, forse va solo quella (mentre il ‘mio’ è spento).
Prova comunque a passare la rfid pure su quel lato Mennekies ma la colonnina non risponde in nessun modo, neppure modificando le scritte sul display (ma su quel lato manca il carico).
Giungiamo alla conclusione che almeno il lato 220v/Shuko sia rotta e disattivato.
Mi dice farà la segnalazione.
Fine del giochino.
CONCLUSIONE:
Il sistema non va.
Ma (sempre che sia quella) esiste una procedura ben definita, in verità piuttosto laboriosa e non autonoma che coinvolge le guardi del centro commerciale. E’ in verità lo stesso metodo spiccicato dell’IKEA (da verificare se funziona, ma almeno loro danno un numero di cordless con cui si può chiamare le guardie invece di cercarle a vista) e quindi non consiste in una tessera personale previa registrazione.
Sta di fatto che una procedura esiste, ed almeno una guardia ne è al corrente.
Molto meno l’SC che comunque custodisce la chiave, i documenti e sono chiamati come riferimento.
Tutti (sia le guardie che SC) mi hanno detto che nessuno l’ha mai utilizzato tale sistema quindi di fatto non sanno se si è rotto o non è mai funzionato (secondo me la terza… ovvero non è mai entrato in servizio, da qualche parte esisterà un quadro elettrico con una leva da armare…).
Deprime un po’ visto che dalla prima installazione sono passati 14 mesi ed a Milano qualche elettrica c’e’ (anche se sono tutte in centrissimo, probabilmente 50% di immagine e 50% di area C e si muovono per pochi km, qua invece siamo molto ma di molto in periferia).
Una lode meritevole alle guardie che si sono sbattute veramente tanta per seguirmi ed hanno perso tempo con me in un sabato di folla.
Il problema però è che il sistema non funziona (e secondo me è anche assurdamente complesso, comunque, una schedatura personale con tessera RFID avrebbe aiutato tutti, non parliamo poi di un sistema di registrazione online ed a comandi via SMS con il quale potevano anche fare spam… oppure -male che vada- se proprio non vogliono rilasciare tessere personali (in effetti è una bella gestione), una volta che lasci il documento potrebbero benissimo lasciarti la chiave e fai tutto tu; il coinvolgimento delle guardie mi sembra eccessivo.
Tornando ALLE PERSONE, dicevo, una lode grande che ci fa capire ancora una volta (ce ne fosse bisogno) come funzionano (quando funzionano) le cose in Italia: mai dalle procedure e come dovrebbero andare ma quando tutto va è solo per iniziativa di un singolo lavoratore che si impegna oltre il richiesto a capire e risolvere il problema e fa di più per far funzionare il sistema (anche se spessissimo la disorganizzazione dall’altro vanifica persino questo atto di buona volontà).
Chissà se Letizia farà veramente la segnalazione (penso di si, ma corrisponderà a gettare una goccia nel mare, visto che si è capito che il problema non sono loro, le guardie, ma chi sta sopra ed organizza, prima di tutto Carrfour, che fra l’altro nella figura delle impiegate del SC non hanno fatto neppure finta di darci una mano), io però la farò di sicuro e non mancherà occasione ogni 2 o 3 mesi di riprovarci per vedere se sistemano la cosa.
Intanto ricordo che il secondo Carrfour in Milano dotato dello stesso identico sistema ed inaugurato mi pare solo 3 mesi fa, quando lo visitai a metà luglio fa si presentava alla stessa maniera: con il display spento (quello pure il mennekies) e quindi mi sa che pure in quel particolare caso dovremmo chiederci se va, ma la risposta ho tanto paura sarà anche in questo per quel caso un no.