Nessuno scopo per questo post!
Un amico (Marco De Zanni) di facebook ha realizzato questo fotomontaggio della miss-arancio addobbata ad Halloween.
Troppo bella, va condivisa!
L’originale:
Altra versione:
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Un amico (Marco De Zanni) di facebook ha realizzato questo fotomontaggio della miss-arancio addobbata ad Halloween.
Troppo bella, va condivisa!
L’originale:
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A metà ottobre 2014 ho finalmente comprato una vera autentica auto elettrica. 🙂
Si tratta di una Tazzari Zero (usata), auto che da sempre mi era nella testa, ma parlerò in un post dedicato dalla stessa, ora voglio parlare dell’esperienza col produttore.
La fortuna infatti ha voluto che il precedente padrone fosse a solo 12 km dalla fabbrica della Tazzari, la Tazzari GL di Imola; quindi –dopo averla comprata- ho contattato il produttore per sapere se mi avrebbe potuto fare direttamente lui delle modifiche disponibili sul sito ufficiale (talvolta come retrofit, talvolta solo come nuovo): io volevo principalmente il cambio di spina da industriale a 3A Scame.
Bene, complice alcuni problemi di incomunicabilità iniziale (scoperti poi dovuti ad un particolare periodo di gran lavoro della produzione) lo scambio di email con il produttore è stato piuttosto copioso e pian piano le mie richieste di modifiche sono aumentate, vista la loro ampia disponibilità.
Poichè è questo il vero plus, quello che si ha da un piccolo produttore indipendente, e da qua ho capito che ho fatto l’acquisto giusto, prima ancora di avere il mezzo fra le mani.
Infatti ho scoperto una incredibile disponibilità: qualsiasi cosa chiedessi loro me la facevano. Per chi come me si è dovuto inventare sotterfugi o trucchetti per poter installare accessori (ORIGINALI!) sulla Prius che Toyota Italia evita di rendere disponibile sul nostro paese, è stata -quello di poter montare accessori regolarmente in vendita ed autorizzati-, una inaspettata e piacevole sorpresa.
Sembra infatti un sogno, nel mondo automotive, sentirsi dire di SI ad una modifica, poichè in verità nessun produttore ti da’ la minima disponibilità a fare niente di niente.
Ed è questo il bello: si può fare e dunque te lo fanno. Pagando –come è giusto che sia- ma te lo fanno. E così pian piano mi hanno cambiato il lunotto con uno termico, sostituito gli ammortizzatori con nuove versioni, aggiornato il software del BMS con quello montato solo sui nuovi mezzi… fino a rendere il mio mezzo un FRANKENSTEIN (definizione coniata dallo stesso Erik Tazzari, il presidente) con componenti nuovi e nel frattempo migliorati montati su un mezzo del 2011 (progetto 2009). Già, perché pian piano poi sono entrato in confidenza col BOSS (mi ha preso in simpatia) e mi ha pure riservato vari trattamenti di favore.
Questo è indubbiamente il plus di una azienda ‘piccola’ (insomma… Tazzari conta qualche centinaia di dipendenti, ma nel reparto automotive sono meno): puoi avere un trattamento quasi personale, “umano” con tutte le richieste che ti vengono in mente.
Con una Toyota puoi solo cambiare il led se previsto sul catalogo, per il tuo modello e per il tuo paese, pagandolo 600 volte tanto ed ovviamente non potendone scegliere il colore.
Ho anche capito che le auto elettriche per loro sono vera passione (la leggenda vuole che sia stato proprio l’attuale presidente, Erik Tazzari, a svegliarsi nel 2006 con l’idea di fare un’auto 100% elettrica, 100% italiana e di qualità, semplicemente perché non esisteva, e -assunto il primo dipendente (il desiner) con quel compito, nel giro di 3-4 anni di sviluppo ha poi proposto al mondo un prodotto finito), che hanno in verità il core business in alluminio (anche automotive per nomi illustri) e lo si vede con che passione costruiscono A MANO le 3 auto al giorno che escono dalla loro produzione.
I componenti e la cura sono di altissimo livello e sono ben studiate e raffinate (e non i primi componenti trovati in giro e montati alla bella meglio, come invece fanno gli altri produttori (purtroppo anche italiani)) e la ricerca e migliorie proseguono continuamente.
Tutto questo purtroppo ha un lato negativo, ovvero l’alto costo del mezzo, riconosciuto anche dai responsabili Tazzari ma che appunto non possono essere erosi proprio per le scelte di materiali di qualità ed i bassi numeri produttivi (e facendo due conti di quanto costano le batterie e la manodopera si capisce che i conti purtroppo tornano, ma verso l’alto!).
Parlando sempre con i responsabili del progetto EV mi hanno detto altre cose interessanti: ovvero che il progetto, l’idea, non si è mai fermata e si è evoluta (e lo dimostrano i nuovi modelli di ammortizzatori montati sulla mia o le cinture di sicurezza fornite addirittura da un nuovo fornitore) e che all’estero ha anche venduto benino e sono arrivati anche a fornire per un servizio di car sharing di paese del Nord Europa mezzi pesantemente customizzati con software di controllo remoto.
Fra l’altro mi hanno mostrato anche curiosi prototipi poi abbandonati come la Tazzari EV 4 posti (ma hanno decisamente abbandonato questa idea: si vogliono concentrare solo sulle 2 posti; ed hanno ragione: Smart dimostra che se nasci con un’idea e fai bene quella è difficile realizzare qualcosa fuori natura… infatti le varie ForFour non riescono a vendere nonostante dietro a Smart c’e’ Mercedes!).
…e soprattutto svelato che nel 2016 lanceranno nuovi mezzi, l’evoluzione sia del quadriciclo EVO che dell’auto EM1 (i due modelli principali oggi in catalogo, declinate poi in 2 o 3 varianti) ma sempre entro i 3 metri di lunghezza e col bagagliaio più grande di Smart, ma per questa nuova serie le ambizioni sono alte: Dual Airbag, ESP, interni nuovi) fino a concepire persino una trazione integrale!
Tuttavia anche per i modelli attuali ci saranno un po’ di aggiornamenti (a ribadire che l’evoluzione della serie non si ferma mai!): nuovo BMS, nuovo impianto stereo “super” con retrocamera di serie su tutta la gamma… e nuovi colori, sia di carrozzeria che del bicolor base.
Ma non è finita, perchè sempre Erik Tazzari si fa sfuggire anche che “stiamo realizzando la nuova produzione in una nuova area aziendale creata ad hoc, i lavori finiranno a febbraio e poi partiremo nella nuova area produzione che ingloberà anche parte tecnica e commerciale e sarà più simile alla “NASA” (sia esteticamente che come logica di lavoro) che ad un’azienda metalmeccanica come la vedi oggi; insomma grandi cambiamenti, in due parole: evoluzione continua“.
🙂
Che dire?
Bello bellissimo già di suo, poi aggiungiamoci che è un’azienda italiana, di qualità italiana e nel mondo della pura trazione elettrica!
Daltronde ho visto veramente tanta passione anche semplicemente nella fabbrica di produzione, capito che ci credono (come mi ha detto un venditore di sole elettriche “Lo fai solo se hai passione, non ti arricchisci e fai fatica a viverci!“), che non hanno mai abbandonato l’idea nonostante i risibili numeri di un mercato in crisi (quello dell’auto) e dai numeri ridicoli nel settore elettrico (anche se in costante crescita) ed è appunto la dimostrazione che stanno ancora sviluppando.
In questo quadro dobbiamo anche ricordarci che Tazzari alla fine è l’unico produttore italiano di auto elettriche 100% Made in Italy (Estrima, Ducati Energia, GreenGo ecc spesso usano molti componenti cinesi) e questo è dovuto oltre che alla zona geografica molto AUTOCENTRICA (di quelle parti sono tutte le varie Ferrari, Maserati, Pagani, Dallara, Micro-Vett, Ducati, Malaguti, Morini, ecc; ora che poi la Fiat è sempre meno Torino, è questa la zona italiana automotive!) che offre nel raggio di 100 km praticamente tutti i fornitori necessari per assemblarsi un’auto, la passione del fondatore della sezione ‘EV’, Erik Tazzari visto che questa branchia nasce da una sua specifica passione e motivazione.
La selelettrica ‘Miss Arancio’, da’ il saluto alla fabbrica dove nacque prima di partire per Milano…
Il giorno 22 e 23 novembre ho fatto la strada che mi separava dalla fabbrica Tazzari GL (Imola) a Milano (casa mia) approfittando della rete ENELDRIVE ben diffusa in tutta l’Emilia Romagna (talvolta presente col nome HERA e persino (solo a Parma) con un altro gestore ancora, IREN, tutti però ora di proprietà di ENEL ed infatti con stesso hardware e software).
Il viaggio non era così scontato: ritiravo un mezzo usato di cui era dubbia la reale autonomia.
Si tratta inoltre di 263 km (secondo Google maps scegliendo non autostrade) e l’autonomia dichiarata per Tazzari Zero Classic è di 140 km.
Ed io inoltre non conoscevo il mezzo.
Son riuscito nell’impresa ma facendo tutte le ricariche possibili, anche quelle che avevo previsto solo come riserve, sinceramente non pensavo ne avessi bisogno, ma ho preferito non rischiare.
Comunque l’Emilia Romagna è una regione a sè: è stata scelta per la sperimentazione ENELDRIVE e la sua rete e diffusione è incriticabile: ogni città ha (almeno) una decina di stazioni di ricarica.
Esse sono le classiche colonnine con due connettori: tipo 3A e tipo 2 (non usabili contemporaneamente, quindi solo un utente alla volta la può utilizzare) in spazi pubblici cittadini.
Forse oggi questa non è più la soluzione ottimale (cariche AC fino a 22kW, in città; impossibilità di rifornire contemporaneamente due utenti) ma è appunto un progetto di qualche anno fa, con la visione di allora, e degnamente implementato.
Magari tutte le città di Italia avessero una decina di colonnine come tutte quelle dell’Emilia Romagna!
Inoltre mi son trovato bene anche perché avevo praticamente una sola strada dritta (la famosa Via Emilia) che mi portava a casa, evitando autostrade che da codice della strada non potevo prendere (in verità spesso il navigatore, un TomTom Riciclato, spesso cercava di portarmi in autostrada, nonostante gli avessi specificato nelle preferenze di rotte di non considerarle… l’unico modo per effettivamente evitare strade a pedaggio è di scegliere ‘PERCORSO PER BICI’, l’ho scoperto (tardi) durante il viaggio stesso, percorrendo talvolta molta strada extra non accorgendomi fino al casello quali fossero le sue intenzioni).
Comunque un paio di errori di installazioni ci sono, segno che l’esperienza (di cui speriamo abbiano fatto tesoro, purtroppo quasi tutte le prese sembravano ancora nuove, addirittura alcune facevano fatica ad aprirsi per lo sporco da inutilizzo) mancava.
Riassumendo tutte le tappe fatte, vediamole punto per punto:
A Bologna Piazza dei Tribunali 4 (http://goo.gl/maps/FSyZw ma non guardate la cosciona alla fermata…), chiaramente lo spazio di parcheggio era molto limitato: la Tazzari Zero ‘selettrica’ che è meno di 3 metri (2.88) è stata a fatica fra i due alberi.
Non so se ci sarebbero state le più grandi Renault Zoe o Nissan Leaf (una è passata e mi ha osservato mentre mia allacciavo!); sicuramente non stanno le Renault Fluence o Toyota Prius plugin od Opel Ampera.
Ad occhio e croce la Tesla Model S ed il Mitsubishi Outlander possono metterci la ruota di scorta e basta…
Sembra insomma che quel posto l’abbiano pensato per quadricicli o motorini.
Altre stazioni ‘discutibili’ sono quelle due che ho provato a (tappa successiva) Modena ad esempio il Viale Monte Kosica. Il 22 novembre c’era al vicino stadio la partita MODENA-PESCARA e pertanto l’accesso era vietato a tutti i mezzi: non sono potuto entrare nella via e quindi ricaricarmi.
Ho optato dunque per quella sulla Via Emilia Ovest 314 ( http://goo.gl/maps/gvVEe ) : questa era agibile, ma per fortuna poiché è in area di mercato e quindi non disponibile in alcuni giorni/orari: questi limiti di utilizzo/agibilità NON sono presenti sul sito EnelDrive e sono casi di cui bisogna trovare una risposta nella fornitura del servizio.
Nessun problema a Reggio Emilia (Via Alberto Ferioli) nello spigolo del centro commerciale (http://goo.gl/maps/kapON al momento in cui scrivo, streetview ha fatto la foto prima, quando ancora la colonnina non c’era).
Curiosità per Parma: in Via Monte Altissimo 4 (vicinissimo alla stazione) ( http://goo.gl/maps/ZnVu7 ) la colonnina è targata IREN ed il foglio con le info di assistenza non fanno ben sperare… eppure come tutte le altre colonnine, successo al primo colpo.
Qua ammetto la ricarica di quasi 5 ore è stata una vera noia.
Mentre in tutti gli altri casi, infatti, ho mangiato, visto al città o comunque mi sono divagato, qua complice la notte (dalle 23 alle 3.30) e la stanchezza di fare continue pause, la cosa mi è pesata.
Forse ora e per la prima e sola volta avrei voluto veramente una ricarica veloce.
La tappa successiva è stata a Piacenza, che era l’ultima città dell’Emilia, ovvero l’ultima occasione per caricare. Da lì in poi il deserto, nel mio caso 72km senza alcuna colonnina, approdando in Lombardia questo è come si viene accolti.
In verità avevo attivato un amico per farmi allacciare (pseudo-abusivamente…) ad una colonnina e-vai a Lodi se proprio fossi stato in crisi, ma è inaccettabile che dopo la manna di un sacco di colonnine ogni 30 km (con ampia ridondanza), poi ci si getti nel vuoto.
Comunque proprio per la tappa più lunga, a Piacenza me la sono presa comoda facendo una ricarica completa (è stata l’unica del viaggio) inclusa equalizzazione e bilanciamento batterie.
E’ stato facile: mi sono fermato a dormire.
Quindi le 5 ore e mezza di carica mi hanno permesso di dormire dalle 5 di notte alle 10.30 di mattina.
Il giorno dopo dunque avevo la tappa più lunga che, sorprendentemente, è andata benissimo!
Ero piuttosto in ansia perché le minori del giorno prima non mi facevano tornare i conti dell’autonomia, invece complice una guida migliore (nel frattempo avevo preso confidenza col mezzo), complice una ricarica completa con bilanciamento (e questo ci fa capire quanto sia importante!) sono arrivato dalle parti di Milano con poco meno della metà del SOC!
DA MANUALE!
Tanto che gli ultimi km mi sono divertito ed ho fatto un po’ il tamarro (finalmente!) provando la Tazzari Zero in tutto il suo sprint ed agilità!
Poi a San Giuliano mi sono dunque fermato presso Ikea a carica e fare il pasto del giorno dopo (il pasto dell’eroe), ma oramai la guida era solo di puro turismo senza più guardare ossessivamente lo stato di carica.
A breve altri articoli sull’esperienza umana anche con la società produttrice (Tazzari GL) e prime considerazioni sul mezzo.
Ebbene si, da qualche giorno sono possessore di una arancionissima Tazzari Zero Classic (unica auto elettrica 100% Made in Italy):
Finalmente entra in famiglia selidori una Tazzari, o se preferite entro io a far parte dalla famiglia Tazzari EV (a dirmelo è stato uno che di nome fa Erik, di cognome Tazzari…).
Ovviamente a brevissimo ampi resoconti e dettagli di tutto, inclusa l’avventura di comprarla, farla modificare, ritirarla.
Ci tengo però a precisare che la mitica selibriplugin non verrà dismessa, rimane non solo nel mio cuore ma nelle mie disponibilità chiaramente per viaggi più impegnativi!
La buona notizia di oggi (in verità di qualche giorno fa) è che la Tazzari Zero, auto elettrica 100% italiana, veramente bellina e fashion (da concorrenza di Mini o 500) è stata finalmente omologata come auto (prima era solo quadriciclo o minicar) e quindi si può guidare in autostrada.
Intendiamoci, non è un’auto per tutti, è sempre piccolina e 2 posti ed il costo non la rende appunto alla portata di tutti, ma finalmente può comperere con le auto vere.
Fra l’altro l’autonomia di ben 200 km la mette alla stregua delle migliori auto elettriche oggi in commercio (ovvero la Zoe che fa ugualmente 200 km con una carica e la Leaf 2.0 in imminente uscita, anche lei 200).
Come già detto non è proprio un’auto dal prezzo popolare (si parla di un netto finale quasi 28.000 euro!.. il prezzo che vedete sopra è senza l’IVA (e che io ho aggiunto al 21%, mi sa per poco…) ma almeno adesso ha un senso (prima come citycar comunque era attorno ai 23.000! Ci stavano 4 Birò o 3 Twizy… per confrontarla con altri quadricicli!).
Inoltre in questo prezzo non proprio popolare c’e’ già tutti gli optional da vero piccolo oggetto di classe, incluso un caricabatterie che supporta la carica veloce! (E non è una cosa da poco, per un mezzo così ‘piccolo’).
Complimenti dunque all’obbiettivo raggiunto dalla casa imolese produttrice di laminati (che si è buttata in questo settore solo per la passione del padrone) ora forse dovrebbero farla diventare oggetto fashion ambiata dai bellimbusti. Forse ci vorrebbe un po’ di promozione anche fighetta e social.
Tipo farne girare un po’ ben tappezzate e particolareggiate (favorirla magari come auto/manifesto come fece la smart) o farne qualche versione particolare legata da qualche DJ/moda del momento.
Ecco su questo Tazzari non ha mai fatto un tubo: quelle rare volte che sono presenti a convegni non si possono provare manco morte (mentre ad esempio Renault fa di tutto per fartele guidare) e la maggior parte delle volte sono persino chiude ed intoccabili!
Anche qualche sponsorizzazione famosa in film o telefilm (anche magari un po’ grotteschi) secondo me sarebbe una mossa giusta.
L’unica iniziativa è stata la donazione di una Tazzari Zero al papa (?? era ancora quello tedesco) ma non era neppure iniziativa della Tazzari ma di NWG che è un elaboratore svicolato dalla casa madre che ne vende una versione potenziata (un po’ come Brabus per Smart o Abarth per Fiat): mi sembra che però un papa tedesco teologico e bacchettone non vada molto con l’immagine di una elettrica super-sprintosa!
Segnalo infine che all’estero sta diventando un piccolo oggetto di culto: in questa foto (di un mio amico) eccone un esemplare in carica a Bruxelles:
mentre più di una volta si è vista in qualche telefilm poliziesco tedesco, ma segnalo anche che è l’auto ufficiale delle poste lituane tanto che le hanno dedicato un francobollo!
Forza dai, noi italiani, diamoci da fare che se proprio FIAT non vuole fare un tubo forse riusciamo con qualche altro costruttore a ritargliarci uno spazio nella mobilità elettrica! (e comunque altri esempi ottimi non mancano, da Estrima (Birò) ad Alkè , solo per fare i primi due nomi che mi vengono in mente!).
Dai miei archivi un evento al quale ho preso parte nel novembre 2010 (allora ero solo semplicemente ibrido nella pratica, ma nella mente già molto elettrico…): NoCo2 Ragnarock Nordic Gestival.
Link su HSF: http://www.hybrid-synergy.eu/showthread.php?tid=18749
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