
Ieri, 17 settembre 2014, sono stato all’inaugurazione della prima stazione italiana Tesla Supercharger (presso l’area di servizio Dorno Ovest (ed Est) sulla A7 Milano-Serravalle.


Si tratta di un parcheggio presso un benzinaio autostradale (in area autogrill “Dorno Ovest” e “Dorno Est”) dove sono presenti degli stalli dedicati a Tesla Model S costruiti dal produttore dell’auto (a sue spese!) che permetto la ricarica ultrarapida delle auto compatibili (ad oggi solo le Model S con apposito caricabatterie). (Gli stalli e relative colonnine sono presenti su entrambe le aree di sosta ai due lati dell’auto strada, tutto duplicato, quindi 6+6 colonnine).

Stallo DORNO OVEST (MI-GE)

Stallo DORNO EST (GE-MI)
La vera goduria è che la ricarica sarà gratuita, senza limiti, per sempre per i possessori del mezzo.

Come sempre ottima la comunicazione by Tesla Motors (click per cercare di leggerla).
Con la pianificazione (in TUTTO IL MONDO) di una di queste aree ogni 300 km (ovvero entro l’autonomia del mezzo) il costruttore offre ai suoi clienti la mobilità elettrica senza alcun limite ne’ costo.
Roba dell’altro mondo.
Come d’altronde le stesse Model S, auto che abbiamo già visto e rivisto ma che non stancano mai ed oggi era innanzitutto un bel vedere:

Gli stalli sono 6 per ogni lato del punto di ristoro (che è fatto a PONTE sull’autostrada e quindi unisce i due parcheggi per i pedoni) ed il loro uso è come dovrebbe sempre essere: ti allacci e vai. Tutta la gestione dei dati ed autenticazione avviene in automatico fra l’auto e la colonnina: dalla potenza erogabile a quella richiesta alla curva di carica.
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Esattamente l’opposto di quanto avviene con tutte le altre colonnine ed auto in cui bisogna smanettare e non poco per autenticarsi, far partire la ricarica, ecc ecc.
Tanto è semplificata qua la gestione che considerate che sulle colonnine non esiste nessun display e nessun tasto, neppure per l’avvio o termine di ricarica (comunque dà tutto la macchina stessa sui suoi scenografici display).


Inutile dire che anche la realizzazione architettonica è da manuale: semplice ma elegante, minimale ma funzionale. C’e’ tutto quello che serve, al posto giusto, anche il cavo è lungo ma non da fastidio, non si impigna ne’ in uso ne’ in riposo.

Che colpo d’occhio!

La finezza del segno sull’asfalto (da foto precedente si capisce il contesto)
Dal punto di vista tecnico si sa pochissimo del sistema (chiuso ma in fase di ‘apertura’ per slancio dello stesso fondatore-guru Elon Musk) se non che funziona. E lo fa bene: attorno alle colonnine non rimangono parti scoperte o pericolose, non vengono emessi fumi od odori (è ovvio, ma se la concorrenza è la benzina è bene ricordare anche questo… che fra l’altro i combustibili emettono anche fumi tossici di additivi) ed anche a pieno regime non c’e’ nessun rumore (mentre le colonnine di altri produttori hanno sibili di raddrizzatori o ventole di raffreddamento) questo perché la potenza è gestita in appositi gabbiotti costruiti alla bisogna e non nella colonnina che così più essere più elegante e filiforme.
Unico effetto collaterale della gigantesca potenza irrorata è dato dal comunque lievissimo rumore delle ventole di raffreddamento sul mezzo e dai cavi appena tiepidi (ma comunque impugnabili senza problemi): questo è comunque segno che una lieve dispersione termica c’e’, daltronde parliamo di un’erogazione di 120 kW….

Colonnine eleganti e silenziose

Cabina di potenza dedicata, con tutte le norme di sicurezza rispettate.
Non si può dire altro: lo stato dell’arte.

La selibriplugin (la grigia a sinistra) pensa a come sarà da grande e quando potrà entrare nei pub degli adulti a farsi una bella bevuta…
Ma anche se questo era l’evento principale della giornata (e secondo me il vero punto di svolta per la mobilità elettrica italiana, perché è una vetrina reale e vera e sulla strada delle potenzialità delle autovetture Tesla Motors) per chi non è fortunato possessore Model S (che fra l’altro non costa neppure tanto, semplicemente il doppio di un’auto media, niente a che vedere con le auto lusso con la quale fa la concorrenza che costano invece almeno 4 volte se non di più pur essendo con un motore sporcante e vibrante…) è anche l’inaugurazione delle colonnine PER TUTTI attigue ai parcheggi TESLA SUPERCHARGER.

La colonnina per i comuni mortali (una per lato autostrada, qua la ovest…)

…qua la est.
Si tratta dunque di una colonnina prodotta da DBT installata in Italia da Loginet e gestita da ECARS-NOW (tutto come la famosa ‘Villoresi‘) che può caricare fino a 2 mezzi alla volta, anche in modalità DC fast coprendo tutti i connettori oggi montati sui mezzi.Cosa importante e notevole: l’uso è gratuito per tutti, senza limiti (o pre-iscrizioni), almeno per ora, poi si vedrà.
Per la DC abbiamo il COMBO CCS (assoluta anteprima in Italia) e la CHAdeMO (comunque molto rara in Italia) (definiti talvolta come tipo 4) e poi la Mennekes (tipo 2) ma a presa, quindi limitata a 22 kW (e bisogna usare il proprio cavo).

La cara vecchia CHAdeMO

La nuova (e prima, per l’Italia) COMBO CCS
Forse la Mennekes sembra un po’ fuori posto ma è la compatibilità verso il basso: la presa che alla fine tutti possono usare. E MENO MALE! Perchè purtroppo le tanto attese spine FAST hanno deluso. 😦
La CHAdeMO aveva oggi l’occasione di provare ben 4 modelli ma dopo aver caricato due Nissan Leaf è andata in blocco e non c’e’ stato verso di sbloccarla.

Gli amici presenti: da sx a dx: Nissan Leaf, Renault Zoe, Nissan Leaf, BMW i3, Opel Ampera, Nissan eNV-200.

Sempre gli amici di prima…
Erano presenti anche un Citroen iOn (di e-move) ed un nuovissimo furgoncino Nissan eNV-200 della società autostrade stesse che non hanno potuto caricare (la iOn si è allacciata in modalità AC con la Mennekes ed è già qualcosa).
Poco dopo è arrivata anche una BMW i3 con il suo connettore CCS COMBO ma anche in questo caso non si è riusciti ad avviare la sessione di carica ed anche lei ha dovuto collegarsi alla Mennekes sull’altra colonnina.

La presa CCS Combo su BMW i3 presente all’evento.

… ma si usa la ‘vecchia’ tipo2 Mennekes
Tutto ciò indubbiamente fa pensare.
Fa pensare che di strada per garantire il funzionamento della carica DC ci sia ancora della strada da fare, accidenti.

Oggi era il primo giorno, cose da sistemare ce ne sono sempre, sopratutto nelle versioni “1.0” ma conviene chiedersi se si può affrontare un viaggio quando sulla nostra strada c’e’ una colonnina di quel tipo a cui bisogna assolutamente attingere senza stare tutto il giorno dal benzinaio.
Il fatto è che ci eravamo abbastanza abituati all’affidabilità delle colonnine in corrente alternata, lente si ma sempre funzionanti (a meno di atti di teppismo o di postazione già usata, ma il loro basso costo faceva si che le colonnine per area di ricarica fossero almeno 2) ed ora dobbiamo invece chiederci se la carica veloce DC funzionerà
Ed alla fine di tutto ciò c’e’ anche un altro aspetto beffardo.
Il fatto che un sistema di carica veloce AC esiste, ha provato Renault ha a montarlo (solo) sulla Zoe, ma che si è scelto di non considerare in questa installazione per dar spazio al CCS demo, e potendo dunque inserire una presa AC alla velocità massima di 22 kW (quindi non più FAST ma QUICK).
Alla fine dunque questa colonnina non soddisfa pienamente la Renault Zoe per una chiara scelta progettuale ma di fatto ha problemi anche a rifornire in modalità rapida la corrente continua per gli altri modelli.
Peccato, speriamo si trovi presto una soluzione a questi problemi che possono pregiudicare la buona riuscita di un viaggio o semplicemente a non fidarsi della mobilità elettrica che tutti noi sappiamo essere un sogno stupendo.
Oppure, più semplicemente, realizzando il sogno fino alla fine e prendendosi, una volta per tutte, una sana e naturale Tesla Model S.
Ed ora un po’ di foto così a casaccio:
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e la cartella stampa ufficiale: CS aperto primo impianto coloninne ricarica veloce in Italia