Dopo Petetta, anche Pasquale compie il suo primo anno in Zoe, anzi dovrebbe essere persino antecedente a Roberto!
Ecco i suoi primi bilanci, ovviamente entusiastici!
Dopo Petetta, anche Pasquale compie il suo primo anno in Zoe, anzi dovrebbe essere persino antecedente a Roberto!
Ecco i suoi primi bilanci, ovviamente entusiastici!
Qualche giorno fa mi è capitato di poter provare una Volkswagen e-UP!.
Il punto esclamativo fa parte del nome commerciale del mezzo ma –attenzione- chi legge potrebbe interpretare quel segno come lo stupore di poter provare un’auto in anteprima che solo da settembre verrà ufficialmente presentata in Italia oppure per per l’esito entusiastico della prova: in tutte e 3 le interpretazioni il punto esclamativo è corretto! 🙂
Partiamo infatti dal punto 2: la presentazione italiana. La macchina provata non è per raccomandati, ma semplicemente provabile ed acquistabile in uno dei soli 6 concessionari in tutta Italia che ce l’hanno da subito (anzi da un mese fa) mentre per tutti gli altri si parla di settembre e FORSE (verificato personalmente presso il più importante concessionario di Milano il cui nome inizia per G).
Quindi già secondo me Volkswagen (mi son rotto di scriverlo… per me è peggio di scrivere Schwarzenegger… d’ora in poi è solo VW!) parte malissimo con il marketing: come si fa, marchio mondiale, ad avere l’auto già in vendita in alcuni concessionari e forse magari poi fra 3 mesi in tutti gli altri?
E’ anche difficile fare promozioni e presentazioni se alcuni già la vendono ed altri forse un giorno, e lo dimostra il fatto che nessun giornale in Italia ad oggi l’ha ancora recensita…
Secondo motivo di dubbi sul marketing VW (che mi sta deludendo, credevo molto di più all’efficienza ed organizzazione di tedeschi che dovrebbe anche tradursi in azione con regia dall’alto e non a singole iniziative locali) è che non ha una strategia per l’elettrico.
Diciamocelo chiaramente: l’elettrico è un nuovo sistema, non si può solo dire COMPRATI L’AUTO ED ARRANGIATI come avviene per i benzina: almeno per i primi tempi (di non esistenza infrastruttura) bisogna dargli qualche sicurezza, fornirgli qualche servizio, dirti qualche parolina.
Renault propone l’idea di poter caricare nei suoi concessionari (anche se poi all’atto pratico manca l’organizzazione ed il buon senso di molti autosaloni), BMW addirittura ha accordi per custodirvi, sempre in concessionario, l’auto (che nel mentre vi lava) per qualche giorno mentre vi noleggia una termica se il viaggio è troppo lungo per le sue i3 (da chiarire se sarà gratis ad abbonamento od a consumo tale opzione, ma almeno se ne parla), VW… NULLA! O per lo meno NULLA SI SA, la strategia non è ancora chiara e neppure il concessionario ne sa niente (secondo me qualcosa sa, ma non vuole dire finchè non è sicuro, ottimo biglietto da visita, se si vuole vendere un mezzo nuovo!).
Comunque sia almeno quella concessionaria non era ancora organizzata non disponendo ancora di una colonnina e neppure wallbox, quindi –una delle grandi features di quest’auto, la carica fast-dc via COMBO CCS, non è stata ancora sperimentata.
A proposito, per il mercato italiano, il mezzo viene proposto SOLO con il connettore COMBO che quindi permette la ricarica sia lenta AC che veloce DC (mentre in altri mercati si può prenderla anche senza presa FAST risparmiando qualcosina, ma una scelta secondo me senza senso).
Dunque VW sceglie l’opzione di presa nel montante posteriore destro (come Toyota e BMW) comodo nei parcheggi raso. Anche Volvo Opel e Chevrolet usano il lato ma davanti sopra alla ruota e lato sinistro, finendo in strada dunque nei parcheggi a raso. Renault e Nissan scelgono davanti sul muso (quindi comodo nei parcheggi paralleli o lisca di pesce). Il mondo dell’elettrico è così nuovo che ognuno prova una soluzione, ed ovviamente ogni idea ha pregi e difetti, chissà se ne rimarrà una sola?
Tornando all’ultimo carattere della eUP!, il terzo punto esclamativo è per il mezzo.
Partiamo dalla crudezza: 27.000 euro non scontabili in niente, ma tutto incluso: batterie, (come già detto) connettore per carica fast (COMBO CCS), 200 km di autonomia e sistema integrato di navigazione remotamente interrogabile anche per stato del mezzo (in carica?, da quanto?, per quanto?, controllo climatizzatore, ecc).
Il test drive… be’, io purtroppo non ho conoscenza tecnica per dire cose interessanti, quindi vi dico solo le mie emozioni:
ECCEZIONALE!
Mezzo che va benissimo, divertentissimo, agile e veloce, il miglior mezzo EV fino ad ora provato. Non solo, VW secondo me ha trovato la quadra su uno dei nuovi dubbi sulla guida elettrica: quanto rendere ‘invadente’ la frenata rigenerativa?
Come utente prius non ho mai amato quelle troppe ‘rallentanti’ come ad esempio è filosofia BMW ma anche le troppo blande che non recuperano niente.
Bene, VW ha trovato la soluzione con una banalissima customizzazione software: la frenata è regolabile in 3 step (persino più di Tesla Model S che ne prevede solo 2!) dove il primo settaggio non frena per niente (si parla sempre del rilascio acceleratore, non di pressione freno) e permette dunque di veleggiare (altra goduria che solo l’elettrico può permettere e che invece viene negato in tutti i mezzi oggi esistenti fuori che questo e secondo me è sbagliato anche dal punto di vista concettuale: il fatto di poter aver a posizione diciamo un FOLLE è efficienza pura, sfruttando l’accumulo di energia cinetica, anche se ovviamente in esaurimento; inoltre è anche la guida più rilassante), il secondo settaggio frena moderatamente (ed a seconda dei casi accende gli stop) e la posizione 3 è una vera frenata (sempre senza che ancora si sia premuto l’apposito pedale) che arriva a fermare il mezzo, con stop che si accendono sempre.
Per darvi l’idea, la posizione 1 ricorda il PULSE & GLIDE ottenibile nei motori HSD di Toyota (Prius ed Auris), il 2 è il rilascio sempre di HSD, il 3 il “one pedal feeling” di BMW i3.
Il venditore -che dimostrava una certa esperienza nel mezzo- consigliava la posizione 2, con cui dopo pochi minuti di guida concordo.
Queste posizioni sono intercambiabili in ogni momento, anche in marcia.
A ciò si aggiunge anche una posizione ulteriormente frenante del cambio, la B (come la chiamano quasi tutti i produttori di cambi automatici, incluso VW) o la L.
A proposito, l’auto ha anche 3 modalità di guida, quella normale, quella ECO e quella ECO+, la cui spiegazione è intrinseca nei nomi della opzione stessa.
Infine altra cosa che mi è molto piaciuta sulla dinamica di guida del mezzo: se si è fermi in posizione D ma non si preme l’acceleratore, l’auto non parte. E’ secondo me l’approccio migliore e che preferisco mentre salvo rarissimi casi (ad esempio delle Smart, sia elettriche che termiche automatiche) di solito le auto con cambio automatico (tutte: non solo le elettriche) se in posizione D, cominciano a marciare, anche se non si preme nulla. Questo comportamento lo trovo è errato non solo per motivi di sicurezza (non si sa mai: anche se molto difficilmente il mezzo potrebbe partire da solo) ma anche perché ai semafori nelle soste in colonna bisogna sempre premere il freno per non far partire il mezzo, abbronzando di STOP rossi sempre accesi chi è dietro in coda di notte oltre ad uno spreco intrinseco di tutto il sistema (non solo di luci di stop ma anche di pedale, freno, ecc) e neppure permettendo all’autista in quel momento un po’ di relax.
Tornando al mezzo, ovviamente silenziosissimo, e -nonostante sia un’utilitaria quasi microcar- comodissima anche per gli interni (ma io sono solo 1.71, ed ho provato solo il posto guida), non sacrifica il bagagliaio in batterie (che sono sotto il pianale, abbassando dunque baricentro) ed ha pure una buona strumentazione con cruscotto analogico con lancette, soprattutto molto gradita quella dell’utilizzo istantaneo energia che a colpo permette di vedere il consumo o la rigenerazione.
Mentre non ho trovato una bella idea il display posticcio aggiuntivo per navigatore ed ulteriori info energetiche con statistiche interrogabili anche da remoto. Il motivo è che è chiaramente uno strumento che spunta dal cruscotto, attira i ladri (anche se ha attacchi proprietari, ma oramai il furto è fatto!) e leva pure una parte di visibilità all’autista: sarebbe stato meglio una seria integrazione di uno strumento non rimovibile.
Si perché il presunto vantaggio (vantato da VW) è che tale oggetto è effettivamente rimovibile ed utilizzabile stand-alone (essendo dotato di proprie batterie ricaricabili) con cui può diventare navigatore da passeggio, organizer, PIM, eccm con eventuali nuove funzioni con app che verranno in futuro sviluppate. Ma nel 2014 dove TUTTI hanno già uno smartphone (o per lo meno lo hanno TUTTI quelli che prendono QUESTA auto) sinceramente non mi sembra una grande possibilità, anzi è un ulteriore oggetto da alimentare, portarsi in giro, custodire, aggiornare, salvare e sincronizzare dati, debuggare, ecc.
Poi non ci crede nessuno svilupperanno nuove apps….
Naturalmente nel test drive di 10 minuti e 4 km non ho potuto provare l’autonomia (tanto importante in una elettrica) che VW dichiara essere fino a 160 km, ma per il resto direi che proprio ci siamo.
Concludendo, a parte il display aggiuntivo che secondo me dopo i primi 10 viaggi si smonta e non si rimonta più (se non quando si fa vedere l’auto al nuovo amico, sperando che però i dati che visualizza vengano comunque raccolti dall’auto ed inviati nello storage cloud di VW (che come già detto permette la consultazione remota via web) ma di cui però ho seri dubbi), l’auto è veramente stupenda, in ogni suo particolare e mi sembra anche molto innovativa e futuristica.
Bye bye e-up! Se avessi 27.000 euro (e qualche colonnina COMBO ogni tanto…), probabilmente saresti mia!
Qualche giorno fa sono andato -accompagnato da un amico- a visitare la sede principale di Scame (Parre, BG).
Tutto nasceva da un invito fatto proprio su questo blog da parte del loro ufficio comunicazione.
Per chi non la conoscesse, SCAME è un produttore italiano di materiale elettrico ed anche se il suo nome non è così noto alla gente comune è praticamente impossibile non avere un suo prodotto nelle nostre case sotto forma di spina, presa, ciabatta o altro (controllate, controllate pure…).
(foto non mia) Curiosissima opera d’arte all’ingresso dell’azienda: circa 1000 adattatori serie “New Line” a comporre la scritta “50°”. Il tipo a sinistra è uno che non tanto casualmente si chiama Stefano Scainelli (SCA come l’inizio di SCA-ME (…materiale elettrico).
NOTA: ma se applico la corrente ad uno di quegli adattatori, d’improvviso ho 1000 prese disponibili? E chi glielo dice a Scame che proprio loro (ed unici) tengono così tanto alla sicurezza che dicono di non attaccare troppe adattatori uno dopo l’altro?
INFO sull’opera.
Caso dunque più unico che raro, questo produttore nato nel post boom economico è sopravvissuto alle tante crisi dell’industria italiana ed è ora una multinazionale presente in 18 paesi nel mondo, ma non ha mai perso la sua umiltà tanto che ha invitato noi a farci visita…
Fatto abbastanza curioso è che Scame non tratta cavi o prodotti che potremmo impropriamente definire ‘di bassa tensione’ (come segnali telefonici, dati, audiovideo, ecc) per dedicarsi puramente all’elettricità ‘di potenza’.
Dunque ok per impianti civili ed industriali ed ovviamente la mobilità elettrica, vero motivo per cui ci hanno invitato per una visita.
Ma tornando alla giornata del 26 giugno (quando appunto ci siamo recati a Parre) la visita è stata quasi surreale, visitando un’azienda (che è un colosso) dove ancora si respira interesse per il proprio lavoro, laboratori per sperimentare e voglia di inventarsi qualcosa di nuovo.
Conoscendo infatti Laura Andi Abati (comunicazione), Omar Imberti (marketing) e ing. Claudio Bella (prod. specialist) ci hanno mostrato le loro innovazioni sopratutto in campo di wallbox domestiche con nuove realizzazioni (che saranno presto sul mercato) includenti anche standard della concorrenza in qaudri elettrici dedicati a possessori elettrici che vogliono la massima sicurezza.
In un campo (quello della mobilità elettrica) dove tutto sembra fermo ed in Italia si è ancora più immobili stupisce veramente vedere che c’e’ qualcuno che sta provando a trovare soluzioni, proponendo nuovi oggetti sul mercato.
Ma Scame ci crede, forse per questo ha da tempo realizzato un suo standard che è diventato il riferimento per veicoli leggeri (il Twizy in Italia ha di serie la loro 3A libera mentre circuiti come EQ-Sharing la usano come connettore per i loro Ducati Free Duck) e la loro propensione lo si vede anche subito dalle 2 Zoe in dotazione all’azienda con cui partecipano ad eventi ed iniziative.
Ma oltre che pubblicità pura ci hanno pure detto che anche il loro boss ha un mezzo elettrico per muoversi e con grande stupore è proprio la Twizy, il mezzo più semplice di mobilità elettrica (ma non più appariscente come potrebbe essere una Tesla Model S) ma che già fa egregiamente il suo lavoro (ci dicono che nelle salite bergamasche di muove più agilmente di un SUV, e ci crediamo!) a dimostrare ancora una volta quando effettivamente SCAME sia un’azienda green che non spreca energie (neppure elettriche) se non è necessario.
Terminato l’incontro abbiamo avuto anche l’occasione di fare un giro nei reparti di produzione dove personalmente mi ha sconvolto l’archivio di stampi per i loro prodotti: scaffali e scaffali di ricambi per produrre ogni tipo di presa che vi viene in mente.
Il giro si è poi concluso con un giro nel laboratorio dove i tecnici provano le colonnine ed ovviamente il software di controllo che già conosciamo bene perchè impiantati nelle Ikea milanesi.
Le colonnine SCAME hanno la certificazione Z.E. Ready, non cosa da poco per i problemi che hanno invece gli altri costruttori a caricare alcuni prodotti Renault (diciamo uno: la Zoe…).
INFO.
Veramente grandi quelli di SCAME, praticamente ultima ed unica società del settore italiana al 100%, che sopravvive e fa pure ricerca, proponendo umilmente le sue soluzioni; speriamo che il mercato dell’auto elettrica decolli per dare anche a loro il giusto riconoscimento dell’impegno profuso (ad oggi -correggetemi se sbaglio- non vedo nessun’altro metterci tanto impegno, neppure i colossi energetici italiani che dispongono di fondi pubblici ed agevolazioni politiche stanno facendo un tubo!).
Anche il personale si è vede è veramente motivato ed appassionato del proprio lavoro (ripeto: cosa purtroppo veramente rara, in Italia, oggi) e questo automaticamente rende l’azienda molto professionale e competitiva.
Forse è stata solo una mia impressione ma sta di fatto che nei giorni successivi, pubblicando la notizia in anteprima su facebook (o parlandone nella vita reale), anche altri miei contatti -che per motivi professionali hanno avuto a che fare con Scame- mi hanno confermato che è un’azienda d’altri tempi (in senso positivo) e che non si può non rimanerne piacevolmente colpiti.
E non è finita!
Perchè poi ci hanno consegnato il catalogo ECOMOBILITY 2014-2015 (copia PDF disponibile qua) dove a pagina 32 apprendo che hanno anche a catalogo una stazione di ricarica a corrente continua e dalle foto sembra pure essere in Italia.
Estratto dal catalogo ECOMOBILITY (click sulla foto per scaricarlo).
Notate la colonnina FAST DC Chademo by scame, installata presso la concessionaria Citroën Prezioso di Aprilia (LT)
Li ricontatto -allora- e chiedo la loro filosofia a riguardo la carica (fast) DC, un settore che comunque non va trascurato ed ecco la loro risposta:
SCAME, e da qui nasce la gamma offerta a catalogo, ha concentrato i propri sforzi sugli apparati di ricarica secondo il modo 3 della normativa 61851-1 ritenendo che il mercato si svilupperà maggiormente in questa direzione (la carica AC di modo 3 oltre a consentire la ricarica con un elevato grado di sicurezza sia per l’utilizzatore che per il veicolo, permette tempi di ricarica ragionevoli con potenze non proibitive e ben si presta per applicazioni domestiche).
D’altro canto se il mercato offre veicoli dotati di Chademo e di Combo, bisogna rispondere a queste esigenze ma noi riteniamo che il modo 4 per le sue peculiarità di potenza e anche di costi probabilmente avrà dinamiche diverse di sviluppo con una diffusione più limitata e comunque sarà principalmente determinata dalle scelte delle case automobilistiche in un contesto tecnico/normativo in continua evoluzione.La direttiva ha comunque tempi tecnici (deve essere recepita dai singoli stati dell’unione) per l’entrata in vigore nelle legislazioni nazionali e comunque prevede dei periodi di transizione nel corso dei quali differenti connettori possono convivere e pertanto, nel caso di viaggi attraverso l’Europa, sarà opportuno avere nel bagagliaio più cordset/dispositivi per non rimanere a piedi.
I costruttori di infrastrutture di ricarica possono dunque offrire diverse soluzioni, anche “ibride” o miste, proponendo stazioni con ricarica AC+DC, Chademo + Combo 2 ed altro ancora.
Anche SCAME si sta muovendo in quest’ottica e proporrà prossimamente a catalogo stazioni di questo tipo ivi compresa una versione “mobile” (Combo 2 è una novità 2014 e apparirà nel nuovo aggiornamento).Per quanto riguarda la stazione Chademo che appare sul catalogo, è il frutto di una collaborazione SCAME/Università della Sapienza ROMA-Polo della mobilità sostenibile ed è installata presso la concessionaria Citroën Prezioso di Aprilia (integrata con pala eolica).
Grazie SCAME! 🙂
Ri-pubblico ancora una volta (col il suo consenso) l’esperienza del nostro erZoe (eroe/zoe) Roberto Petetta, uno dei primi utenti italiani di Renault Zoe:
POST ORIGINALE SU FACEBOOK: https://www.facebook.com/roberto.petetta/posts/10202393906349770
1 luglio 2014, ore 9.35:
Oggi la mia Renault Zoe compie un anno.
In realtà è stata immatricolata il 25 giugno 2013, ma passai a ritirarla la sera del 1 Luglio 2013.
In questi 12 mesi ho percorso esattamente 29000 km, 60 ogni giorno feriale per andare e tornare dall’ufficio e i restanti sono da dividersi fra le volte che sono sceso sotto casa a prendere il latte e i 2500 km della Wave….
In mezzo le “missioni” a Forlì, Pisa, Venezia, Torino, le volte che ho caricato la bici o sono partito per un trek.
Velocità media credo intorno ai 45 km/h, ( tempo auto accesa / km calcolati dal computer ) è abbastanza alta perché faccio sempre un tratto autostradale per andare in ufficio
Consumi intorno a 140 W*km o poco più. Praticamente sempre in ECO.
Posso dire che se vado a 90 km/h ne faccio circa 140 (km).
Via via aumentano sino ad un massimo di circa 200 km andando a 50 km/ h ( verificato durante la Wave ).
Minor distanza percorsa con una ricarica: circa 90 km che feci quasi tutti quest’inverno in autostrada a palla a 140 km/h perché ero in ritardo.
Maggior percorrenza: una volta l’estate scorsa feci 175 km circa andando pianissimo, ma costante e a casa ne dava ancora 40 di autonomia.
Una volta dopo una ricarica al 100% vidi sul cruscotto autonomia stimata 220 km.
Stimo circa 500 volte di aver preso dal baule il cavo per la ricarica. Per 50 volte no, perché ho usato quello del Villoresi Est. Altre 50 volte alla Wave.
Nei primi sei mesi ho caricato spesso alla wallbox di casa, quest’anno veramente poco
La colonnina più frequentata è Grandate, ( almeno il 70% delle ricariche ) segue Portello, Villoresi e poi tutte le altre.
In totale credo di aver caricato da 50 colonnine diverse in Italia.Ho speso circa 1100 euro di noleggio batterie più all’incirca 400 eur di energia presa da casa ( carico sempre dove la offrono, in primis Class Onlus e IPER, Grazie!!!!).
240 eur di abbonamento alla manutenzione, facendola trimestrale, più un richiamo per una cerniera portellone sostituita in garanzia.
Una foratura, giusto settimana scorsa, con fattura per 15 eur ( !!! ).
Almeno dieci volte sono finito sotto la spia gialla della riserva ( 15 km rimanenti ), tre volte ancora più sotto, in “prestazioni limitate”…l’ultima delle quali alla fine sono ricorso al carroattrezzi a metà maggio ( gratis )
Punto più a Nord raggiunto: Stoccarda (DE)
A sud: Pisa
Est: Venezia
Ovest: Le Bouveret (CH)
Conosco a memoria i cicalini: chiusura totale, cinture ( momentaneamente ) non allacciate, motore lasciato acceso, porta dimenticata aperta….
Infine credo che la mia autoradio abbia passato almeno 10.000 brani musicali…
A completamento del report delle avventure di Petetta, ricordo che una volta è rimasto a piedi, sperimentando l’ottimo servizio assistenza Renault ZE!
Riassumo, inoltre, i dati in forma elenco, essendo io patito di numeri e statistiche:
Niente, lasciate il cavo alla colonnina!
🙂
Tutta la storia per intero:
Ieri sono andato per riprendere l’auto in carica alla colonnina del circuito E-Moving/A2A (attivo a Brescia e Milano) quando mi sono accorto di non aver addietro la tessera. Persa? Lasciata a casa? Non lo so, non la trovavo.
Evidentemente la mia bellissima realizzazione che neppure il boss di Ikea ha sulla sua Tesla non è così pratica se poi non la uso…
Bel sistema, ma se poi non lo uso e mi metto invece la tessera in tasca come facevo prima… (in verità devo ancora proprio abituarmi alla nuova ‘procedura’).
Tornando al fatto, senza card, non si può sbloccare la presa che trattiene la spina nella colonnina (nel cavo specifico ero con 3A, ma con tipo2 la sostanza non cambia): come fare allora per liberare il cavo?
Ho chiamato il numero verde sulla colonnina stessa (800.035.151) e dopo pochi minuti di attesa mi risponde un operatore che purtroppo mi dice è per loro un caso nuovo, non hanno una procedura prevista (il che mi sembra strano, visto che un mesetto fa ho conosciuto un utente di una Volvo V60 che invece la tessera l’aveva ma non riusciva più ad autenticarsi e quindi ad effettuare il rilascio del cavo, li ha chiamati senza risolvere niente, alla fine dopo 1000 tentativi è riuscito ad autenticarsi nuovamente per sbloccare la presa).
Torniamo all’operatore helpdesk: mi chiede di attendere in linea che si informa.
Passa un altro minuto e vengo girato ad un nuovo operatore (gentilissimo) al quale ri-racconto tutto. Costui mi sembra di capire sia il tecnico sul campo (o forse per meglio dire il gestore dei tecnici sul campo) non è dunque a conoscenza di come funziona il sistema lato ‘centrale’ e mi dice che non sa se è prevista una procedura di stacco presa da remoto (ma pensa di no), di lasciargli il numero di tessera che si informa.
Io gli dico che la tessera l’ho persa quindi così su due piedi il numero non so darglielo, posso fornirgli la mia anagrafica o la targa del mezzo associato ma mi risponde che non gli tornano utili tali informazioni: ha bisogno del numero di tessera.
Gli faccio presente inoltre che ho bisogno di una soluzione SUBITO, ho cavo e colonnina bloccata!
Considera allora l’ipotesi di mandare qualcuno in loco per fare uno sblocco manuale (un restart della colonnina, immagino io), e mi chiede di provare a richiamarlo fra qualche minuto (mi lascia il suo cellulare diretto, 348/7775xxx) che nel mentre prova a sentire qualche tecnico che potrebbe essere in zona.
Passa qualche minuto e lo richiamo, mi dice che nessuno gli risponde, probabilmente (a quell’ora, le 13) sono tutti a mangiare di richiamarlo alle 14 (che ci avrebbe riprovato).
Io però devo andare, gli propongo di lasciare il cavo collegato e quando passano me lo sbloccheranno lasciandolo connesso (poi passerò io a ritirarlo).
Mi fa notare che così è a rischio furto, gli dico che sono disposto a correre il rischio piuttosto che perdere un’altra ora minimo (però potevo proporgli di ritirare loro il mio cavo e l’avrei recuperato poi io in qualche sede, non ci ho pensato!).
Chiedo anche come fare ad avere una tessera duplicata, mi dice di fare una nuova richiesta sul sito, gli ricordo che la prima volta impiegarono oltre 2 settimane a fornirmela e nel mentre il mio mezzo è incaricabile quindi inusabile (non è vero… ma loro non lo sanno) e gli chiedo se posso accelerare qualcosa pagando una multa/priorità o simile (tangente/mazzetta) per averla al più presto: posso passare già nel pomeriggio nella sede di via Gonin a Milano che ai tempi mi fornì la card.
Mi dice che non sa dirmi nulla a riguardo, seguire la procedura di iscrizione sul sito.
Conclusione:
non esiste una procedura di stacco remoto colonnina, se esiste bisogna fornirgli il numero di tessera.
Non è garantito intervengano in tempo reale (OCCHIO dunque se avete ad esempio una Twizy dove il cavo non è staccabile lato auto, e quindi dovete lasciargliela lì!) e passano dopo pranzo (occhio allora a non trovarvi in quella situazione da sabato alle 13, quando termina l’assistenza fino a lunedì alle 8!!) e non è neppure celere il rifacimento della tessera.
Se volete comunque sapere come è andata a finire, poi ho lasciato lì il cavo (fra l’altro in tensione, ma questa è colpa mia che uso la verifica allaccio nella spina e non sul mezzo come sarebbe giusto…) ed ho fatto un salto a casa dove nei pantaloni (già in lavatrice, ma non ancora in avvio programma) ho trovato la tessera, son ripassato alla colonnina e mi son ripreso il cavo.
Il consiglio che vi do’ è dunque di segnarvi il numero di tessera perché loro vi identificano solo con quello (la nota sul cellulare va benissimo, magari alla voce di contatto EMOVING) e di fare molta attenzione se avete un mezzo puramente elettrico perché la nuova tessera è comunque lunga ad aversi, inoltre non è detto intervengano presto e subito presso le colonnine (si poteva anche fare: Milano non è grandissima e comunque le colonnine non sono in tutte le zone) e se avete dunque un mezzo come la Twizy che non ha cavo staccabile lato mezzo rischiate di lasciarglielo attaccato!
Questa eventualità è secondo me da considerare per chi usa sistemi come questi dove bisogna avere un sistema fisico (nel nostro caso, card rfid) di autenticazione: un altro feedback che ora inoltrerò ad A2A/E-Moving.
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