..esperienze di ricarica auto elettriche in colonnine pubbliche… (ed altre cosine a tema), perchè la strada delle auto elettriche è piena di spine… (by selidori)
Sto raccogliendo malfunzionamenti sulla (pessima, terribile, atroce, ecc) rete NISSAN CHARGE avendo ottenuto un contatto privilegiato di assistenza.
Chi ha avuto problemi di ricarica, mi scriva qua sotto nei commenti i problemi che ha avuto.
Mi serve: – data/ora, – località, – problema rilevato (su che presa), – se usate il nissan card l’ID EVCO (il numero stampato).
Sarebbe anche molto utile (ma mi rendo conto è a rischio privacy) se mi indicate anche lo username usato (non mettete l’email completa ma solo la parte prima di @) e l’auto (il modello esatto). Qualsiasi altra info poi aggiungete è benvenuta (se il giorno dopo andava, se avete chiamato concessionario od assistenza o email (nel caso, riportate magari un numero di ticket, se l’avete), ecc ecc, l’importante è che ci siano almeno all’inizio quelle info che vi ho chiesto (data/ora, posto, problema rilevato).
Se scrivete direttamente in inglese è meglio, se no traduco io ma oltre al mio pessimo inglese c’e’ rischio non capisca bene cosa volevate dire. Ricordo che la rete nissan charge è per tutti, non solo per utenti Nissan, quindi questo invito a problemi sulla loro rete è da intendersi per tutti gli utilizzatori, con qualsiasi auto.
NOTA: raccolgo solo problemi per hardware nissan charge con card o app nissan charge. Roaming in una o l’altra direzione con altri provider lasciamoli fuori, che già c’e’ tanto da fare così….Estendete questo appello anche su altri gruppi, in modo da farmi avere più segnalazioni possibili (ma riportatemi qua se ci sono risposte da altre parti, che seguire tutto da soli su facebook è impossibile).
Scrivo questo post, perchè vedo molti non sono a conoscenza della modifica di locazione di questo storico e mitico punto di ricarica. In effetti nessuno ne ha dato comunicazione (sopratutto il provider non ha mandato nessuna comunicazione, ennesima occasione persa di far sentire amati gli utenti…) e presso il centro commerciale stesso non c’e’ nessun cartello esposto nella precedente area (ora transennata da cantiere edile) che informa dello spostamento.
Dunque per evitare che altri rimangano in panne ecco che conviene scrivere queste due righe.
La stazione di ricarica (obbiettivamente molto ben realizzata) è ora sotterranea, perfettamente al centro di tutto, nel settore giallo marchiato L, M od I.
Difficile dare posizione GPS ma dovrebbe essere qualcosa tipo:
Si sono ancora vivo. 😉 Oramai tutti scrivono di mobilità elettrica e ci sono molti autori migliori di me, quindi sono sempre meno attivo, ma ci sono sempre!
Fatta la dovuta premessa, vorrei contribuire a diffondere questa buona iniziativa che sta passando inosservata perchè poco rediffusa e scarsamente documentata: presentandosi nei negozi Ikea al bancone del servizio clienti con una tessere fidelity Ikea (che è gratuita) vi danno un voucher da inserire in recharge-x (l’app di enelx, dovete già essere registrati) per avere 5 kWh di ricarica gratis, utilizzabili ovunque (intendo su qualsiasi colonnina enelx… fast e pole; da sperimentare se va su colonnine in roaming, ma perchè no?) e cumulabili (ma, attenzione, con scadenza 6 mesi, data di partenza dal rilascio ENELX che non corrisponde a quando inserite voi il codice nell’app).
Un regolamento ufficiale non esiste nonostante l’abbia cercato e chiesto a lungo (anche in varie chat col supporto clienti) e così praticamente ogni negozio Ikea fa un po’ come gli capita (od ha capito) nell’erogazione di tali servizi: ho trovato negozi che dicono che l’iniziativa non è ancora partita, che non li danno perchè da loro esiste una free plug and play, che ne danno uno solo per persona…
Non so quale sia la verità, io tutto questo non l’ho letto sul testo del sito ikea che riporto sopra, anche se il più informato negozio (Roncadelle (BS)) mi ha detto che si tratta di un buono al giorno per persona, cosa sensata.
courtesy by forumelettrico.it
Proprio perchè realizzazione dell’iniziativa abbastanza casuale, vi consiglio vi consiglio di salvarvi sul telefono quello appunto riportato sul sito ikea che è nei meandri a questa pagina:
Se sperimentate qualche IKEA, scrivere nei commenti l’esito.
Ecco il mio responso e come è andata nelle mie indagini:
Carugate (MI): non ne sanno niente, si informeranno (2 mesi fa, magari nel frattempo si sono informati)
Corsico (MI): massimo un voucher nella vita
San Donato (MI): l’iniziativa partirà a settembre
Parma: non rilasciano perchè le colonnine che hanno nel parcheggio sono IREN e non enelx. Cosa centra? Non lo so, è la cosa che dicono…
Padova: Non rilasciano perchè hanno già colonnina Plug and play free e fast
Roncadelle (BS): Successo. Rilasciano senza problemi il voucher.
Camerano (AN): Successo. Rilasciano senza problemi il voucher.
Casalecchio (BO): Successo. Rilasciano senza problemi il voucher.
NOTA & CONSIGLIO FINALE: il codice fornito è sensibile al maiuscolo e piuttosto complesso. Non so perchè di solito gli operatori lo trascrivono a foglio a mano su un fogliettino che voi vi lasciano (lo leggono da un excel online che può leggerlo solo l’energy manager che deve essere in negozio al momento della richiesta). Il mio consiglio è dunque di inserire il codice subito davanti all’addetto del servizio clienti perchè se trascrive una lettera sbagliata poi a casa con calma non riuscite più ad indovinare il codice corretto.
AGGIORNAMENTO 3 OTTOBRE 2018: Dopo meno di un mese dalla pubblicazione dell’articolo che trovate qua sotto, un contatto di Sono Motors mi ha scritto per spiegare le proprie ragioni. L’email che mi hanno scritto è di una serietà e gentilezza che sinceramente non pensavo possibile ed è quasi uno spreco che debba leggerla solo io, ho quindi chiesto se posso pubblicare la loro risposta in questa stessa pagina. La loro risposta è stata positiva e quindi in fondo a questo articolo troverete le loro osservazioni. C’e’ da dire che viene difficile non amare questi ragazzi ed augurargli ogni bene leggendo questa loro corrispondenza: sono veramente gentili ed hanno speso del bel tempo per scrivere fra l’altro in italiano perfetto ad un semplice bloggher di mezza tacca. E si che potevano semplicemente mandarmi al diavolo (ne avrebbero avuto tutte le ragioni) od addirittura minacciare querele (va di moda, sul web, sopratutto quando si scrive a privati da aziende) invece ripeto che per quanto e come mi hanno scritto non si può che volergli bene. A voi la lettura e giudizio della loro replica, che trovate intoccata a fine articolo.
Titolo clickbait… Capzioso al punto giusto per far credere che sia favorevole a Sono Motors ed invece (oramai scrivo solo post polemici…) mi trovo sempre più spesso a disquisire sulle aspettative & speranze che non sulla tecnica.
Qua oggi voglio parlar di SONO MOTORS e della loro prima creatura -la SION– perché se ne parla sempre di più e vorrei dire la mia e di fatto disilludere chi crede nel miracolo SONO MOTORS.
Premesso che questo è solo il mio umile parere personale e spero tanto di aver torto: ci guadagneremmo infatti tutti -me compreso- nell’avere il prodotto SION che mantenga le ambiziose promesse, ma sono terribilmente pessimista (nella vita, ma specificamente su questo progetto) ma quel che più mi rincresce è vedere gente che ci crede e rimanda l’acquisto oggi di un mezzo possibile per un mezzo impossibile domani.
Questa fiducia immensa nella tecnologia futura fa meditare sulla psicologia umana: molti non credono a prodotti già oggi in commercio (come le ibride Toyota) che sono istantaneamente dimostrabili e crede invece in questa fantasia SONO MOTORS chiaramente irrealizzabile nelle promesse fatte.
Foto al test drive milanese
La spiegazione di questa fiducia mal riposta me la sono data con la necessità umana di stare dalla parte dei più deboli, dei più puri, dei più coraggiosi (ma, ovviamente, vincenti).
Cioè di una startup di giovani entusiasti, con tanto talento e follia, e di essere invece contro la cattiva multinazionale ricca, potente e che decide lei il mercato, addirittura soffocando tecnologie già pronte.
E’ un po’ questo il pensiero del “complotto” e la speranza che l’inventiva umana, il tanto genio e l’originalità di Davide possa sconfiggere il gigante Golia (ovvero Toyota: la multinazionale brutta & cattiva).
Alla fine è esattamente il principio delle fiabe, dei film di rivalsa, e dei vittoriosi self-made-man che tutt’ora la mitologia ci propone, meglio se poi nascono pure da realtà difficili (Steve Jobs è stato adottato, Nikola Tesla arriva in America dove non viene capito, Elon Musk dal Sudafrica, è balbuziente, forse autistico e soffre di salute cagionevole).
Tuttavia sono convinto che sia sempre più difficile scoprire/creare qualcosa di unico in maniera quasi amatoriale e da soli.
Oramai ci vogliono ingenti risorse economiche (anche solo di laboratorio) e veramente troppe competenze in troppi campi (che una sola persona od un team troppo piccolo non può avere, a meno che non comperi brevetti o licenze o prodotti già pronti, ma allora i capitali richiesti aumentano ancora) perché si possa farlo senza una gigantesca struttura dietro (ed un buco finanziario di molti anni a venire).
Anche quando si tratta di unire tecnologie già esistenti (come alla fine dice di fare Sono Motors).
Questo perché oramai le cose “facili” sono state già tutte scoperte/inventate (frase forte in cui neppure io credo completamente, come ci insegna la scienza in cui bisogna sempre dubitare di tutto e mai dare frasi risolutive) e non possono più avvenire diciamo “spontaneamente” (in verità già Edison diceva che il genio è “10% ispirazione, 90% traspirazione”).
Riguardo ai contemporanei che ce l’hanno fatta addirittura ridicolizzando i colossi loro concorrenti (i vari Gates, Jobs, Musk, ecc)… be’, a parte il fatto che sono manager e non tecnici e le decisioni (a differenza della tecnologia) è meglio se ha una sola testa (lo diceva anche Marchionne “Chi comanda è solo, la responsabilità condivisa, non esiste”) ma è interessante notare che a leggere del loro operato scopriamo che hanno avuto un bel po’ di soci e talvolta si dice che da questi abbiano anche sottratto ben più di quanto moralmente potevano fare; anche se al grande pubblico Apple o Tesla sembrano fatti da una sola persona (e -paradossalmente- questo è uno dei motivi del successo di queste aziende, che giocano pure loro alludendo che il mondo possa essere rivoluzionato da un sol uomo).
Torniamo alla SONO MOTORS ed alla loro prima creatura (per ora solo annunciata) della SION.
I 4 ragazzi tedeschi fondatori della startup stanno progettando un’autovettura full electric con 4 caratteristiche ultra-innovative:
Ricarica anche con pannelli fotovoltaici di cui è dotata e rivestita, per avere fino a +30km di autonomia dal sole (secondo loro anche meglio, in Italia)
Produzione (europea) e prime consegne già dal 2019
Veramente low cost (sui 16.000 euro con nolo batterie oppure 20.000 euro con batterie da 36kWh)
Con funzioni evolute di V2G e V2V (e già che ci siamo carica in CCS, AC 22kW ed appunto uscita 220v, tipo2 e probabilmente altro)
Le ho messe secondo il mio ordine di “improbabilità” (dalla più sognante alla meno).
Infatti il buon senso (e la mamma) dovrebbero, prima di partire per ragionamenti tecnici, ricordarci che se una cosa è troppo bella per essere vera, probabilmente non è vera.
Analizzo tutti e 4 i punti spiegando col buon senso perché (per me) sono altamente improbabili (userò 3 volte su 4 un paragone con Tesla Motors, chiedendomi come mai lei non applica queste soluzioni se sono così facili e fattibili):
Ricarica con pannelli fotovoltaici
Sono Motors dicono di avere 6metriquadrati esposti che generano (nella loro Germania) fino a 30km di autonomia al giorno. Difficile crederlo. Anche ammettendo che siano veramente 6mq, sarebbero insufficienti persino per produrre 1kW per un’ora che è il minimo sindacale per far partire una ricarica. Viene anche difficile accontentarsi di meno, visto che tutto questo ha un costo in termini di peso e di baricentro, quindi una pannellatura fotovoltaica non è detto che dia sempre qualcosa di più: nel bilancio dell’auto anzi è a rischio che non compensi i maggiori consumi che introduce.
Non mi addentro sui calcoli, avendoli già fatti in un altro articolo, ma invoco il buon senso con questo ragionamento: Il più innovativo produttore al mondo di auto elettriche (Tesla Motors) ha comprato un paio di anni fa un’azienda che produce celle e pannelli fotovoltaici (Solar City) ed in questo campo sta investendo tantissimo in ricerca e sviluppo.
Se veramente fosse possibile realizzare una pannellatura fotovoltaica (funzionante) per auto elettriche, pensate che Tesla non l’avrebbe già proposta?
Anche a livello di esclusività, design tecno ed eco-chic sarebbe il top. Se solo avesse un senso farlo …
Per chi vuole approfondire sulla rendita dei pannelli: https://www.gruppoacquistoauto.it/approfondimenti/il-range-solare-della-sion/ https://autoguida.wordpress.com/2018/07/07/lillusione-dellauto-elettrica-solare/
Produzione imminente
Particolare dei fari (del prototipo)
Non conosco assolutamente come si mette in piedi una fabbrica e fino a pochi anni fa pensavo pure che alla fine fosse cosa facile (a patto di avere capitali e cervelli). Invece la storia di Tesla Motors dimostra che forse non è così facile fare un’auto da zero e loro con la Model3 non sono neppure propriamente a zero avendo (seppur minima) esperienza di qualche anno con ModelS e ModelX.
D’altronde anche la case con esperienza di 100 anni (cito ad esempio la Peugeot, per non citare le solite tedesche od italiane che sono antipatiche a tutti) dicono ci vogliono 2 anni dal progetto finito alla produzione, e questi pensano di partire entro 12 mesi non avendo neppure una fabbrica?
Prezzo concorrenziale (20.000 euro)
Foto degli interni. Centra niente col punto 3, ma era tanto per mettere una foto…
Solo 36kWh di batterie costano sui 10.000 euro (e -a proposito- hanno tutti problemi di approvvigionamento, persino Tesla che quasi se le fa da sola). Difficile si riesca a fare un’auto elettrica con soli altri 10.000 euro. Ma il vero costo non è materiali ma la ricerca, l’industrializzazione, la produzione, ed ovviamente l’assistenza. SONO MOTORS cercano di dare spiegazioni vaghe (accordi commerciali, riciclo di fabbriche dismesse, prodotti open da non pagare e rete di assistenza da non creare perché ci si affiderà al ‘fai da te’ (ma dubito si possa vendere in EU in prodotto senza garantirne l’assistenza, oltretutto in un mercato così normato come quello automobilistico)) ma se fosse così facile viene da chiedersi perché una grande casa non faccia lo stesso o semplicemente una emergente che già è sul mercato e sa di cosa si parla (mi viene in mente Tazzari che invece non riesce a produrre auto sotto i 20.000 euro).
Fra l’altro, se già è impossibile produrre un mezzo elettrico con 36kWh di batterie a 20.000 euro, faccio notare che questa è una vera macchina e non un quadriciclo che costano meno per i tanti obblighi ai quali non devono sottostare (airbag, abs, chiamata sos automatica, ecc) e nei 20.000 includono anche optional come condizionatore o servosterzo!
A proposito, a 20.000 euro non riescono a proporla neppure una NISSAN od una RENAULT che non ha tutti quegli ammennicoli (fotovoltaico, V2G, muschi interni, infotainment con app, ecc) che SONO MOTORS vuole introdurre ed hanno spese già ammortizzate (dalla gestione magazzini, ai costi fissi, per non parlare dei componenti che riutilizzano da auto termiche).
Funzioni V2G, V2G, V2H
Le funzioni V2G,V2H e V2V (semplifichiamo in “estrazione corrente”) è la cosa più “facile” da fare. Anche perché esiste già tutto ed alcuni costruttori lo stanno già sperimentando (con tantissime cautele). Ora vedendo quanto hanno dato per “pronto e funzionante” e hanno venduto a noi pionieri sistemi che erano (ed in alcuni casi sono tutt’ora) tutt’altro che “pronti e funzionanti” (invece danno ancora problemi), mi riesce difficile credere che le funzioni V2G che sono invece ancora nei laboratori siano in verità pronti per il pubblico.
SION poi promette anche di più: non solo corrente stoccata per le abitazioni (vehicle2home) o per la griglia (vehicle2grid) via CCS di cui non si ha ancora traccia di sperimentazione pubblica (ma nativamente supportata dallo standard CCS) ma persino una fornitura per biberonaggio sulle prese tipo2 (vehicle2vehicle) con cui caricare altre auto.
E persino una shuko per il frullatore al campeggio. Persino? Non c’e’ niente di strano in effetti in questa funzione, tanto che con un inverter cinese da 20 euro si può già ottenere su qualsiasi auto oggi in commercio (termica, ibrida od elettrica). Certo mi aspetto che quella 220v shuko presente sulla SION sia un po’ evoluta dell’inverter cinese, ma il senso è che delle 4 promesse di cui abbiamo parlato è in effetti l’unica effettivamente disponibile da oggi.
Oppure no?
Perché durante il tour europeo (ed io sono andato nella data di Milano, anzi Assago) non hanno dimostrato neppure questo, ed era l’unica delle 4 promesse che era tecnicamente dimostrabile eppure neppure questo che è fattibilissimo è stato verificabile.
Infatti ho chiesto espressamente perché non avessero realizzato un banchetto con un frullatore e mi hanno detto che è una buona idea e ci penseranno in futuro. Ma intanto non l’hanno fatto. Ed hanno solamente fatto test drive.
Altri hanno chiesto più ambiziosamente di caricare la loro auto con la tipo2 e gli è stato detto non erano organizzati. Fra l’altro su funzioni V2G,V2H,V2V hanno alluso a grandi idee, rete social gestite via app dove i vari utenti SONO MOTORS si forniscono assistenza a vicenda scambiandosi corrente e biberonaggi molto in ottica peer-2-peer, social, sharing ecc. Tutto tanto bello. Tutto teoricamente possibile. Ma è altro ulteriore lavoro immenso con un’infrastruttura altrettanto immensa.
A proposito, anche se esula un po’ e forse andava più nel punto “1”, SONO MOTORS ha anche promesso alla ricarica via cavo (ovviamente, mica c’e’ solo il sole!) via CCS in DC ma anche via tipo2 in AC fino a 22kW. Anche questo fattibile ed infatti c’e’ chi lo fa (o quasi… a tutt’oggi in verità nessuno offre la combinazione 22AC+50DC, Tesla ci va vicino) ma ancora una volta sono altre complicazioni, altri costi ed altra ricerca… difficile stare nei 20.000 euro di prezzo finale!
Ultima domanda che ci dobbiamo porre su Sono Motors è… ma ci sono o ci fanno?
Difficile rispondere a questa domanda.
Sarebbe facile bollarli dicendo che ci fanno, sono dunque truffatori. Ma conoscendoli sono veramente così espansivi ed aperti che riesce difficile credere siano in cattiva fede. Tutto il sito ed il sistema è poi open, troppo open, ma questa può essere anche la novità della “truffa 2.0” dove l’alibi perché non sia truffa è proprio che è open.
D’altronde riesce anche difficile credere che non si siano accorti che quello che promettono è semplicemente impossibile visto il livello in cui sono arrivati. Cioè dovevano accorgersene molto prima che le promesse non possono stare in piedi.
Una spiegazione potrebbe essere che hanno una smisurata fiducia in se stessi, nella tecnologia, in accordi commerciali e che quindi sperano entro il 2019 di rispondere ai quesiti oggi impossibile, ma anche così l’ingenuità è veramente troppo per essere giustificata. E poi vale sempre lo stesso ragionamento: se è tutto così facile perché nessuno l’ha ancora fatto? E non mi riferisco solo ai colossi dell’automotive che potrebbero avere interesse a mantenere lo status quo, ma ai tanti entry level che ci stanno lavorando e si vogliono proporre ed avere qualcosa di così dirompente li farebbe balzare assolutamente al numero uno al mondo. Quindi mi viene in mente (oltre alla già citata Tazzari) la Dyson (si, quella degli aspirapolveri) o la Apple che stanno lavorando anche loro a creare le loro auto elettriche (ed hanno risorse economiche ma anche di laboratori, cervelli, leve finanziarie e contatti maggiori rispetto ad una sconosciuta SONO MOTORS).
Quindi appurato che non si sa se ci sono o ci fanno ma magari sperano nel futuro (anche se non credo molto a questa ipotesi) la successiva domanda che dobbiamo farci e come evolverà la cosa.
Be’, i tempi sono stretti, strettissimi e quindi a breve avremo una risposta. O forse no, perché secondo me la loro politica sarà temporeggiare in continuazione ed allungare ogni volta di 6-12 mesi i tempi. Finchè magari non spariscono per un anno intero per poi tornare con un’altra idea di SION 2.0 ancora più rivoluzionaria ed evoluta con altre magie ancora più incredibili ma sempre e solo annunciate senza mai un dato concreto da poter dimostrare. Sempre in crowfounding, sempre in prenotazione, sempre in raccolta fondi senza garanzie.
Questa la mia previsione, settembre 2018.
Salvatevi questa pagina, che la ricommentiamo nel 2020…
Intanto però stanno dando false speranze, alimentando sogni impossibili e magari bloccando la transazione di chi vorrebbe già oggi passare all’elettrico ma aspetta che esca veramente il loro prodotto.
Il 1 ottobre 2018, ricevo questa email in risposta da Sono Motors, che mi autorizzano a ripubblicare:
Caro Selidori,
alcuni amici italiani ci hanno segnalato l’articolo sul tuo interessante blog “Problemi di ricarica”.
Ci siamo anche incontrati durante il nostro tour italiano e ti ringraziamo per l’interesse che hai mostrato. Il lungo articolo che hai dedicato alla Sion è ben fatto, purtroppo però ci sono alcuni dati tecnici errati, informazioni incomplete e congetture a proposito della nostra azienda e dei nostri prototipi, che discreditano ingiustamente il nostro lavoro.
Sappiamo che anche tu sostieni la mobilità elettrica e la tutela ambientale, con la presente vogliamo quindi tenerti al corrente degli ultimi sviluppi e chiarire gli equivoci.
La realizzazione del nostro progetto procede come da programma. Non solo le prenotazioni, che nel frattempo hanno superato la quota di 7700, ma anche la stampa internazionale confermano quotidianamente l’interesse alla nostra visione di mobilità ed energia sostenibile.
La nostra azienda è ben finanziata grazie alle migliaia di persone che hanno contribuito a crowdfunding e crowdinvesting, e grazie a grandi investitori. Per quanto riguarda la produzione ci appoggiamo ad un partner europeo, un cosiddetto “contract manufacturer” di cui tuttavia non riveliamo ancora i dettagli. Come annunciato alla stampa di settore, puntiamo a produrre 260.000 Sion nei primi otto anni di produzione.
La ricarica solare dei nostri prototipi è assicurata da 330 celle disposte in 7,5 m2 della carrozzeria – 24% efficienza celle – picco 1204 W.
Da quanto ci siamo incontrati in Marzo 2018, queste sono le maggiori novità, presto avremo altre grandi notizie. https://sonomotors.com/it/story.html/
Intanto te le riassumo brevemente:
Per quanto riguarda il nostro team, Thomas Haush (ex CEO di Nissan Europe, con esperienza decennale nel settore tra cui anche presso Daimler e Chrysler) e Isa Krupka (esperta di comunicazione e marketing con lunga esperienza con VanEck, Dow Jones e STOXX Ltd) si sono uniti al nostro management. Li puoi conoscere “di persona” qui: https://www.youtube.com/watch?v=sX_m-Y1rDNw
Le novità principali dal punto di vista della tecnica sono:
La batteria per la Sion (con capacità minima di 35 kWh) che verrà prodotta in Germania da Elring Klinger, un fornitore con lunghissima esperienza nel settore automotive.
I fari a LED della Sion (il cui design è stato scelto dalla nostra community) vengono sviluppati appositamente dall’azienda Automotive Solutions Germany GmbH anch’essa con sede in Germania.
Con la Sion seguiamo la strategia di un unico prodotto. In questo modo riusciamo ad offrire non solo alti standard di qualità e sicurezza, ma anche a ridurre enormemente i costi di logistica. Questo però significa che al momento la Sion sarà disponibile in una sola versione. Inoltre, facciamo uso di componenti (Carry-Over-Parts) che hanno già superato test di sicurezza e qualità. Questo ci fa risparmiare tempo e costi nella progettazione e nella produzione. Così facendo durante la progettazione della Sion ci possiamo concentrare sulle funzioni che la rendono unica in confronto alle altre vetture. Inoltre la Sion con l’integrazione delle celle solari non ha bisogno di laccatura. Questo per noi significa evitare una procedura molto costosa e molto dannosa all’ambiente durante la produzione. La Sion costerà 16.000 € batteria esclusa. La batteria si potrà comprare subito oppure con tutta probabilità si potrà anche noleggiare o fare un leasing. Il motivo per cui escludiamo la batteria, è che vogliamo offrire sempre il prezzo più attuale, al momento prevediamo sia di circa 4.000€. Il prezzo finale della batteria sarà calcolato sulla base del prezzo di mercato delle celle al momento della produzione.
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione o domanda. Ci farebbe piacere rivederti e poterti mostrare anche il nostro ambiente di lavoro, perché non vieni a visitarci a Monaco di Baviera nei nostri uffici?
Continua a seguirci, come ho già detto prima, ci sono grandi novità in arrivo!
Buon lavoro
Un caro saluto da Monaco di Baviera,
Cristiana.
NOTA CHE HO CHIARITO CON LORO: l’invito ad andarli a trovare è rivolto a tutti, sono ben contenti di conoscere gente appassionata, ma sarebbe meglio concordare con loro la visita, questo anche per evitare che si presentino domattina senza preavviso 200 persone.
In questo post d’agosto quindi voglio solo segnalare le tabelle/elenchi/riferimenti che mantengo sugli argomento che giudico interessanti per quanto riguarda la mobilità elettrica. Esistono da tempo e sono già noti (e li trovate riassunti anche nella colonna di destra) ma ogni tanto bisogna ribadirli:
Come detto cerco di tenere aggiornato con l’aiuto ed il contributo di tutti queste peagine, dunque vi invito a scrivermi per aggiornamenti/correzioni/modifiche.
Come appare la tabella “Auto ibride/elettriche in commercio”
Attenzione: il seguente articolo è lungo, noioso e farà incazzare il 99% delle persone. La sua lettura è quindi sconsigliata a tutti.
Ultimamente scrivo sempre meno su questo blog… il mio attivismo non è diminuito, anzi sono attivo personalmente su molti social e forum sul tema, ma proprio per le molteplicità di dialogo e soprattutto perché ora esistono blog di maggior competenza, scrivo meno su queste pagine.
Però dopo 6 mesi di silenzio è venuto il momento di 2 post molto ravvicinati:
– Questo di tante chiacchiere e pochi fatti
E fra pochi giorni uno di
– tanti fatti e poche chiacchiere
Questo primo post è fatto dunque da tante chiacchiere e riflessioni che emergono proprio dalla frequentazione dei social italiani che trattano il tema della mobilità elettrica e che mi sta facendo scoprire sempre più varie razze di umanità e con l’allargarsi degli utilizzatori purtroppo stanno aumentando sentimenti di fastidio verso il DIVERSO.
Ho dunque deciso di scrivere questo nuovo post –sempre meno tecnico e sempre più sociale- partendo da un argomento da un po’ di anni molto caldo e su cui vorrei dire la mia.
In verità è solo una scusa per affrontare realmente il tema della popolazione utenti elettrici che sta deragliando verso pericolose derive ‘razziste’ (ma forse e solo l’uomo che passa da piccoli gruppi dove per sopravvivere è necessaria la collaborazione a tanti gruppi dove per sopravvivere è necessaria la competizione).
Questo articolo probabilmente farà arrabbiare tutti, perché critico tutto e tutti e dico cose molto antipatiche (dal punto di vista sociale) ma probabilmente ci sarà anche chi contesterà i veri e propri contenuti scientifici (troppo pochi, in verità).
Prendendo spunto da campagna martellante da parte di Toyota, scrivo questo post che in verità tratta 3 argomenti ben specifici e che quindi si compone di 3 capitoli.
Il primo è:
TOYOTA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE SU TRAZIONE EV NELLE IBRIDE
L’argomento a tema è lo slogan coniato da Toyota (non solo italiana, è una campagna europea) del fatto che i suoi ibridi “vanno per oltre il 50% in modo elettrico in città”.
Ci sono 2 o 3 varianti a questi slogan ma il concetto alla fine rimane sempre quello.
Il fatto è che questa affermazione scandalizza (anzi fa proprio incazzare) molti utenti full-electric.
Devo ammettere che questo accanimento mi ha molto stupito, soprattutto da alcuni utenti ed influencer che tutto sono tranne stupidi o che parlano a vanvera.
Partiamo dai fatti: Toyota sostiene che con i loro mezzi ibridi si viaggi oltre il 50% in elettrico in città.
Gli indignati cavillano su tutto quindi devo pure io ricordare che Toyota è piuttosto precisa: si parla di +50% in elettrico senza specificare se è il tempo od i km, si parla di risultato in città e si cita espressamente Auris, Yaris, Prius. Gli altri modelli del marchio, seppur ibridi, non vengono citati (quindi no RAV, CHR; e non la gamma LEXUS che ha spot simili ma non identici).
Tralasciando il fatto che le pubblicità sono per definizioni iperboli e shoccanti e contengono da sempre una grande dose si fantasia (a meno che si è disposti a credere ciecamente che la Mulino Bianco abbia una produzione artigianale di biscotti fatti da due stucchevoli fidanzatini presso una fattoria con granaio in aperta campagna; o che quel tal dolcificante di pochi grammi in un caffè ci faccia diventare delle fighe spaziali con un carriera sfavillante ed una vita sociale invidiabile formata da sole compagnie di giovani bellissimi e felicissimi), il dato della pubblicità è assolutamente realistico. Toyota ha ampiamente dimostrato che la famosa marcia +50% in elettrico è possibile. Poi ci sono i soliti detrattori che sostengono non sia così nel 100% dei casi, che in salita non è così, che con il condizionatore non sempre è così, che se faccio il 0-100% e poi sto fisso in autostrada a 140km/h non è così. Sono gli stessi (utenti elettrici) che invece non hanno nulla da ridire sulle favolistiche autonomie delle auto elettriche che quelle realmente non sono mai ripetibili.
“Il Test Drive della Verità è l’innovativa prova su strada, dedicata alle vetture Hybrid che, attraverso un dispositivo collegato tramite un’interfaccia OBD (diagnostica di bordo), vi mostra i vantaggi di questa tecnologia rilevando, in tempo reale, la percentuale di motore elettrico utilizzata durante il percorso di prova.” da “test drive della verità” sul sito Toyota.it
Ebbene, come mi sbraccio a dire da anni, il risultato apparentemente magico del +50% è possibile.
Non sto a dimostrare come teoricamente è possibile (è un discorso troppo complesso che non so neppure padroneggiare al 100%) ma è avvilente vedere che alcuni riesumano lezioni di fisica da terza media per citare l’impossibilità del moto perpetuo dimostrando solo limitate reali conoscenze dell’argomento (seppur alludendo di padroneggiare i rudimenti) ovviamente corretti ma che vanno usati solo quando servono.
Non sto neppure ad elencare tutte le prove dipendenti od indipendenti fatte per misurare il famoso +50% perché tanto vedo che i detrattori li considerano falsificati, irreali, corrotti, impossibili, e sminuiscono qualsiasi sia l’autorità (Toyota, possessori, riviste indipendenti, Università, ecc) perché invece loro cuggino non riesce a farli (è vero, si cita sempre il fantomatico parente, per sentito dire, ed ovviamente indimostrabile).
Ci sono anche varie teorie strampalate, da quello che ha una ibrida plugin di un altro costruttore, di un’altra marca e di un’altra filosofia che automaticamente si elegge ad insindacabile esperto di tutto anche se comunque il tormentone più diffuso è “Non posseggo una ibrida, ma le conosco e blablabla”.
Quello che stupisce è però che questi esperti che denigrano l’ibrido (di principio) e la pubblicità (di foga) in verità non hanno mai provato l’ibrido. Non dico posseduto, proprio mai provato. E se ne vantano pure, perché “non si sono fatti fregare dalla pubblicità” (sono piuttosto aggressivi e giudicano chi sceglie ibrido, un credulone) cionostante possono dare giudizi ovviamente insindacabili.
Stupisce perché possiamo ovviamente discutere “in teoria” di una certa tecnologia ed ha senso farlo quando la pratica non è dimostrabile. Se instauriamo un discorso su come vivremmo sulla luna, non possiamo far altro che parlarne in teoria ma se ci troviamo discordi in un punto purtroppo non si può fare una prova esplicativa per stabilire chi ha ragione.
Ma nel caso dell’ibrido invece il laboratorio c’e’, è disponibile a tutti ed è piuttosto facile da avere: Toyota stessa fa una campagna da anni, il “Test drive della verità” dove invita chiunque (quindi senza esperienza in guida eco od “ibrida”) a misurare il proprio tragitto in modo EV, con rigore scientifico e con un dato indiscutibile.
Tutte le variabili poi possono essere introdotte (durata tragitto, stile di guida, esperienza di guida, traffico, tipo percorso, ecc) e sono anche precisamente registrate e consultabili da tutti nell’apposito sito, visto che alcuni sostengono che il famoso +50% è solo una condizione ideale costruita ad hoc da Toyota per fare il record (evidentemente sono troppo abituati a questa situazione effettivamente riscontrata per la certificazione dell’autonomia delle auto elettriche).
Eppure nonostante tutto non ho trovato un utente che sia uno di questi denigratori rancorosi che sia disposto a fare la prova (od a consultare i dati già presenti, anche se potrebbero comunque dire sono falsi).
Si limitano a dire che non è possibile, non c’e’ niente da dimostrare e sanno tutto loro.
Addirittura stravolgono il concetto dicendo che fare test drive, misurare e confrontare dati sono chiacchiere da bar al quale non vogliono partecipare e sono dunque disponibili solo a parlarne teoricamente, senza test nel mondo reale.
Questo atteggiamento vedo è piuttosto diffuso anche da interlocutori che reputo piuttosto colti.
Addirittura fra essi ci sono professori universitari, rivenditori di mezzi elettrici, giornalisti ed influencer di mobilità elettrica, meccanici, ecc; tutta gente che non solo dovrebbe avere gran curiosità per provare tutto, ma persino il necessario metodo scientifico che prevede di essere sempre e costantemente in dubbio su qualsiasi teoria venga espressa ed aver voglia di sperimentarla se appena appena ce ne è l’occasione.
Mi sono chiesto perché questo diniego ai testdrive che fra l’altro sarebbero piuttosto risolutivi e completi ed i risultati poco discutibili.
Ripeto: se a me capita di avere un dubbio e la possibilità di fare una prova esaustiva, invece di imbarcarmi in infinite discussioni, eseguo la prova: è una grande soddisfazione il risultato e dipana subito il dubbio. Fra l’altro è una cosa che nella vita capita raramente… forse giusto nella matematica 😉
Invece appunto nessuno è disposto a fare questa prova.
Mi sono domandato perché e secondo me la risposta va cercata nella psicologia della gente.
NELLA MENTE DELL’EVowner
L’EVowner (attenzione: si parla esplicitamente di OWNER, cioè possessore, non guidatore, appassionato od altro) è indubbio ha già combattuto molte battaglie.
Con parenti, amici, sistema. Ed anche con se stesso.
La battaglia è che difende una tecnologia che sulla carta ha solo difetti: costo (d’acquisto), autonomia quindi libertà limitata, tempi di ricarica, dubbi sulle tecnologie tipiche degli early adapter.
E poi quello che scopre dopo: promesse di autonomia o tempi di ricarica non mantenute, infrastruttura fatiscente, abusata, malfunzionante, non espansa come promessa; burocrazia nelle ricariche, malfunzionamenti vari.
Ci sono poi voci tutte da chiarire come costo di rifornimento, di ricambi, assistenze.
(I pregi delle EV non li elenco, se no non centro l’obbiettivo di questo articolo di farmi odiare da tutti).
Sono tutte battaglie e discussioni verbali che ha fatto e fa continuamente con tutti i parenti, amici conoscenti.
E continua a recitare i pregi del possesso e guida EV.
E queste continue discussioni lo porta spesso ad essere poco obbiettivo, realista e di contro troppo orgoglioso, partigiano: difendere l’ideale e la propria reputazione fino a negare la realtà, e portarsi alla morte.
A quel punto è difficile tornare indietro e riconoscere che ci sono dei limiti. Che li abbiamo scoperti tardi anche noi. E che si, in alcune cose ci hanno fregato.
Quindi ci si scaglia contro tutti gli altri ed i nemici sembra siano gli ibridi che hanno fatto una scelta più intelligente, visto che Toyota promette i vantaggi della guida elettrica (seppur limitata) senza gli sbattimenti per averla.
Ed allora non si crede alle promesse di Toyota, ci si impunta su pubblicità, su parole, su dettagli, si cerca di aver ragione a tutti i costi rifiutando prove che sarebbero esaustive.
A questo punto penso che l’atteggiamento sia diventato inconscio: si rifiuta la prova per paura di perderla ma non si sa di questo retroscena perché si è rimossa la possibilità di sconfitta.
Ma ci potrebbe essere anche chi è pavido, sa di poter perdere e preferisce non cimentarsi: vivendo infatti di teorie può comunque sempre sostenere di aver ragione, con i fatti sarebbe impossibile.
Io ad esempio sono così per gli acquisti e le ricerche di mercato: quando compero un prodotto cerco in giro la proposta commerciale migliore, quando ho comprato il prodotto, faccio poi di tutto per NON consultare ulteriori listini per paura di trovare una proposta più conveniente della mia. In poche parole non accetto più il confronto per paura di perdere. Preferisco vivere nel mio mondo dorato ma perfetto.
Questo atteggiamento però purtroppo genera un brutto sentimento, quello del TUTTI CONTRO TUTTI che vado a spiegare nel terzo ed ultimo capitolo di questo noiosissimo e pretenzioso articolo.
TUTTI CONTRO TUTTI
Quando oramai oltre 12 anni fa approdai alla mobilità ecologia ovviamente con le ibride Toyota scoprii da subito che fra gli utenti c’era un certo vittimismo ed autocommiserazione.
In parte era giustificato ed in parte no, ma tutti sostenevano che l’opinione pubblica e la stampa denigrava l’ibrido.
Gettavano ombre sia sulla tecnica che sulla filosofia di base, con obiezioni sulle rendite, sull’affidabilità, sull’economia, sull’ecologia.
Secondo me non esiste complottismo da parte della stampa, ma semplicemente crea informazione asservita all’opinione pubblica; quindi invece di dare le direttive, tende a seguire la voce di popolo con il chiaro scopo –ovviamente- di assecondarlo per vedere copie.
Purtroppo la selezione naturale dell’editoria porta a scrivere opinioni che la gente vuole leggere così che compera il giornale il quale deve contenere le conclusioni che vuole leggere e così via. E’ infatti piuttosto difficile essere contro-corrente, anche perche il rischio di accuse di lobbyes è sempre dietro l’angolo.
Quindi allora come oggi era un continuo scrivere di post, giornali, forum ecc spiegano perché ibrido è bello, ibrido è sano o per lo meno bisogna dagli una possibilità.
Gli owner lamentavano in generale una certa ottusità da parte di tutti.
Pensavo che la selezione naturale di chi naturalmente curioso ed aperto verso le motorizzazioni ibride avessero selezionato appunto gente aperta alle novità, senza pregiudizi.
Mi sbagliavo.
Perché la grande lungimiranza nello scoprire il motore ibrido si è spenta subito quando sono arrivate successive novità. Mi riferisco alle auto elettriche, alle full electric in particolare ma anche alle plugin, erex e tutte le variabili possibili.
Coloro che lamentavano che l’uomo della strada non voleva uscire dalla sua COMFORT ZONE ed era ottuso non volendo neppure sentir parlare di ibrido, erano ora loro stessi uguali a non voler sentir parlare di altre motorizzazioni bollandole a priori.
La grande illusione di un popolo elevato, aperto e curioso era svanita nel pensiero (già esposto nel capitolo sopra) de “SOLO IO HO RAGIONE. TUTTI GLI ALTRI SONO STUPIDI E SONO STATI FREGATI. NESSUNA CONCESSIONE AL DUBBIO”.
Forse anche peggio dei tanto criticati pecoroni di massa, visto che coloro ci sono passati nella ghettizzazione e nel coraggio di provare persino con la disapprovazione di amici e parenti oggi non concedono neppure il dubbio a chi sta facendo lo stesso passaggio ma con altre tecnologie.
E non si riesce neppure a dialogare fra i vari gruppi, perché chi frequenta i forum di ibridi ha schifo di forum elettrici e viceversa e pure il dialogo è difficile.
Chi dunque frequenta tutto con apertura mentale si conta sulle dita di una mano.
Fra l’altro la scelta di una o l’altra tecnologia non è per niente libera e molte scelte sono persino obbligate.
Infatti se un utente con pretesa di BENZINA può scegliere tutte le auto che vuole, con molti marchi e ed opzioni, nel mondo dell’ibrido ed ancora più dell’elettrico talvolta non esiste scelta o se esiste è limitato ad un solo particolare modello.
Quindi bisognerebbe avere maggior rispetto a chi sceglie ibrido o full electric perché magari non è per lui la scelta di motorizzazione ideale ma un compromesso per quello che ha bisogno.
Senza parlare che i costi di acquisto e disponibilità di auto elettriche od ibride è comunque impegnativa, quindi anche se esiste il modello ideale, ci potrebbero essere FORZE MAGGIORI che ce lo negano.
(fra l’altro, a parte tutte le scuse, se permettete è legittimo e corretto anche giustificare le scelte di un utente che semplicemente non si sente sicuro e pronto per un salto di un certo tipo anche se ne avrebbe le possibilità… in fin dei conti un’auto è un mezzo piuttosto impegnativo nella vita di ognuno per fare follie sconsiderate!).
Comunque, dopo l’avvento dei primi owner elettrici, lo scontro con i gli ibridi è peggiorato e si sono creati anche le “sottorazze”.
Ovviamente tutte bellicose verso gli altri.
Quindi non basta criticare gli utenti di altre tecnologie ma persino delle stesse, basta che siano in qualche modo “diverse”.
Ed allora gli utenti Leaf criticano i Zoeisti perché a loro dire bloccano lo sviluppo delle colonnine DC,
gli utenti ZOE rispondono che forse sono stati gli utenti Nissan ad aver preso un’auto non caricabile in tempi umani nell’attuale infrastruttura,
tutti criticano i Tesla che pur avendo le loro stazioni dedicate Supercharger talvolta caricano sulle colonnine di tutti.
Ugualmente i plugin o erex sono visti male: loro che potrebbero fare a meno della carica non dovrebbero usare le colonnine pubbliche e lasciarle agli elettrici.
Gli utenti plugin ed erex sostengono che con la loro limitata autonomia ogni occasione di ricarica va sfruttata, mentre gli EV possono facilmente arrivare alla colonnina dopo, e poi comunque anche i plugin pagano a quelle colonnine che sono fatte anche per loro.
Tutti odiano i quadricicli e le moto che hanno ridotto di molto i punti di ricarica disponibili, visto che Enel ha dedicato quasi la metà delle prese a loro.
Il paradosso finale è che allora si dovrebbe essere favorevoli agli ibridi visto che non OCCUPANO IMPUNEMENTE LE COLONNINE & PRESE ed invece no, si è invidiosi che fanno il +50% in elettrico fino a negarne la possibilità (poi, vabbè, si arriva ad accusare ed alludere che i plugin manco carichino ma simulino la ricarica per avere il posto (in parcheggi comunque gratuiti, e su colonnine gratuite) ed altre illogicità del genere, pur di dar contro all’altro, al diverso).
Insomma si è creato il tutto-contro-tutti o per meglio dire, IO HO RAGIONE, LA MIA SOLUZIONE E’ LA MIGLIORE; TUTTI VOI SIETE BOCCALONI E DOVETE DARMI PRECEDENZA E FARE L’INCHINO QUANDO PASSO.
… quando io avevo sperato (anche se non è nella mia natura) che tutte queste variazioni ibrido/elettrico/plugin/erex semmai si dovessero “coalizzare” contro i puri termici per cercare di migliorare come si può e si riesce quella benedetta mobilità ecologica …
BONUS EXTRA!:
Una preghiera finale a tutti.
In tante di queste fantomatiche discussioni su ibride, plugin ed elettriche, si usa in maniera imprecisa (seppur corretta) la parola ibrido per intendere una plugin.
In effetti una plugin è anche ibrida, ma allora secondo me è meglio chiamarla plugin. Chiamarla ibrida crea confusione nella comprensione, pensando ci si riferisca alle NON plugin.
Sarebbe come voler parlare di pinguini ma usare la parola UCCELLI per riferirsi a loro. Ovviamente i pinguini sono uccelli ma sarebbe sempre meglio usare la parola più specifica possibile.
Altrimenti si potrebbe ugualmente usare la parola PLUGIN per le auto elettriche, visto che esse sono sempre e tutte plugin (cioè con spina).
Questa richiesta di usare termini più restringenti possibili diventerà sempre più necessaria con la prossima invasione di ibride (quindi non ricaricabili) da parte di vari costruttori.
Dire dunque che sono IBRIDE farà capire sempre a tutti che ci si riferisce sicuramente ad auto senza spina, ma dalla doppia trazione.
Ieri a Milano si è svolta la presentazione della nuova Nissan Leaf (NOTA: il nome commerciale sembra proprio essere NUOVA NISSAN LEAF. Per semplificare i ragionamenti però qua io la chiamerò “Leaf2”, dove Leaf1 è ovviamente la vecchia generazione (che esiste, oltretutto, in 3 versioni).
Evento decisamente strano: sono state fatte due sessioni (la prima alle 15 per i giornalisti, trasmessa in live streaming e rivedibile su facebook qua, la seconda alla 19 per i rivenditori ed in generale operatori di settore).
Io sono andato alla seconda.
Prima e dopo i due eventi si è stati invitati ad assistere alla visione del mezzo reale posto sotto una teca in piazza XXV Aprile a Milano (davanti a EATALY o se preferite a Porta Nuova).
Immagine ufficiale Nissan
I più attenti riconosceranno un volto noto delle recensioni online…
Il massimo ottenibile: nuova Leaf sotto vetro
Culone, albero natalizio, Porta Nuova.
Una gif animata nel 2017??? (OK, i millenials possono fare click sull’immagine per il video prima di gridare allo scandalo)
Alle sessioni erano presenti i massimi dirigenti Nissan, in quella pomeridiana anche ENEL, in quella serale qualche vip sul palco.
Le presentazioni (senza mai avere nessun’auto reale, se non quella nella teca, anche se test drive con la prima generazione (? che senso ha?) erano possibili nella piazza,
Intanto fuori test drive con le ‘vecchie’
è stata più che altro incentrata sui vantaggi economici delle auto elettriche (cosa che io ho sempre per lo meno dubitato) e sulle novità (NON “elettriche”) introdotte sulla nuova leaf (E-Pedal ed assistenti alla guida).
Confronto costi di posseso anche con ibride
Ancora paragone costi (stavolta di possesso, manutenzione e viaggio) con verie tecnologie
Catering di alto livello a parte, bisogna arrivare al punto: la nuova Leaf sinceramente sa di vecchio: non mi ha convinto 😦 .
E parlando con i volti noti trovati sul posto, il dubbio è condiviso.
Sembra tanto che NISSAN si sia un po’ adagiata sugli allori. Vantandosi continuamente di essere stato il primo produttore mondiale di auto elettriche e di aver venduto più esemplari di tutti al mondo (ma questo è dovuto proprio per il fatto che sono sul mercato da più tempo, oltre all’esclusività di un modello -worldcar- che anche per questo fa ‘la somma’ degli altri che sparpagliano l’offerta), hanno presentato una macchina che sarà realmente disponibile a metà 2018 in Italia (vogliamo scommetterci?) che appare vecchia rispetto alla concorrenza che nel frattempo li ha presi e recuperati (ed a metà 2018 sarà ancora più agguerrita).
Sicuramente è VECCHIA per i dati che sono più importanti in un’auto elettrica: è rimasto l’assurdo caricatore AC monofase a 6kW (quando oramai tutta la concorrenza cerca di proporre gli 11kW, anche se esistono e non da ieri i mezzi che caricano a 16, 22, 43AC) così come la carica DC via CHAdeMO, che in Europa dovrebbe essere un sistema in abbandono (questo in verità non sta avvenendo, proprio per la forza di Nissan, ma visto che sta perdendo quote, appare anacronistico voler insiste con questo sistema quando anche gli altri asiatici (come Hyundai) montano già lo standard concorrente CCS Combo ed altri lo faranno a breve (Kia, Toyota, Tesla)).
Stupisce anche perchè (ed è una delle poche note positive dalla nuova LEAF) hanno finalmente usato nell’auto il connettore AC di Tipo2 (il volgarmente detto “Mennekes”) che appunto è (solo) europeo, quindi potevano anche fare lo sforzo di usare la tecnologia DC ufficiale europea.
Probabilmente hanno voluto mantenere lo standard CHAdeMO visto le installazioni solo-chademo che hanno fatto in Europa (in Italia sono una dozzina, tutti presso concessionari) e per continuare a sperimentare il V2G (ne parlo dopo) e V2H, che comunque è consentita anche dal CCS.
Vehicle-2-Home (V2H)
Anche l’autonomia non fa impazzire: 378 km di omologazione NEDC sono sicuramente molti di più dei vecchi 250, ma forse in Nissan pensano di essere nel 2015, quando quel valore era vera innovazione (NOTA: per ora la prima Leaf2 sarà dotata solo di 40kWh, anche questo superato dalla concorrenza. Probabilmente fra un anno si comincerà a parlare anche della versione nuova da 60kWh. Ma per ora atteniamoci a quanto detto nella presentazione in oggetto).
Oggi abbiamo già auto reali che infrangono quel limite (Zoe, Ampera-E; vi ricordo un elenco sempre aggiornato qua) e nel 2018 lo faranno altri con nuovi mezzi (Hyundai Kona) o nuove versioni (VW eGolf, BMW i3, Kia, ecc; senza contare i premium che arriveranno, da Jaguar ad Audi, da Porsche a Mercedes… si, poi c’e’ sempre Tesla…).
Confronto autonomie fra generazioni Leaf
Dunque ieri Nissan ha dovuto distrarre la platea non parlando di questi punti (e sminuendo sopratutto la velocità di ricarica AC) e parlare dei costi di gestione delle auto elettriche (che non dovrebbero essere ne’ una novità ne’ una esclusiva Nissan) e delle sue “nuove” tecnologie introdotte.
Ha dato molta importanza al ePedal, tecnologia che abitua a guidare solo con l’acceleratore senza mai frenare (ma anche questa non è una novità: BMW lo fa da sempre come anche Tesla e WV addirittura lo permette regolabile) e le varie assitenze alla guida “Nissan Intelligent Mobility” (anche questa nessuna novità, oramai li hanno tutti i competitors, anche su termici, anche mezzi che costano meno).
Confronto generazioni batterie in Leaf1/2
Per finire Nissan ha anche dato molto peso alla tecnologia V2G (Vehicle-2-Grid e Vehicle-2-Home) che permette alle auto di restituire corrente alla rete (od all’abitazione privata) fungendo da tampone energetico per la scostanza produttiva delle fonti energetiche (sopratutto le rinnovabili eoliche e fotovoltaiche) e l’ugualmente variabile richiesta energetica.
Vehicle-2-Grid all’opera (la teoria)
Tutto bellissimo e secondo me tale tecnologia darà immensi aiuti al nostro domani ma sinceramente non ne vedo un reale utilizzo a breve termine (e sono pessimista: non solo queste nuove Leaf non faranno mai il V2G, ma non verranno utilizzate per tale scopo neppure le “Leaf3″… insomma prima di 10 anni secondo me non se ne farà niente: troppe complicazioni (sicuramente legali, fiscali e burocratiche, ma anche tecnologiche e di interessi ‘personali’ e troppi attori coinvolti… basti vedere come in 10 anni non si è riusciti neppure a trovare uno standard comune di prese quando i protagonisti erano solo le compagnie d’auto…)).
Vehicle-2-Grid (V2G)
Colonnina ENEL (sarà della nuova divisione ENEL-X) per il V2G (ci vogliono colonnine dedicate, le tradizionali non hanno questa funzione).
Alla fine di tutto, però, uno potrebbe obbiettare che tutto si perdona con il prezzo.
Ma secondo me non ci siamo neppure in questo.
Perchè esso è definito come entry level a circa 33.000€ (i 37.900 di cui sopra sono già riferiti ad una versione più accessoriata). Qua siamo in linea con la concorrenza (forse un pelino di più, giusto per non rischiare di sbagliare), ma sicuramente non da aggredire il mercato ed i competitors (si, perchè come già detto, oggi Nissan non è più sola e non basta vantarsi di essere la prima ad averle realizzate, queste auto, per non poter notare che la concorrenza li ha presi e superati).
Parte di divulgazione con Valerio Rossi Albertini (per gli amanti del palcoscenico: https://youtu.be/zLncu9fuho8 )
Allora forse speriamo che SIA FATTA MEGLIO. Questo solo il tempo e gli utenti lo diranno.
Perchè questo è l’anello dolente delle vere LEAF “1”: tutte le versioni, tutte le auto, di qualsiasi anno, hanno un degrado batteria pesante e l’autonomia crolla dopo pochi anni. Ed è l’unica auto che ha un decadimento così sensibile, nessun’altra auto elettrica “muore” così presto. Ed è avvenuto in tutto il mondo. E da sempre Nissan non ha riconosciuto il difetto, non ha cambiato le batterie ne’ in garanzia ne’ quelle a noleggio, sostenendo che è normale invecchiamento.
All’evento di ieri ero presente con un possessore di Leaf 1 che si sta facendo anche portavoce di una lettera aperta a Nissan Italia e con lui, nel backstage, abbiamo scambiato due parole nella figura dell’amministratore delegato, il quale ci ha detto che per questo annoso problema, la casa sta pensando ad un’offerta economica per i vecchi possessori, per premiarli per la fiducia ed il pionerismo (notizia che gira nell’aria da tempo, in verità).
Sta di fatto che anche la nuova LEAF sembra avere un sistema di raffreddamento solo ad aria come avevano le vecchie, che è il vero motivo del degrado dell’autonomia (questo non vuol dire che sulle nuove il sistema di raffreddamento sia stavolta sufficiente, certo il fatto che tutta la concorrenza fa diversamente fa comunque pensare) e che obbliga gli utenti più attenti ad una vita di mille attenzioni nell’utilizzo del mezzo (come non fosse già abbastanza invalidante la carica lenta e la poca autonomia, si applicano tecniche di carica parziale al limite massimo partendo dal limite minimo, ed altre cervellotiche attenzioni per fare quei 10km in più).
Speriamo.
Perchè la LEAF2 ha possibilità di avere successo (secondo me) solo se onestamente mantiene le promesse (non parlo dell’autonomia NEDC, a quella solo gli illusi credono; ma di durabilità) perchè sicuramente non sono oggi molto ambiziose, e nel passato non manteneva neppure quelle.
Anche il sistema infotainment è stato fino ad oggi così così e spaventa pensare che nella nuova LEAF l’abbiamo (come richiede oggi il mercato) ancora più infarcito di funzioni, quando già il vecchio semplice CARWINGS era zoppicante (caratteristica però comunque anche alla concorrenza (alcuni come Hyundai o PSA (Peugeot, Citroen) neppure ci provano, però esistono anche altri come Smart, VW o la solita Tesla che invece sono a prova di errore)).
Perchè altrimenti sulla carta la Leaf2 parte già superata.
Solo i possesori della LEAF2 potranno dircelo sperando non siano, come nel caso della Leaf1, solo dei beta tester.
I documenti PDF diffusi all’evento (le slide non sono state rilasciate):
AGGIORNAMENTO 30 marzo 2018: #RAPIDGATE
intanto nel mondo (ed anche in Italia) i primi proprietari privati hanno in mano una Leaf2. Sembra che Nissan abbia toppato anche nella carica veloce: dopo un paio di ricariche fast, infatti, la nuova Leaf carichi lenta (link ad articolo di AboliamoIlMotoreAScoppio).
Il 30 ottobre 2017 a Milano presso l’Hotel Milano Scala, Evway ha presentato la sua campagna di crowfounding per infrastruttura di ricarica elettrica.
Già appena arrivi all’hotel capisci c’e’ qualcosa di nuovo…
Breve riassuntino di quel che ho capito.
EVWAY sta facendo le cose veramente per bene ed in grande.
Sono ben lanciati e da startup che erano ora sono diventati adulti ed hanno grandi progetti ambiziosi (e daltronde penso che sia questo il passaggio obbligato da fare oggi per la mobilità elettrica in Italia… è stato tutto giusto e bello, abbiamo sperimentato dal 2010 al 2017, ma ora bisogna passare alla ‘fase 2.0′: mettere 2 colonnine pisciate abbandonate in un parcheggio, magari anche gratis, non basta più. Oggi bisogna alzare gli standard, fornire qualità, affidabilità, interoperabilità ed ad un giusto prezzo, se no con la wallbox pubblica free non faremo grandi viaggi).
Non sono installatori o venditori di colonnine, a loro fare quello non interessa, loro vogliono mettere colonnine solo come punti di interesse per valorizzare la zona. Quindi giustamente non vogliono fare guerra ad una ENEL o altri, non avranno mai la forza per essere alla pari, ma a differenza di Enel che ti piazza la colonnina lì così e poi sono fatti tuoi (anche se c’e’ da dire ultimamente Enel è in evoluzione), loro (EvWay) ti vogliono aiutare a trovare la colonnina e da qua trovare cose interessati su quello che c’e’ attorno.
Ecco perchè sono orientati a servizi esterni al turismo, agli stranieri. Ed ecco perchè per loro è basilare l’interoperabilità (e sono il solo operatore italiano, oggi, che fa roaming ed oltretutto con la maggior piattaforma europea (HUBJECT)) con cui possono accedere da subito a 750.000 potenziali clienti europei.
Questo lo stato delle cose.
Pur conoscendo, poi, dai primi giorni dell’avventura Franco Barbieri (il fondatore) ammetto non sapevo di quanto hanno fatto fino ad oggi che è invece di tutto rispetto, ovvero 130 punti installati (con il capolavoro anche di Torino città) ed un fatturato da 30.000€ nel 2016 e 150.000€ nel 2017, direi notevole visto che fino ad un mese fa le ricariche neppure si pagavano (ma anche adesso non è nel loro interesse fare business così, ecco perchè i prezzi sono accessibili (considerate c’e’ anche il parcheggio incluso, ad esempio, a Torino città come a Mantova) od addirittura persistono free (come quello presso mcdonalds o vari alberghi)).
Alla convention ci hanno fatto notare che tutto il mercato dell’auto è stagnante, tranne il comparto EV e digitale.
Il digitale cresce 7 volte rispetto al resto del mercato ed inoltre ci sono continui segnali che tanti attori stanno scendendo in campo (basta vedere le acquisizioni del solo 2017 di big tradizionali… Engie compra EVBOX, OMV compra SMATRICS, SHELL compra New Motion, Enel compra eMotorWerks, Total svende tutto ad IP per dedicarsi all’EV, ecc)
Tutte cose che noi già sappiamo ma è bene ribadire.
Ed arriviamo a EVWAY.
Come detto non sono più una startup e stanno scommettendo tutto.
Secondo me veramente bravi e coraggiosi (e son convinto vincenti se non sbaglieranno troppo) a coniugare ricarica+turismo+economia digitale & social, visto che gli altri operatori (italiani) se ne stra-sbattono di questo aspetto (appunto, alcuni piantano colonnine e ciao, altri neppure hanno app o presenze social) e per mantenersi giovani è lodevole i millenials che sono saliti a bordo.
La squadra di EvWay è formata da una dozzina di persone e sono veramente tanti i giovani presenti, i millennials, appunto, con una grande presenza anche di donne (5 su 12, se le ho contate giuste) che saranno meno tecniche ma decisamente più pratiche e serie…
Ma anche la parte tecnica di EVWAY non è da sottovalutare, oltre a Simone (inutile dire chi sia, se trattate di mobilità elettrica già sapete prima del nome di EVWAY chi sia) ci sono anche informatici, DBAs, esperti di comunicazione digitale, ecc, e Barbieri diceva hanno già registrato due brevetti, cosa non da poco, in una Italia tanto indietro nel campo digitale e nell’innovazione web oriented.
Anche la loro tecnologia è oggi la più evoluta presente in Italia, l’unica che permette l’interoperabilità completa (per i patiti di sigle la OCCP 1.6) il V2G (ce lo spiegheranno in futuro) e la (per me) tanto attesa 15118 (la magia dell’autenticazione e tutto il resto fatto da macchina e colonnine… in pratica attaccate la spina alla presa e via, nessuna tessera, app, codice, ecc… tutto gestito da software).
Ed ora arriviamo al punto dolente:
come detto vogliono aprire una piattaforma di crowfounding via “WeAreStarting“. Non me la sento di spiegare bene l’offerta economica perchè non è la mia arte, starò vago, speriamo di non dire troppe cose inesatte (ma al link è spiegato bene).
Come per tutto ovviamente è meglio chiedere a loro.
Non è il crowfounding da 100 euro come pensano molti di noi (qua si parte da minimo 10.000 euro, motivo per cui mi esclude di già, purtroppo) ma si diventa realmente soci con diritto di voto ed il 5% di quota. Evidentemente non vogliono speculatori disinteressati che provano con il risparmio della gita delle domenica saltata per pioggia: vogliono gente ‘credente’.
Di fatto è una impegno che punta ad ottenere 500.000€ (con scadenza sottoscrizione al 18 febbraio 2018) da investire in crescita. Come vogliono investire? Ancora tantissimo in tecnologia (upgrade piattaforma oltre 100k, network altri 100k) ma anche in immagine (marketing 95k) e grande novità l’internazionalizzazione (quel che rimane del totale) a dimostrazione che non scherzano più.
Sinceramente c’e’ da augurargli tutto il bene, a quei ragazzi, che oltretutto (non solo i millenials, ma anche i due boss) mantengono una certa umiltà e continuano a chiederci opinioni ed idee che accettano sempre con interesse e che quindi sono solo da lodare.
Per ora ho finito, sinceramente vi consiglio di approfondire l’argomento, anche se non avete come me i 10.000 euro di scommessa, ma innanzitutto andando alla fonte vedendovi il video dell’evento:
e poi consultandovi la cartella stampa: 2017.10.31 – Route220 https://evway.net/evento_crowdfunding/
(c’e’ altro interessante materiale che hanno dato fisicamente all’evento, chiedo se posso scannerizzarlo e ridistribuirlo, intanto in uno di essi c’e’ una infografica che mi ha dato un’idea della madonna che voglio riusare….).
E semmai chiedendo a loro che come detto sono sempre in ascolto ed interessati!
NOTA:
all’evento erano presenti una sessantina di persone, fra i quali ABOLIAMO IL MOTORE A SCOPPIO.
per confrontare le impressioni forse è bene leggiate anche la sua relazione: https://www.facebook.com/aboliamoilmotoreascoppio/videos/1486244371453500/
NOTA2:
più che commenti qua sotto a questo articolo, sarebbe meglio che eventuali contributi sul tema siano lasciati in uno spazio più consono sul forumelettrico: http://www.forumelettrico.it/forum/post11832.html